VIA DELLA CONSOLAZIONE … ERA LA STRADA PIU’ BELLA DEL MONDO …

4327580507_378ec3ce15“Quella della carenza di aree pedonali a Roma è infatti un problema che si protrae da tempo. Il primo a promuovere la chiusura di spazi alle macchine per renderli più usufruibili alla cittadinanza fu il sindaco Giulio Carlo Argan, eletto nel 1976 come indipendente nelle liste del Partito Comunista. Fu lui a pronunciare la frase: “o i monumenti, o le macchine”.

Nel 1980 il suo successore, il sindaco del PCI Petroselli, fece demolire via della Consolazione, una strada che collegava via dei Fori Imperiali con piazza della Consolazione, e che divideva il Campidoglio dall’area del Foro. Fu sempre Petroselli a far chiudere al traffico veicolare  l’area fra il Colosseo e l’Arco di Costantino, rendendola la prima area pedonale d’Italia, e a promuovere le prime domeniche di chiusura al traffico di via dei Fori Imperiali, andate poi avanti fino ad oggi.” … ???

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BELLA STRONZATA …

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11 risposte a VIA DELLA CONSOLAZIONE … ERA LA STRADA PIU’ BELLA DEL MONDO …

  1. maurizio gabrielli ha detto:

    Beh…l’intenzione era buona ma…di buone intenzioni, come si sa, è lastricata la strada che porta al Foro Romano !

  2. sergio 43 ha detto:

    Un altro pezzo di Roma che scompare;

    E’ morto! Se n’e’ ito!
    Io manco lo sapevo
    ch’aveva er viso stanco.
    Er piu’ de li compagni
    era! “E'” GIGGI MAGNI!
    M’ancora ce sta affianco!

  3. Francesco ha detto:

    Voi architetti…ha volte ho la netta sensazione (ma sta diventando una certezza sempre più solida) che non vi intendete troppo di bellezza in senso lato: il Foro romano dovrebbe essere un area sacra, dove si possa respirare una certa atmosfera…se ci fai passare una strada cosa ne rimane? (peraltro presumo che Via della consolazione avesse un certo volume di traffico)
    Certo se fin dalla prima lezione vi insegnano cose tipo “macchina per abitare”, si finisce per apprezzare anche una lingua d’ asfalto che passa rumorosamente per il Foro.

    Un affezionatissimo “lurker”, come si usa dire oggi, nonché architetto mancato

    • Andrea_B ha detto:

      …uno dei più bei commenti di archiwatch di sempre!…

      ma chissà, forse Francesco “a ragione……in senso lato…”

    • sergio de santis ha detto:

      … ma chi se la po’ permette ‘na strada che passa così in mezzo ai Fori … me sa pochi ar monno … giusto noi …
      ammazza che bella quella strada …
      me la ricordo …
      mi zia Angelina e mi zio Remo abitavano proprio da quelle parti …
      che dispiacere oggi che non c’è più …
      ma guarda quelle fotografie piuttosto …
      e concentrate …
      guarda la vita e la bellezza esaltata che dalla presenza di quella strada ne deriva … mamma mia …
      me vengono i brividi a pensà’ de potè sta seduto su quei muretti o a passeggià’ pe’ quei marciapiedi … e meno male che ce sei “mancato” … ma nun te preoccupà’ … molto spesso l’architetti … mancano …

      • Francesco ha detto:

        Ovvio che una strada che passa per il foro (h)a un suo fascino, ma è altrettanto innegabile che in questo modo il foro…è semplicemente meno bello (oltre che tagliato in due parti). Se ci si concentra sull’ albero, come consiglia di fare lei, si perde di vista la foresta.
        Si è mai affacciato dal Tabularium verso il foro? A me è capitato una volta sola e, se ci fosse stata una strada sotto…non mi sarei entusiasmato poi così tanto…

