UN “RESTAURO” … DA … MANUALE …
“Carissimo Giorgio,
un vero piacere per me condividere con Voi quello che succede nel forlivese in merito al patrimonio architettonico esistente.
Grazie a Voi dell’attenzione.
Complimenti vivissimi per il decennale del tuo splendido blog (luogo di discussione come lo chiamasti nel 2005).
Due parole …
Mauro Andreini, credo sia stato mio professore a Firenze, qualche tempo fa.
In realtà era assistente, di non ricordo di chi, per il corso di Caratteri distributivi degli edifici. Mi dette 29 all’esame, un voto che non si scorda, perché non ero andato bene nella seconda esercitazione del corso, soprattutto per il fatto che avevo proposto un tema personale e non uno di quelli da lui suggeriti (portai il quartiere per case popolari IACP alla Giudecca, progetto di Gino Valle; pensa che coincidenza, un cognome che poi riscoprirò). Ricordo però che fu l’unico professore, in tutto il corso di studi, a tentare di insegnarci un metodo per progettare; ispirarsi e imparare dalla storia (se non ricordo male e in estrema sintesi). Ma il vero motivo per cui si sceglieva il suo corso, era perché proponeva una tre giorni full immersion in un casolare a San Quirico d’Orcia, dove noi studenti disegnavamo giorno e notte, progettando delle piccole città, ovvero i singoli edifici che la costituivano, seguiti dai sui assistenti; venerdì, sabato e domenica. Il tutto si concludeva la domenica mattina con l’esposizione dei nostri progetti al resto degli studenti (si lavorava rigorosamente in gruppi di due/tre), con la sua illustrazione ovvero la classica “condivisione”. Ricordo che nel casolare non c’era il riscaldamento e faceva un freddo che non scorderò, così, il sabato sera, organizzammo un festino nell’aia con tanto di carne alla brace cotta nel camino, abbondante vino, e ad illuminare il tutto, i fari delle nostre auto parcheggiate a semicerchio. Balli e danze, elezioni della miss e del mister del corso, barzellette e scherzi a non finire. Non ricordo l’ora ma ricordo che l’Andreini, prima di andare a casa (iniziava ad albeggiare), si voltò verso di me e disse:
“con voi romagnoli, ci si diverte sempre”.
Conclusa la “condivisione” domenicale, mangiatona di gruppo nel ristorante della piazza nella vicina Pienza e via ad ammirare le finestre riquadrate del palazzo del museo diocesano, tanto care ad Aldo Rossi, divenute, stilizzate, il logo della Facoltà di Architettura a Cesena.
A presto risentirci”
Carlo