Andrea Di Martino su: VASILY … IL RE DEI CAZZARI …
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“Oltre a tutte le considerazioni che possiamo fare sul basamento, c’è un altro motivo per affermare che la provocazione di Loos (sempre ammesso che di provocazione si tratti), non ha niente a che spartire col grattacielo “dechirichiano” in questione. Si tratta infatti di una “provocazione” (quella di Loos), che va molto al di là della mera citazione, in quanto assume un significato metaforico. Non dimentichiamoci, infatti, che il progetto loosiano doveva essere la sede di un’importante testata giornalistica, e che l’equivalente anglosassone di “rubrica” (nell’accezione giornalistica del termine), non è altro che “column” (colonna, appunto). Naturalmente, dai traduttori online risulta ” address book”, ma solo per il fatto che il dizionario elettronico (a differenza di quello cartaceo), si mette nelle condizioni più generali possibili, senza contemplare tutti i possibili casi particolari (come quello relativo al linguaggio giornalistico). Per superare tale impasse, vi basterà digitare la parola “rubrica” seguita da un qualsivoglia aggettivo; ad esempio, “rubrica sportiva”. Si tratta certamente di una metafora sottile, ma non più di quanto lo sia quel concetto di “architettura parlante” che fu dell’Illuminismo. Concetto che il “muratore” viennese doveva pur conoscere, in quanto uomo di profonda cultura. Forse è proprio questo che manca ai contemporanei. Il cibo per la mente. E pretennono de “nutrì er pianeta”… Poro Loos (travisato ancora oggi)… E poracci pure noi (che der pianeta semo parte integrante) …”
Non oso immaginare quale fosse il cibo per la mente negli anni in cui si costruivano queste orrende periferie moderne allora. Prendiamocela pure con la vacuità dell’architettura contemporanea ma non dimentichiamoci chi ha distrutto il territorio in Italia. Forse era cibo avariato.
Quindi? Chiedo a Zabriskie.
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