  4. Andrea Di Martino ha detto:

    In effetti, via della consolazione, anche per la sua posizione sopraelevata rispetto all’area dei fori (almeno a giudicare dalla foto), si configurava come un insolito boulevard. Una sorta di belvedere-boulevard, se così posso dire. La sua demolizione non ha neppure unificato l’area, visto che c’è sempre via dei fori imperiali che mantiene isolata tutta l’area di pertinenza dei mercati traianei. L’idea poi che tale demolizione abbia restituito ai fori la loro “sacralità”, come dice Francesco, mi fa semplicemente ridere. Se il vecchio ha una sua sacralità, per quale motivo deve configurarsi come un episodio circoscritto? In fondo, i progetti presentati alla mostra “Roma interrotta” (patrocinata dallo stesso Argan, che qui viene ricordato), possono piacere o non piacere, ma di fatto hanno sollevato un’altra questione di scottante attualità, ovvero quella del coinvolgimento organico del vecchio all’interno del nuovo, non tanto come Storia e memoria (la cui perpetuazione spetta ai musei), bensì come mero patrimonio edilizio dotato di proprie potenzialità, quindi perfettamente sfruttabile sul piano sociale e funzionale. Non intendo qui difendere una qualche mia opinione personale circa le modalità per ottenere il coinvolgimento di cui sopra. Solo mi chiedo come sia possibile rinunciare ad esso senza correre il rischio di trasformare le nostre città in città-museo, ovvero in un qualcosa di intrinsecamente alienante, anche se nel caso di Roma il concetto di “città museo” è stato usato (e abusato) come se fosse davvero un valore aggiunto. Come disse Argan in occasione della succitata mostra, “Roma si è interrotta perchè abbiamo smesso di immaginarla”. Forse gli antichi avevano meno scrupoli di noi (almeno se pensiamo alle spoliazioni subìte dal colosseo), ma di fatto avevano molta più immaginazione (e per rendersene conto, basterebbe ricordare i progetti di riconversione funzionale di cui lo stesso colosseo è stato oggetto)

    • sergio de santis ha detto:

      … che poi anche sul concetto di bellezza … come al solito …. ci sarebbe parecchio da discutere … più che rispetto alla solita solfa del me piace …diciamo rispetto ad altre questioni da cui pure la bellezza sorge … e so’ tante …. si tratta di scelte… specialmente in un caso non così eclatante come quello di via della consolazione … ammazza … per esempio quando vai al ghetto…. e poi dopo aver passeggiato sulla piazza in fondo in mezzo a li palazzi te ritrovi de fronte a quelle cose … come in una specie di spaesamento …. c’è una forma di bellezza che nasce da ciò che non ti aspetti … ecco … allora più che chiedermi se sia più o meno bello … mi chederei se è opportuno o meno …. le macchine puzzolenti … le macchine per abitare … le carrozzelle … le cartoline … e voi architetti… poveracci … che non sapete una ceppa di bellezza … che è pure vero …. anzi … nun ce capite proprio una mazza … cari architetti … tutti … tutti … tutti …utt … ut …ti … ti …i …i …

  5. maria di falco (mariella) ha detto:

    Beh, effettivamente vedendo la prima foto di una antica stampa, via della Consolazione doveva essere proprio bella! Ma ci passavano le macchine ? e come ha detto Maurizio Gabrielli l’intenzione era bella, però la realizzazione pratica ha dato un risultato un pò deludente. Tuttavia, penso che si potrebbe fare qualcosa anche adesso: non certo il ripristino della strada come era, però un “passaggio” più definito che dalla Chiesa attraversi i Fori, ad esempio, abbellito con delle piante lungo i lati e lastricato come una strada romana. Forse gli archeologi non sono d’accordo, ma ci si potrebbe parlare e fare un progetto insieme !

  6. sergio 43 ha detto:

    Bella la foto ottocentesca con la carrozzella, bella la foto di quando Roma aveva ottocentomila abitanti e mille autovetture, bella la foto del dopoguerra quando il giornalista americano e la principessa andavano in Vespa…”ROMA SPARITA” insomma. Adesso pensa di fotografare questa mattina la strada con le macchine in fila indiana e a passo d’uomo. Dice: “Ma la strada verrebbe trasformata in isola pedonale!” Allora preferisco passeggiare sulla Via Sacra “pedonale”, “lento pede” e piano piano

  7. maurizio gabrielli ha detto:

    Fra la prima e la terza ci sono alcune differenze che testimoniano che la strada ” bellissima ” fu allargata facendo cadere i basamenti delle antiche colonne dentro i davanzali delle balaustre in mattoni e a contatto diretto con le macchine puzzolenti che ci passavano. Bellissima !

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