più grossa la lapide … che la “piazza” …
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la cosa incredibile è che il rotary club dei parioli si vanti con la grossa lapide di aver finanziato uno spartitraffico sterrato, senza manco una pianta, perchè quelle nella foto sono cresciute da sole… solo a questo del resto si riduce l’intervento, non c’è altro oltre a quello che si vede nella foto!
Mostruosa lapide cimiteriale per arredo urbano! Quando si dice che a caval donato non si guarda in bocca!
Diciamo pure che la lapide in questione mette un pietra “tombale” sul fare architettura nella capitale… pensate se ogni finanziatore mettesse una lapide su ogni cagata costruita a roma!!!! ahahahahahahah un MEGA CAMPOSANTO!!!!
…la parte piú geniele è la scritta : “realizzazione di un Isola Verde”…. che tristezza!
Le bugne a punta di diamante che costituiscono la facciata del Gesù Nuovo di Napoli, hanno dei segni incisi che, probabilmente rappresentano la firma dei maestri che lavorarono, bugna per bugna. In tutte le chiese s’incontrano lapidi per le sepolture, per le donazioni e per gli ex voto. Non per questo fanno perdere di decoro estetico all’insieme, spesso monumentale. Oggigiorno la scatteria è tale da non essere avvertita da chi la spalma per la città, anche in buona fede.
Meraviglioso post!
Concordo senza se e senza ma con Alessandro Berioli il quale è causa da mezz’ora di singhiozzo sincopato e lacrime ripetute per il suo commento!
Arem
“realizzazione di un’isola verde”…
…e che isola VERDE!!!
Un cimitero??? …no lì almeno ci sarebbero stati i fiori!!!
Che assurdità!!!!!
…ma gli alberi… proprio sono impossibili da piantare?
Non c’entra nulla, ma mi pare ugualmente significativo. E comunque sempre di Roma si parla, per cui…ieri sera speciale m2 su RaiDue, ospite il pubblicizzatissimo Massimiliano Fuksas (veramente sulla rai c’era uno spot ogni venti minuti per reclamizzare l’evento). Orario improponibile come spesso succede, però puntata interessante, perché comunque si parla di architettura, perché si è entrati nel suo studio e si è messo a nudo il suo modo di lavorare. Niente invettive contro Fuksas, che personalmente io come progettista apprezzo per lo meno per la gran parte delle sue opere (a parte il tradimento della Biennale da lui diretta, “Less Aesthethics More PATEthics”), però è necessaria una riflessione, per riprendere il tema del “parlar bene o parlar male”. E la riflessione è che, per quanto si sia parlato di architettura in tv, e quindi è un bene, bisogna sottolineare il fatto che anche stavolta più che una trasmissione sull’architettura si è trattato di una “agiografia” bella e buona di un personaggio vicinissimo all’amministrazione capitolina (che non ha mancato di elogiare a più riprese), e che quindi, nel periodo storico e politico contingente, suona quanto mai strumentale e anche un po’ fuori luogo, visti gli accadimenti recenti. Sarà solo una mia impressione, ma si sa che a pensar male si commette peccato ma ci si sbaglia raramente. Per cui va benissimo, ripeto, una trasmissione di questo tipo, sarebbe meglio però se la nuovelle vague dell’architettura in tv servisse in qualche maniera più all’accrescimento culturale medio che all’incensazione più o meno spudorata di questo o di quello.