Europarco … “come una natura morta” …

Picture 3

“figure geometriche che si pongono sul piano inclinato .. come oggetti disposti sul tavolo di una natura morta a ricevere la luce” …

“nuove centralità” … romane …

“l’esistente non si propone più come un semplice dato materiale, vale a dire come la mera presenza fisica di edifici, strade, spazi pubblici, verde, infrastrutture, ma come un sistema di risorse ancora in gran parte inespresse, che solo accurate strategie progettuali possono rendere funzionali a un’identità delle città più attuale e decisa, nonché maggiormente precisata nelle sue varie e a volte contraddittorie declinazioni …”

Booh? …

“Il conferimento all’esistente di una dimensione più complessa, nella quale la manutenzione si affianchi alla riqualificazione, e questa alla riscoperta della bellezza degli spazi e degli edifici, richiede il reperimento di aree interstiziali nelle quali concentrare attrezzature destinate a rendere la città più articolata e flessibile. Tramite circoscritte saturazioni di aree residuali, che liberano in altre parti dell’insediamento urbano ampie zone da lasciare inedificate, si può migliorare così la tonalità del tessuto edilizio mettendolo in grado di stabilire connessioni nuove, nella prospettiva di trasformarlo in una rete comunicativa più efficace ed estesa, capace di esaltare la circolazione delle informazioni e di favorire l’instaurazione di più avanzati processi produttivi di tipo immateriale …”

Booh? …

“Gli interventi che rispondono a queste esigenze, realizzando nuove polarità metropolitane, costituiscono la cosiddetta Centralità Urbana, ambiti di una complessa ricomposizione delle funzioni urbane sotto il segno di una densità insediativa relazionata alle infrastrutture capace di esprimere dinamismo e attitudini evolutive …”

Booh? …

L’“Europarco”, un Businnes Park posto a ridosso dell’Eur, è una di queste nuove Centralità Urbane: essa occupa una strategica area residuale, una zona che per la sua collocazione può giocare un ruolo essenziale nella ridefinizione funzionale e formale dell’intero settore sul quale insiste. L’intervento può permettere, infatti, al tessuto di recente formazione che lo circonda di acquisire quella vocazione a farsi sezione interattiva di un circuito ad alta concentrazione informativa che è il tratto distintivo della città contemporanea …”

Booh? …

“Lo Shopping Mall della S.C.C. (Societé des Centres Commerciaux), rientra in questo complesso progetto urbano collocandosi al limite sud-est del nuovo comparto, all’incrocio tra la Via Cristoforo Colombo e la nuova viabilità di progetto, strutturandosi come un edificio di forma trapezoidale con un lato parallelo e uno perpendicolare alla direttrice Roma-Mare. Come tutto l’intervento, l’edificio si imposta a una quota pedonale che individua, nel suo svolgersi, una piazza superiore. Al di sotto di questo livello si snodano la viabilità privata e le aree dei parcheggi. Il centro si organizza intorno a una galleria interna a tutta altezza (corrispondente ai tre piani del centro) al cui interno sono posizionate le scale mobili. I primi due livelli hanno vocazione prevalentemente commerciale, il terzo ospita anche l’area di ristorazione. La copertura, strutturata come un piano inclinato coperto da un tappeto erboso, oltre a riproporre l’immagine del tessuto agricolo preesistente …”

basta così … forse abbiamo capito … di che si tratta …
dev’essere un parente stretto … di VEMA …

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11 risposte a Europarco … “come una natura morta” …

  1. isabella guarini ha detto:

    L’idea del tetto-girdino non è nuova, ma bisogna apprezzare il fatto che si realizzerà a Roma, dopo millenni, come Babilonia, e, dopo il novecento, come Marsiglia.

  2. Vittorio Corvi ha detto:

    Voto per “la tonalità del tessuto edilizio”. Secondo me è la migliore
    Vittorio, Roma

  3. federico calabrese ha detto:

    “due torri tecnologiche poste a misura dei passi edilizi come traguardi, visibili da grande distanza, che conferiscono una nuova identità allo skyline ormai storico dell’Eur. Emergenze, queste, che si configurano come veri e propri nodi spaziali dell’intero insediamento.”

    Brividi……guardare per credere.
    http://skyscrapercity.com/showthread.php?t=185166

    federico calabrese
    bcn

  4. pinello berti ha detto:

    Hai ragione caro Giorgio,
    la spesa di immagini si fa nel ” cyber-market “, ogni ” coglione ” furbetto aspirante caimano può contrabbandarsi per progettista.
    Poi gli appalti stentano a decollare
    le imprese a scatole cinesi della finanza creativa porta tutti in tribunale, meglio se con le intercettazioni di servizi deviati.
    Il vero volto del capitalismo italiano da pubblico a familiare ora nell’ iperliberismo: tutti furbetti del quartierino, tutti a fare tangenti ad ogni passaggio ed il vero utente per necessità viene espulso come ad un perverso “poker” al rialzo.

    pb
    bologna fiere

  5. filippo de dominicis ha detto:

    Però io mi sono stancato e vorrei una risposta da voi, professori o architetti o ricercatori che siate: perchè si sta qui a criticare – giustamente poi – delle cose che, in qualsiasi aula di qualsiasi facoltà di architettura, in qualsiasi laboratorio di progettazione architettonica di qualsiasi anno di corso si tratti,beh cose che sarebbero probabilmente prese a modello di progettazione esemplare, perchè rispondenti a certi criteri che poi non sono altro che quelli insegnati dentro le “scuole” gianturche o vallegiuliesche che siano, di architettura, romane e non, attuali.

