waferboards su: UN BER PAVIMENTO DE TRAVERTINO …
“vorrei fare una provocatoria riflessione..
Demolire la strada per unificare i Fori e creare il più grande parco archeologico al mondo è un’idea, lo ammetto, molto affascinante…ma poi?
Poi bisognerà pagare il biglietto per passeggiare tra le rovine romane? ed ancora.. come si camminerà tra questi capolavori? da piazza Venezia all’ Appia Antica ci sono chilometri…tra i capolavori…ma pur sempre chilometri…come ci arriveremo? come ci andranno i turisti?
A proposito dei turisti…facciamo tutto questo per loro…ma perché? se costruissimo nel centro di una qualsiasi città un parco giochi di svariati ettari…sono convinto che gli intellettuali inorridirebbero…eppure in questo caso si cerca di fare una cosa molto simile…
E la città? quella voragine di non città che si verrà a creare che conseguenza avrà sul resto?
e ancora….perchè il Foro Romano merita un parco archeologico..mentre la Roma Barocca no?perchè la testimonianza dell’architettura romana va ripristinata mentre la strada fascista va demolita? e perché non demolire, ad esempio, anche la chiesa di San Lorenzo in Miranda per riportare alla luce l’antico tempio di Antonino e Faustina dentro il quale è costruita?In questo senso sono molto in linea con quanto afferma l’ex sovrintendente Broccoli che peraltro ho in passato avuto modo di contestare..
http://roma.repubblica.it/cronaca/2013/10/31/news/broccoli_ma_quella_strada_gi_un_monumento_in_s-69880679/
Infine mi domando…gli archeologi hanno sempre ragione? l’archeologia ha deturpato le città? che differenza c’è tra uno scavo e una demolizione?
Ad esempio…visto che ci preoccupiamo esclusivamente di rendere la città attraente per i turisti.. vorrei dire una cosa….il Colosseo fa schifo…e Fori anche di più!
Si avete capito bene… per un turista l’Anfiteatro Flavio è una splendida scenografia in fondo a un viale trionfale (ed è vero!) e i Fori, con le loro rovine, sono un paesaggio..ma entrandovi e visitandoli rimangono spesso delusi!
Questo perché lo scavo archeologico…i resti…i basamenti delle colonne o qualche pietra…persino un anfiteatro a cui è stato rimosso il terreno sono illeggibili (tutto ciò è ulteriormente complicato dalle differenze tra la città romana e quella dei giorni nostri, la mancanza di prospettive etc..)
la roma ottocentesca…con le rovine che emergevano tra i prati verdi era turisticamente molto più appetibile..
Sul bello direi che si deve sospendere il giudizio..perchè in nessun luogo al mondo più di questo abbiamo la dimostrazione di come il concetto di bello sia relativo nel tempo e assolutamente legato al contesto storico urbano“
Considerazioni più che legittime in linea generale, ma, ripeto, nella fattispecie la questione è molto più semplice. Nell’ ordine:
1) nel caso non se ne fosse accorto, l’ area in questione è già una “non città”, utilizzata solo dai turisti per andare dal Colosseo a piazza Venezia, quindi demolire via dei fori imperiali non avrebbe un effetto negativo sulla “vitalità” dell’ area…
2) Non è l’ archeologia ad aver rovinato le città, si fidi. Provi a parlare con qualcuno che non sia architetto e vedrà a quale categoria attribuirà la responsabilità costui…l’ importante è che questo qualcuno sia una persona sincera (Ci tengo a precisare che non voglio offendere nessuno e che non sono un archeologo!)
3) se la nostra civiltà non sa più decidersi fra uno stradone ed i fori imperiali (perchè tanto il bello è relativo) vuol dire che essa non ha proprio più nulla da dire
Le problematiche teoriche, qui ampiamente riportate, sono la copertura impietosa di un giro d’affari non chiarissimo (…non lo sospettavate..vero ?…) e che, per di più, ha una fortissima probabilità di finire in parapetti di inox con gagliarde funicelle, scivoli per handicappati di cristallo di boemia (…solo per via del costo…s’intende…) segnaletica da ospedale psichiatrico ed altre amenità non difficili da desumibili dalla necessità di sistemazione, dalle imprescindibili norme ENPI ANPI OMPI UMPI.
Volete tutto questo ?
