Andrea Di Martino su: RISCOPRIRE BRASINI …
Sergio Brenna su: Brasini 50 anni dopo … “Carissimi, Vi scrivo per invitarvi il prossimo 10 febbraio alle 20,30 alla …
“L’opposizione tra avvenire e passato è assurda. Il futuro non ci porta nulla, non ci dà nulla; siamo noi che, per costruirlo, dobbiamo dargli tutto, dargli perfino la nostra vita. Ma per dare bisogna possedere, e noi non possediamo altra vita, altra linfa che i tesori ereditati dal passato e digeriti, assimilati, ricreati da noi. Fra tutte le esigenze dell’anima umana nessuna è più vitale di quella del passato”. (Simone Weil).
“Negare tale assunto (tuttaltro che scontato), significa ammettere la possibilità che anche una sola persona possa imporre un modus vivendi all’intera collettività, foss’anche in modo sottile e indiretto (ad esempio con un modus operandi che, aumentando ingiustificatamente i costi sociali, finisce per avere delle gravi ripercussioni sociali). Certo, anche una guerra di liberazione rischia di fare vittime innocenti (anzi, la Storia ci insegna che tale rischio è praticamente inevitabile), ma questo non ci autorizza a condannarla.
Se restringiamo l’analisi all’architettura, basti pensare che già in epoca moderna (ovvero la preistoria della contemporaneità), perfino un critico di comprovata fede modernista (quel Reyner Banham che passò alla Storia come l’ideologo del brutalismo), nel suo (poco noto) “Ambiente e tecnica nell’architettura moderna”, aveva sentito l’esigenza di confrontare le le pietre miliari del razionalismo con le opere giovanili di Wright (innovative pur nella continuità di una tradizione), giungendo alla conclusione che quest’ultime sono di gran lunga superiori per qualità ambientale (intesa come benessere termo-igrometrico). Il fatto saliente è che lo stesso metro di giudizio, applicato ad un (altrimenti sconosciuto) ospedale ottocentesco, portava alla stessa identica conclusione. Un metro di giudizio oggettivo (perchè basato sulle moderne scienze applicate), consentiva così di sfatare il mito di una modernità che molti avevano ritenuto accettabile in modo totale e incondizionato.
Dalla pubblicazione del libercolo di Banham sono passati molti anni: tanti da rendere necessario l’aggiornamento di una siffatta revisione critica, la quale, estesa ai problemi di casa nostra, induce a cercare, proprio a casa nostra, gli opportuni termini di paragone, anche alla luce di quel concetto di “sostenibilità” troppo a lungo sbandierato e mai realmente applicato. Ciò non significa copiare Caio o Tizio. Significa semplicemente ragionare con la propria testa (anche se con ciò mi rendo conto di aver detto una grossa banalità). Il fatto è che se non si oltrepassano talune colonne d’Ercole, non si riesce a predisporre il proprio cuore e la propria mente alla ricezione della verità. E sarebbe un peccato, perchè la verità rende liberi (altra grossa banalità, me ne rendo conto).
Scusate.”
GRAZIE PER IL BEL RICORDO DI MIO NONNO
Maria Rosario Brasini