Un pensiero per il professore Giovanni Carbonara di Maria Grazia Turco

Diplomi alla Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio. Foto di Licia Genua (per gentile concessione).

Un pensiero per il professore Giovanni Carbonara

Il giorno 1° febbraio è venuto a mancare Giovanni Carbonara (Roma, 27 novembre 1942 – Roma, 1° febbraio 2023), professore emerito della Facoltà di Architettura di Sapienza Università di Roma, architetto e autore di numerosi saggi, contributi e volumi sulla storia dell’architettura, sulla teoria del restauro e sul restauro architettonico (La reintegrazione dell’immagine, Roma 1976; Avvicinamento al restauro. Teoria, storia, monumenti, Napoli 1997; Trattato di restauro architettonico, 12 voll., Torino 1996-2011; Che cos’è il restauro? Nove studiosi a confronto, Venezia 2005; Architettura d’oggi e restauro. Un confronto antico-nuovo, Torino 2011, Moderno e Antico: l’unità teoretica e pratica del restauro, intervista 2022 e molti altri ancora); una produzione scientifica, quindi, ricca e articolata, che ha segnato la teoria e l’operatività del restauro contemporaneo, a livello nazionale e internazionale.

A tale proposito si vuole ricordare, in questa occasione, anche un suo contributo, forse poco conosciuto, dal titolo Alcune riflessioni sul restauro della chiesa di S. Giorgio in Velabro (Roma, 2002), in cui, insieme con Gaetano Miarelli Mariani e Paolo Marconi, anch’essi esponenti indiscussi del restauro architettonico della seconda metà del Novecento, in un confronto armonico e dialettico, riflettono su “questioni disciplinari”, su aspetti teorici oltre che sui criteri per la ricostruzione del portico di S. Giorgio in Velabro, dopo l’attentato nella notte tra il 27 e il 28 luglio 1993; un atto tragico e vandalico che, in quel momento, secondo le parole di Carbonara, ha “sollevato un difficile problema di restauro, arduo nelle sue implicazioni teoretiche e di metodo relative a come e quanto reintegrare, a come e se rispettare l’autenticità materiale e la distinguibilità di antico e nuovo” (p. 2).

Il professor Carbonara è stato anche Direttore della Scuola di Specializzazione in Beni architettonici e del paesaggio di Sapienza Università di Roma, dal 1995 al 2013, oltre che: continuo riferimento culturale per il Ministero della Cultura (MiC) in qualità di componente del Consiglio Superiore per i Beni Culturali e Paesaggistici; Presidente del Comitato tecnico-scientifico per i Beni Architettonici e Paesaggistici del Ministero della Cultura fino al 2018; commissario del Ministero degli Affari Esteri per la costruzione e il restauro delle ambasciate d’Italia all’estero; e componente del Comitato Scientifico della Soprintendenza Speciale Archeologia, belle arti e paesaggio di Roma; membro del Consiglio Scientifico dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro (ISCR).

Nel 2008, inoltre, è stato insignito della Medaglia d’oro ai Benemeriti della Cultura e dell’Arte conferita dal Presidente della Repubblica. Importanti e continui i rapporti internazionali impostati insieme a istituzioni e Atenei stranieri con lezioni presso la Scuola archeologica Italiana di Atene, con contributi presso il Corso Internazionale sulla Conservazione Architettonica del Patrimonio Monumentale e dei Centri Storici (ICCROM-Ministero degli Affari Esteri), presso l’Universitat Politècnica de Catalunya, presso l’Accademia di architettura di Mendrisio-Università della Svizzera italiana, e attraverso continui confronti e dibattiti con l’École de Chaillot-Cité de l’Architecture et du Patrimoine di Parigi. Altrettanto significativa e attenta è stata l’attività di consulente o curatore di numerosi progetti di restauro su edifici e complessi monumentali, tra tanti si ricordano: la Biblioteca Classense di Ravenna; l’Arco di Augusto, le mura romane e la torre medievale di S. Elena in Fano; le mura urbiche dell’Aquila; il complesso dei SS. Quattro Coronati, la chiesa di S. Stefano Rotondo e la cappella di papa Pio IX nella basilica di S. Lorenzo fuori le mura a Roma.

La sua attività accademica e di ricerca, portata avanti con grande passione e dedizione totale, è stata, e sarà, un caposaldo di riferimento per studiosi e ricercatori che intendono approfondire le tematiche del restauro e dell’architettura; il professor Carbonara è stato ininterrottamente disponibile, attento e generoso con gli studenti e i giovani allievi che hanno sempre apprezzato e tratto preziosi insegnamenti dal suo patrimonio di conoscenze, dalle sue intuizioni ma, soprattutto, dalle sue stimolanti e raffinate riflessioni, impostate su discussioni paritetiche e interdisciplinari.

Del resto, la sua gentilezza, la sua sensibilità e la sua esperienza hanno guidato e formato, in oltre cinquant’anni di attività, numerose generazioni di studenti e ricercatori non solo a Roma e in Italia ma anche in molti altri paesi. Sempre attento all’attualità e all’evoluzione della disciplina, avevamo recentemente concordato di dedicare un numero della rivista “L’ADC. L’architettura delle Città”, fondata dalla Società Scientifica Ludovico Quaroni (2010), al panorama odierno della cultura del restauro, che oggi si presenta ancora più complesso che nei decenni trascorsi, viste le diverse articolazioni e connotazioni che lo riguardano: dal monumento alla città, dal paesaggio agli aspetti tecnici, dagli interessi economici a quelli sociali. Proposta che il professore ha subito sostenuto con grande entusiasmo, ritenendo opportuno, proprio in questo momento, approfondire alcuni aspetti del dibattito attuale per cercare di comprendere al meglio le diverse “anime” che si muovono all’interno della disciplina del restauro, ma che fanno tutte capo alla comprensione, al rapporto con la storia e al riconoscimento del valore di qualsiasi preesistenza.

L’obiettivo condiviso, con i curatori del volume, era proprio quello di raccogliere il vivace moltiplicarsi delle interpretazioni delle proposte teoriche e metodologiche consolidate, secondo differenti sensibilità e linee di pensiero, a seguito della spinta prodotta dai continui affinamenti scientifici e tecnologici, dell’inclusione della sostenibilità ambientale tra i principi di intervento e dell’allargamento di prospettive (qual è, per esempio, l’accento posto sulle persone e sulla “comunità di patrimonio” nella Convenzione di Faro), senz’altro tutte sollecitazioni che hanno dato luogo a nuove, diverse modalità operative. Un atteggiamento, quindi, sempre attento alle novità, all’evoluzione culturale, estetica e tecnologica.

In conclusione, possiamo affermare che il suo impegno continuo e concreto, oltre alla capacità di intessere relazioni e scambi culturali di altissimo livello, al suo approccio istituzionale colto e garbato, alla grande capacità di saper individuare e potenziare le esperienze scientifiche sia della Facoltà di Architettura, dove ha insegnato per molti anni, sia della Scuola di Specializzazione, hanno saputo conquistare una posizione di primaria importanza nel panorama nazionale e internazionale.

4/ 2 / 2023

di MARIA GRAZIA TURCO

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