  6. Alfonso Giancotti ha detto:

    cito e invito alla lettura integrale chi non lo avesse fatto:

    Quando io sento ancora parlare di “vuoti” e di “pieni”, di “spazi silenziosi”, del giuoco di “luci” e di “ombre”, di “pesi formali” e di ” ancoramenti”, io provo senso di disagio, e corro via in cerca di un cantiere bene organizzato dove ogni uomo ha un preciso compito e sa assolverlo, e dove ogni materiale è usato tecnicamente bene per trarre da esso il miglior rendimento. Allora nel mio animo entra una dolcissima pace e mi indugio a guardare i muratori murare con impegno e perizia soppesando ogni cazzuola di calce e ogni mattone bagnato, e penso che solo valgono quelle parole che sono lo specchio dei fatti.

    Giovanni Michelucci.
    Firenze, novembre 1948, in occasione del discorso di commiato dalla facoltà di architettura di Firenze.

  7. maurizio s. conte ha detto:

    Ma Michelucci parlava in un’epoca in cui il “mestiere” aveva un grande valore, supportato com’era dalla conoscenza e dalla cultura.
    Oggi, a fronte di progetti sguaiati, incolti, desiderosi di mostrare i muscoli della tecnica, il vacuo scintillio dello stile a` la page, l’ego ipertrofico, che in sintesi esprimono la cosiddetta “volontà del fare” tanto cara ad imprenditori e ceto politico per i soldi che girano, credo sia necessario recuperare la sobrietà del lavoro, dell’impegno, della qualità e dei risultati che ne discendono.

  8. donatella diolaiti ha detto:

    in risposta a Filippo de Dominicis
    concordo con la stanchezza, ma almeno noi di CIVICARCH, dipartimento di Architettura Tecnica della Facoltà di Ingegneria di Ferrara ci proviamo!
    Ma quanta fatica…

  9. Gropius "Jacopo Carlo" ha detto:

    Sul piano inclinato verde (che tra parentesi sarà di prato artificiale!!!!) proponiamo di andare a fare tutti una grande scampagnata con grigliata e fiaschi di vino, per poi liberarsi allegramente del cibo e del liquido ingerito onde conferire all’artificiale prato una componente naturale e un concime su cui, forse, potranno crescere un giorno fiori e funghetti.
    Si propone poi di prendere la torre residenziale, rigirala in orizzontale e trasferirla sul litorale romano di fregene accorpandolo allo stabilimento balneare della marina militare, così saranno contenti i teorici dell’impatto ambientale filologico.
    All’inaugurazione della torre, come comanda la tradizione dei costruttori romani, si raccomanda una grande festa in cui arrostire il guanciale e le costolette dell’eminente architetto, come in “c’eravamo tanto amati”, scusate per la citazione.

  10. Jacopo Fedi Carlo Brizioli ha detto:

    Sul tetto verde (che tra parentesi è di prato artificiale) del complesso andremo a fare una scampagnata, rosolando allegramente le costolette dell’esimio architetto romano, e infine annegheremo nel vino l’immonda esperienza percettiva procurata dalla visione della torre. Poi, sazi, potremo liberarci delle libagioni concimando il prato artificiale conferendogli così la naturalità di cui manca e forse, un giorno, grazie alla nostra azione, potranno crescervi fiori e funghetti (sicuramente allucinogeni).

    Cari amici a presto

  11. Marco Di Renzo ha detto:

    L’essenziale piano inclinato verde del tetto giardino in erba (finta o vera), i “vuoti” ed i “pieni” nonché gli “spazi silenziosi” sono andati a farsi fottere. Dal tetto pratoso declinante verso la Cristoforo Colombo, senza bisogno di deiezioni fertilizzanti, sono già spuntate turgide cupole mammellose.
    Il rendering che pubblicizza Euroma2 mostra sotto di esse palliformi, penzolanti ed opalescenti lampadari in un fulgido esempio di new rococò. L’inclinazione si spezza in una torrida facciata in vetro continuo marron…
    L’unica speranza è che le retrostanti torri, delle quali cominciano a spuntare turrite acciaiose fondazioni, collassino sotto l’impeto assassino del tempo, spianando quello che gli uomini di oggi avranno costruito. Tra mille anni però. Per il momento 240 negozi e 30 (sic) ristoranti attenderanno festose famigliole in cerca di un centro (commerciale) di gravità (visiva) permanente.

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