CALATRAVA … PROYECTOS RUINOSOS …

calatravamassimo mazzone commented on Valencia, Oviedo, Bilbao, Venezia … Calatrava fa cilecca ancora! …
http://www.calatravatelaclava.com/
Maestro, enjoy!

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7 risposte a CALATRAVA … PROYECTOS RUINOSOS …

  1. sergio de santis ha detto:

    Si diffonde sempre più implacabile questa interessante moda di scagliarsi sulle “appetibili prede” appena  mostrano un attimo di debolezza …
    prendi un bell’articoletto acido acido e glielo spari in faccia … e sai che dispiacere per il “maestro” …
     le Amministrazioni che si vogliono dotare del segno dell’Artista … che vogliono essere “sensazionali”  … lo fanno senza pensarci un attimo, senza un minimo di controllo, almeno così sembra … sul progetto e la qualità che offre …Santiago Calatrava non è però ancora pronto per le “maramaldesche iene nostrane” … al momento ci sono solo gli avvoltoi che volano in alto aspettando che diventi “viscere architettoniche” da straziare …
    A parte la questione del linguaggio architettonico  … può piacere o meno … lo si può ritenere interessante oppure no … a me francamente fa cagare … è stravagante pensare che un uomo solo possa fare tutto questo “casino” … e tutti gli altri dove sono?
    Chi li cerca?
    E i geniali progettisti di casa nostra, delle nostre magnifiche periferie … ?
    Temo, ma è evidente a chiunque abbia un minimo di “sale in zucca”, che sia quantomeno riduttivo pensare che la colpa di questo fallimento sia tutta lì … dentro lo studio di Santiago Calatrava …
    Mi chiedo?
    Ma quale consesso di “coglioni” può aver dato il “la” ad un progetto così faraonico (più di un miliardo di euro) senza adottare adeguate contromisure di controllo su quello che si andava facendo?… Con quale superficialità o faciloneria si spendono i nostri soldi di contribuenti …
    Ma lo dico al di là di quello che si può presumere sia stato …
    Come dire …
    PARETE GRANDE … PENNELLO GRANDE!
    Forse sono gli stessi che perdono più di 50 milioni di Euro l’anno nella Gestione della “fantastica” Città delle Arti e delle Scienze voluta dalla raffinata Municipalità per rilanciare le sorti della Città?
    Probabile!
    E se queste modalità sono state adottate chi è il Responsabile? Chi è che ha detto     “- OK, Santiago … go on ! Procedi con il tuo progetto!” ?
    Ma la cosa più interessante sono le modalità con cui si dà addosso al tipo … le solite … trovi uno e semplicemente cerchi di massacrarlo senza un serio contrappunto critico non tanto sull’architettura quanto sul metodo … una “merda”…
    e chiacchieri, chiacchieri, chiacchieri …
    un poco come per Mr. Fuksas … che per esempio a Roma ha fatto una cosa che prima di tutto … cioè prima di prendersela con lui che “poverino” fa quello che può … non doveva proprio essere costruita …
    cioè Fuksas, con quel “gatto de piombo” che vuole richiamare la “vaporale” o “vaporea” (?) levità della nuvola, non doveva vincere il Concorso … cioè se doveva essere una nuvola – almeno del tema era questa l’intitolazione – che almeno richiamasse l’essenza di una nuvola, la sua “nuvolezza”, “nuvolità” o “nuvolezzitudine” o come diceveno li Patres “nuvoletitudo – dinis ” …
    Semplice, no?! …
    E qualora avesse vinto il Concorso, come ha fatto, almeno un Sistema Super Organizzato di Burocrati, sempre attento a verificare un progetto, nelle sue fasi, neisuoi costi, come ha fatto a dare il via all’opera … allora vuol dire che Costoro non sono in grado di esprimere giudizi – chiamansi – di merito !
    A questi e solo a questi incapaci di distinguere architettonicamente parlando un cocomero da un grappolo d’uva devono essere attribuite le colpe maggiori.
    Ma certamente non è questa la politica, nè la cultura , nè l’Amministrazione che può permettersi un tale lusso … e allora?
    Ma che “ nun se sapeva” cosa avrebbe costruito, non avevano compreso gli elaborati, a che pensavano?
    O le rotture di “cazo” della gente riguardano solo i soldi?
    Perche se così fosse … AUGURI!
    E, allora?
    Allora, certo, … sono tutte cose che sappiamo …!
    Ma certamente … tutti quelli che si divertono ora a inarcare con aria di sufficienza il sopracciglio o ad alzare il braccio facendo il magnifico gesto, specialmente taluni presunti architetti, sappiano che sono i primi a prenderlo in “quer posto” … in silenzio … da mediocri … come un poco tutti noi.
    Ma di questo che ovviamente aprirebbe un discorso anche più ampio sullo stato delle cose … non importa niente a nessuno …
    In cosa si concretizza tutta questa “aspirazione” alle cose semplici, intellettualmente e materialmente oneste, che si libra eterea nell’atmosfera “archiuoccica” ?
    Questi “articolicchi” di queste “evidentemente testaticchie” meritano la Platea che gli si offre … niente di più!
    *** “E’ UN SERVIZIO TAKE AWAY CULTURE” ***
    Ma qualcuno che deve “rompe le palle … ce dovrà pure esse’ … o no?”
    Si! … “da coglione” … “diranno i miei piccoli lettori …”
    E vabbè …
    aoh! A Roma se dice “a chi tocca nun s’engrugna!”

