Una coincidenza ammirevole
L’improvvisa scomparsa, questa mattina, di Paolo Portoghesi, conclude un’importante stagione dell’architettura italiana e internazionale, di cui è stato uno dei maggiori protagonisti, lasciando un’eredità culturale che sarà quanto mai, e a lungo, operante. Egli ha non solo reintrodotto la storia nell’idea e nella pratica del costruire, ma ha contrastato soprattutto la tendenza omologante della modernità architettonica costruendo, con un’ispirata e continua sperimentazione fondata sul Barocco, un linguaggio il quale non si riferisce solo alla cultura, ma è capace di essere compreso in ogni strato sociale. Un linguaggio tra l’altro, complesso e duraturo, in grado di essere sempre attuale e innovativo periodo dopo periodo. Per lui, uno dei teorici del Postmodernismo più convinto ma meno soggetto a considerare necessario un succedersi mediatico di nuove tendenze, la memoria non era solo il culto del passato ma il più attivo lievito della ricerca e dell’immaginazione di nuove visioni del futuro. Inoltre, Paolo Portoghesi ha saputo riconciliare l’architettura con la natura all’insegna di un’ampia e profonda concezione dell’abitare. Dotato di un grande talento letterario, di una creatività compositiva intensa e suggestiva, di una sincera vocazione al confronto e al dialogo con i vari orientamenti degli ultimi sessant’anni, indimenticabile maestro di generazioni di architetti, è l’esempio di un’ammirevole e poetica coincidenza dell’architettura con la vita.
Franco Purini
30/05/2023
Sono molto dispiaciuto. La sua opera storiografica è stata fondamentale per l’approfondimento della mia conoscenza del Barocco e l’introduzione al gioioso e variopinto mondo del Liberty. Ricordo ancora con piacere le sue conversazioni nel programma TV “Il linguaggio dei luoghi”. Le mie sincere condoglianze alla famiglia.
La notizia della dipartita del maestro architetto lascia un grande vuoto nella cultura italiana e non buon viaggio maestro un ile allievo