Marisa su “SOMARI” IN CATTEDRA? … NO: IN COMMISSIONE …
“Mi spieghi, prof Muratore, perché dovrebbero esser somari i commissari: perché Ciorra scrive malamente, di getto e da sbruffone oltre 600 giudizi? perché lo dice tal associazione AIAC, composta di sedicenti polemisti senza spessore scientifico a caccia di amicizie e notorietà? perché lo chiedono i pensionati Purini e D’Amato privati, finalmente, del potere di esser loro a decidere cattedre e prebende? ci spieghi, dunque. Grazie”
Abilitazione scientifica nazionale: noi non ci stiamo!
…………….
gent.ma e misteriosa “Marisa” …
si è per caso presa la briga di confrontare …
il curriculum di alcuni “commissari” …
con quello di alcuni “candidati”? …
lo faccia …
è un esercizio assai istruttivo …
Francamente non condivido il commento di “Marisa” ma sono altrettanto perplesso di fronte alla lettera di Purini e D’Amato che snocciolano dati, percentuali e proporzioni.
Ma l’abilitazione non si fa sicuramente dando due abilitazioni là, una qua e tre laggiù! Il loro discorso non sta in piedi!
Senza contare che ci sono alcuni palesi errori….Come si fa a dire che sono state premiate le scuole? Quali scuole? Forse alcune e non tutte.
E poi…”la redazione di AION” è stata pluripremiata con almeno 2 collaboratori stabili abilitati!
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caro Professore, la storia di molti di costoro è nota ai più: peggio di altri, meglio di molti. La invito io stessa, per approfondire, a considerare i curricola di molti altri candidati commissari, pressoché inconsistenti anche per il ruolo di ricercatori oppure improvvisamente operosi appena ottenuta la cattedra (e i soldi del Miur). Vecchia storia: il male dell’università italiana (non l’unico, ovviamente) sono i concorsi locali dove, per regola non scritta nel 99% dei casi, le terne sanciscono il volere del presidente di commissione o della facoltà. Il solito tribalismo delle cordate del pensiero unico. Lei, da ordinario, sicuramente conosce il caso. Quel che intendo dire è che almeno, questa volta, c’è stata una commissione nazionale, allargata a 5 membri che, grosso modo, hanno rappresentato le “aree” geografiche del paese (ricordiamoci la pletora di corsi e facoltà nate negli ultimi 15 anni…) e le scuole disciplinari più riconosciute. Non si può buttare il bambino con l’acqua sporca solo perché un ex-preside ha favorito i propri scherani o qualche professionista di dubbissima levatura scientifica (e spesso morale) prestato all’università non ha centrato l’abilitazione. É una faccenda tutta romana la prima ipotesi, mentre nella seconda la commissione ha dimostrato di aver saputo leggere, per quanto in fretta, e scrivere nella sostanza, magari non nella forma, quanto andava scritto. Ripeto, poteva andare peggio: non dimentichiamo che gran parte della pubblicistica del settore è autentica fuffa indigeribile.
I miei rispetti.