    • Francesco ha detto:

      Certo, possiamo benissimo ravvisare un concorso di colpa fra architetto e committente per ogni schifezza che viene costruita, però se te costruisci un arco ribassato a Venezia e poi ti stupisci delle conseguenze (E Calatrava è un ingegnere) un minimo di responsabilità dovrai pure assumertela…altrimenti si può sempre richiedere un amministratore di sostegno per ogni architetto cui venga commissionata un’ importante opera pubblica.

      • sergio de santis ha detto:

        In linea generale l’osservazione sembrerebbe non fare una grinza … sono quindi in parte d’accordo … pongo però alla tua attenzione alcune procedure che devono essere osservate nel procedere alla esecuzione di qualsiasi opera pubblica e che riguardano la garanzia assicurativa che chi costruisce l’opera deve rilasciare all’amministrazione pubblica … tale assicurazione che ha validità dieci anni e che riguarda sostanzialmente le parti strutturali dell’opera, quelle che potrebbero cioè portare alla “rovina” di quanto realizzato, copre i difetti di realizzazione e non gli errori di costruzione generati dalla cosidetta “progettazione insufficiente o errata” … quella deve essere coperta dal progettista … fin qui tutto chiaro ed anche abbastanza semplice da comprendere … sbaglia la società esecutrice … paga la società esecutrice … sbaglia il progettista … paga il progettista …
        C’è però un piccolo particolare che forse non tutti conoscono ma che fa la differenza … fa la differenza se ti ci trovi a doverlo affrontare …
        Per poter stipulare una polizza assicurativa a copertura degli eventuali danni subiti dall’opera per carenze di costruzione è necessario produrre una certificazione di un ente terzo, autonomo, per esempio R.I.N.A. che viene designato per portare a termine controlli in fase di esecuzione e quindi sin dalle prime operazioni di esecuzione dell’opera. Questo ente terzo dovrà non solo certificare che l’opera è stata ben costruita conformemete a quanto descritto nel progetto strutturale ma anche che il progetto strutturale sia ben concepito e questo al fine di evitare comunque problematiche future alle compagnie assicurative …
        questo ha un senso …
        nessuna compagnia assicurativa vuole assicurare un progetto che non sia sicuro …
        poi ovviamente anche le compagnie assicurative sbagliano e le cose vanno come vanno.
        Insomma rilasciata questa certificazione che ci dice tutto è a posto nella documentazione e nella esecuzione , quindi ad opera eseguita, l’assicurazione rilascia la polizza.
        Ma …
        Vogliamo comunque parlare della conferenza di servizi nel quale ovviamente è presente anche il genio civile?
        Vogliamo parlare dell’alta sorveglianza sulle opere?
        Vogliamo parlare di collaudo in corso d’opera?
        Tutti questi che fanno? Dormono?
        Tanto è che il giudice che ha chiamato a rispondere il “maestro” Calatrava di quanto è successo si è portato appresso tutta una serie di altri “operatori” nell’ambito del procedimento … e non poteva essere altrimenti!
        Ma questo ovviamente no fa notizia …
        Tutti a prendere per il culo il “maestro” al quale prima appresso sbavavano …
        Con ciò non voglio dire che queste, come le chiamate archistar, non possano avere come tutti colpe nella realizzazione di qualcosa … ma in fondo questi che fanno? Forse la parte meno complicata … si inventano una forma qualsiasi del cazo (se veramente lo fanno) e poi tutti gli altri a lavorare … ma è evidente che quando parliamo di grandi progetti i rischi sono maggiori e che il sistema che ruota attorno alla realizzazione dell’opera non può essere altro che doverosamente molto complesso … se si vuole il sensazionalismo si rischia anche in maniera sensazionale … e le palle per rischiare in maniera sensazionale ce le hanno in pochi …
        I molti, tutti quelli che restano, si cagano addosso, e a chi capita sa di cosa sto parlando, già nella semplice costruzione di edificio per appartamenti da 3 o 4 milioni di Euro con tutti i problemini che una costruzione del genere si porta appresso … parlo ovviamente di quelli che il coraggio di metterci la firma sotto ce l’hanno …
        il resto sono chiacchiere…
        Infatti …
        Guarda Francesco, ti dirò ..non sarebbe male andare a vedere un poco in tutte queste grandi opere, per esempio a Roma, chi ci ha messo le firme e chi no, quella importanti, quelle con le quale si rischia …
        E un paio di domandine in mente ce le avrei … ma lasciamo correre …
        Temo che di queste cose di cui si parla in maniera diciamo leggera, non si conosca altro che una verità molto parziale.
        Ma l’importante è cazzeggiare sapendo di stare a farlo …
        Poi certo … ci sono anche i poveri coglioni …

