“Gli Etruschi facevano le loro statue come le nostre donne fanno i ravioli…Scultura etrusca: due anni a studiarla e cinque a ridarla. MI SO EL VERO ETRUSCO. Loro mi hanno dato il linguaggio. Io li ho fatti parlare. Io li ho espressi” …
“La natura si occulta dietro una realtà apparente. Solo l’artista è ammesso nel recinto misterioso dove si sprigiona, per un’improvvisa fiducia, quel corto circuito di simpatia in virtù del quale la natura cede e si manifesta. L’opera nasce da questo abbandono.” …
“L’opera universale parte dalle esigenze del materiale, e incontra il soggetto che ha in tutto il mondo le stesse possibilità. L’immagine è la risultanza di un materiale” …
“Fa che io serva solo a me stessa, fa di me un arco dello spirito, fa che io non sia più rupe ma acqua e cielo, fa che io non sia una piramide ma clessidra per essere capovolta, che io non sia un oggetto ma un’estensione, che io non sia una pietra miliare dell’uomo ma della sua natura; fa che io non sia una vistosa virtù ma un oscuro grembo, fa che io non sia un peso ma una bilancia, che io non serva come una moneta per comodità pratiche, che io non resti nelle tre dimensioni dove si nasconde la morte, fa che io sia l’insondabile architettura per raggiungere l’universale” …
“Poesia, musica, architettura e pittura si tradussero come le lingue antiche nei successivi volgari, aderendo alla vita. Soltanto la scultura restò immobile nei secoli, lingua aulica e sacerdotale, simbolica scrittura incapace di svolgersi nei moti quotidiani… La scultura resta quello che è: lingua morta che non ha volgare, nè potrà mai essere parola spontanea fra gli uomini” …
Arturo Martini
a cura di Claudia Gian Ferrari, Elena Pontiggia, Livia Velani,
alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna fino al 13 maggio.
Materiali splendidi …
allestimento molto modesto …
in alcuni casi, punitivo …