“Giochino per Archiwatch:
La sede dell’Accademia Georgica a Treia di Giuseppe Valadier:
Ma perché l’architetto ha schiacciato la facciata in questo modo?!
Io la riproporzionerei e rifarei così… un po’ più slanciata, alla francese…
Saluti”
Tommaso Dore
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Credo che avesse i suoi buoni motivi oppure non aveva abbastanza ponteggi ! oppure non aveva le maestranze giuste oppure …….ma noi ci permettiamo di dire al Valdier quello che avrebbe dovuto fare …… ma pensiamo un po’ a quello che facciamo noi che non mi pare né snello né slanciato e manco tanto architettura solo tanta robaccia edilizia da palazzinari!!!
Clic! Scattano lontani ricordi!. Nel suo corso, nei lontani anni ’60, il Prof (?) Aprile ci fece rilevare e misurare non so quanti edifici del nobile periodo Rinascimentale e post-Rinascimentale. Alla fine del corso ci dimostrò che, nei secoli in questione, il canone principale nella distribuzione e composizione degli elementi di facciata dell’epoca era la “Sezione Aurea”. Roba classica, roba nostra, roba che i francesi, al di là di assorbire, tramite le loro Accademie in Roma, i dettagli decorativi neo-classici, non potevano comprendere. Da quei lontani insegnamenti, rimango dell’opinione, oramai introiettata, che, come in questo caso, l’Accademia Georgica a Treia di Valadier trovi la sua naturale ragione compositiva in quella “divina proporzione”. Nulla osta che una Academie Georgique (?) progettata da qualche “pensionaire” di ritorno in Ile de France, necessiti di un più pronunciato slancio verticale. D’altronde siamo a Nord delle Alpi e la luce assume un valore progettuale che in ambito mediterraneo ha meno rilevanza rispetto al rispetto del canone.
Mi chiedo spesso, in maniera sotto pelle, se per caso, quando una cosa mi attira, la “sezione aurea” non c’entri in qualche modo e se anche adesso non sarebbe male che un nostro progettista, non in maniera meccanica ma istintiva, ne tenesse conto.
(Ma guarda la memoria! Mi sovviene che per il Corso del Prof Aprile rilevai Palazzo Cavalletti in Piazza Campitelli, almeno, in altezza, fino al primo cornicione. L’ultimo piano è una elevazione post unitaria, quando tutti i palazzi della Roma papale si sopraelevarono, per motivi speculativi, di un piano. Aoh! E mò basta! Questo mi ricorda una bella mostra nei Mercati Traianei in cui un bellissimo, enorme plastico dimostrava questo snaturante fenomeno di generale sopraelevazione mettendo a confronto le due Rome.Chissà che fine ha fatto quel plastico che in qualche modo si poneva in dialogo con l’altro del Museo della Civiltà Romana. Ah, se avessimo un Museo esaustivo sulla Storia della Città, importante, per esempio, come quello che ha la “Ville de Paris”)
guarda che è più bello l’originale, c’è una più giusta gerarchia tra i piani: 1, 2/3, 1/3