  2. Massimo V. ha detto:

    “Siamo di fronte ad uno stupefacente fiorire di invenzioni che inducono a spostare la riflessione su un altro terreno. Possiamo ravvisare lo sforzo di una nuova alleanza tra ingegneria e architettura.
    Potremo vedere una trasgressione di quella ferrea dicotomia che divide da più di due secoli il dominio della costruzione tra le competenze rivaleggianti di architetti e ingegneri.”
    Pierluigi Nicolin
    Lotus International, n°45, 1988.
    In epigrafe alla monografia di Frampton e Nicolin edita nel 1989 da Gustavo Gili.

    Per non parlare del numero 57 de El Croquis, anch’esso monografico, “Santiago Calatrava 1990/1992”, del 1992.

    Entrambi acquistati a caro prezzo quando il nostro sembrava essere il nuovo dio in terra dell’architettura: amato da tutti, nessuno escluso.

    E ora siamo qui a raccoglierne i cocci.
    Lo stesso per Botta, Gehry, Piano (ma anche Fuksas, of course) e chi più ne ha più ne metta.
    Si salverà, alla fine, qualcuno dalla furia iconoclasta del web?
    Colpa del “sistema”, come scrive Sergio (che, tra parentesi, spero sia fuori dalla modalità “insulto gratuito” che lo prende sotto Natale e che quindi, come dice il nostro comune amico, “si contenga” – perché, che lo sappia, tra SDS e TDC il passo è breve … (che assist…)), oppure dell’opinione pubblica, amplificata appunto dal web, dalla sua parte oscura (che è la predominante) fatta di malanimo e invidia, frutto di frustrazione e cattiveria (quella che qualcuno definiva come la cattiva coscienza e la morale del risentimento).
    Un architetto contemporaneo che si salvi da queste forche caudine digitali esiste?
    E se sì, chi potrebbe essere?

    • sergio de santis ha detto:

      Per me il passo sará pure breve, per te però, specie se continui, si direbbe compiuto…
      pensa alle cose tue e finiscila di “sfrugugliare” c……e!
      La grandezza di certi assist a “cazzo”!!!

  3. sergio 43 ha detto:

    Ben centrato! Dritto al cuore del problema! Se oggi la committenza in genere e quella italiana in particolare è quella che è, vanagloriosa, ignorante e spendacciona , questi sono i risultati!
    Invece sui giornali, servi come sono con giubilo canagliesco di quella stessa politica committenza, è tanto più facile prendersela con gli architetti che, se lasciati soli, sono gli eterni ragazzini che hanno fatto le prime prove lavorando di incorrotta fantasia con i pezzettini di legno gialli, rossi e blu che trovavano nelle caze…pardon!…nelle “calze” della Befana. E’ legge di natura storica che a grandi committenti corrispondano sempre grandi architetti. Invece questi di oggi sono eletti per chiamata diretta o con il trucco dalle segreterie dei partiti che poi, ignavi e incapaci di controllo, girano la testa dall’altra parte fino al botto finale, intanto mica pagano con i soldi loro!.
    E’ una Porcata!
    BIGNA RIFA’ LA LEGGE ELETTORALE!!!

  4. sergio de santis ha detto:

    Ovviamente nel rispetto di una reazione proporzionata all’azione …

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