Pare che a New York il sindaco Bloomberg avesse decretato guerra ai graffitari locali …
Apprendiamo però da un articolo di Lauretta Colonnelli apparso su
“Il Corriere della sera “ del 12.06.2006 che …
“A New York i giudici hanno cancellato il divieto del sindaco come anticostituzionale, perché violerebbe il «diritto d’artista».
Fra quanti si divertono a imbrattare mura urbane e carrozze ferroviarie potrebbero insomma nascondersi dei talenti.”…
Naturalmente, il “dibattito” si è scatenato anche da noi …
scomodando nientemeno che il “diritto d’artista” …
e, di contro, la legge sul “danno ambientale” …
Contro la “sentenza” USA interviene anche Ronchey (già patrono della legge italiana del ’93) “che ribatte: «Al diritto di artista si contrappone il diritto privato del cittadino e il diritto dello Stato che deve tutelare i suoi beni, tanto più se si tratta di monumenti.
Perché il graffitaro, ammesso anche che sia un artista, pretende di fare i suoi disegni sulle mura del Colosseo, di Palazzo Venezia o peggio ancora degli Uffizi?”
Perfettamente d’accordo con l’ex Ministro …
Ma se il “monumento” fosse “americano” …
Si potrebbe, in base ai trattati internazionali vigenti, applicare la legge “americana” …
tanto più a Roma … dove …
“l’amministrazione capitolina ha cercato soluzioni alternative, come quella di regalare alle «tag» (le firme) alcuni spazi nel X municipio e in altre zone, dove i disegni con lo spray non solo non deturpano ma potrebbero attenuare il degrado.” …
Ma perché relegare in periferia cotanta arte? …
Anche il centro storico rivendica il suo buon diritto alla sua dose modica di modernità …
Non ce l’hanno insegnato proprio loro?
i nostri amministratori …
I care …
Si potrebbe quindi organizzare un bel concorso internazionale …
Questa cosa degli spazi per i graffiti per il risanamento delle periferie tradisce straordinariamente il riflesso psicologico che ne è alla base: un misto di “peggio di così tanto non si può” e di “provare non costa nulla”. È il terzomondismo applicato alla città: interveniamo ma non cambiamo le cose, in modo che si possa continuare ad intervenire e dimostrare sempre, inesauribilmente, tante tante buone intenzioni.
Questa è istigazione bella e buona!
Ho già letto il messaggio di un artista alle prime armi, ma consapevole, qui sul blog, ke cerca l’avallo morale (e fors’anche tecnico?!?) degli esperti che sono soliti intervenire su queste pagine. NN vorrei che quel simpatico fotomontaggio sia una facile profezia.
Ke spasso!
Vittorio