Allora, pittosto che stanare la selvaggina affinchè compagni di merende del potente di turno mettano qualcosa nella bisaccia (…vedasi sistemazione della piazza di Augusto…), è meglio lasciare tutto com’è e smontare l’ambaradam mediatico.
Coi marciapiedi scalcinati, l’asfalto rattoppato, i tombini del governatorato e via dicendo.
Sarà meglio che farsi prendere per l’ennesima volta per i fondelli. Come succede regolarmente ogni volta che il cittadino s’indigna e s’impegna, promuove e disfà, l’astuto amministratore democratico-giacobino legifera, stanzia e mette in conto ( …al contribuente…spero si intenda…). Non siamo nell’Atene di Pericle o Alcibiade in cui i cittadini tenevano per le palle la classe mercantile e facevano il bello ed il cattivo tempo. Qui è esattamente il contrario: gli operai sono ostaggio dei padroni che li sventolano per ottenere denaro pubblico.
Almeno fintantochè queste bande non lasceranno il pomerio (… facendo meno bottino possibile… ) e le casse si saranno rimpinguate (…. con altre sovvenzioni statali…non immaginatevi riprese d’alcunchè per i prossimi decenni….).
Saluto
Lette queste terribili considerazioni, un po’ per ridere un po’ per non morire, citiamo il grande Legnoso: “Il passato e’ remoto, il presente e’ relativo e neanche
il futuro sta molto bene”.
(Scusi, Prof! Ma che cosa e’ rimasto delle cose in cui abbiamo creduto? Credevamo avessero un senso e adesso sono solo un cumulo di ruinose macerie come neanche dopo un ingresso di barbari e/o lanzichenecchi?)
(Scusi, Prof. Mentre hanno chiuso le luci della corsia del reparto, il volto illuminato solamente dal quadro dell’IPad, mentre attendo al buio il risultato dei giallorossi, posso, dopo il Legnoso, citare un altro grande cinico, il grande McCormick?….”Non e’ piu’ un paese per vecchi”)
Non credo che si possa affermare che Via dei Fori Imperiali e gran parte dell’area archeologica centrale di Roma siano una “non città” utilizzate solo dai turisti. Molti, come me, l’hanno vissuta da studenti, da frequentatori di biblioteche come quella di Piazza Venezia, da semplici cittadini che amano queste rovine che li hanno visti crescere.
Anche il Foro Romano, prima di essere chiuso con tornelli e cancellate, era accessibile ai giovani delle vicine facoltà di Ingegneria e Architettura e dei licei storici come il Cavour, per una passeggiata, una lezione all’aperto, una merenda sotto il piacevole sole autunnale, una campagna fotografica alla scoperta di una vecchia Reflex. Erano veri e propri parchi, non parchi archeologici, ma semplici parchi, dove la gente va per godere del clima e degli spazi, e quelle rovine, essenza di quegli spazi, sapevano comunicare anche a chi non conosceva la loro storia e non ne sapeva leggere forme e funzioni. Quella bellezza, quella maestosità, quella testimonianza di sapienza costruttiva, in qualche modo hanno saputo plasmare l’anima di chi li ha frequentati, magari con l’aiuto di un semplice libro di storia dell’arte o qualche paragrafo su un sussidiario.
Già in queste condizioni, martoriate dalla noncuranza, non certo dei tecnici e degli addetti, che fanno i salti mortali con i pochi fondi a loro disposizione, ma della classe politica tutta, quelle rovine svolgono la loro altissima funzione, quella di educare alla cultura, all’amore per la storia, alla sensibilità per la bellezza.
Al di là del giudizio estetico (ma poi si può dire bella o brutta una strada?) e del suo indiscusso valore storico, Via dei Fori Imperiali è prima di tutto una strada e appartiene ai cittadini, attraversa l’area archeologica, collega due parti importanti di città, e permette che questa sia integrata in qualche modo con le rovine. Eliminarla o chiuderla in una area recintata che diventi “parco” a pagamento per i turisti sarebbe il peggior delitto: significherebbe tagliarla fuori dalla città, insieme a tutte le testimonianze che la circondano, e soprattutto, tagliar fuori i cittadini.
Siamo stanchi di sentir confondere in continuazione cultura e turismo e siamo stanchi di vedere il nostro patrimonio diventare, anziché sempre più fruibile per tutti, sempre più riservato all’uso esclusivo dei (facoltosi) turisti.
Ci sono tante cose da fare, pedonalizzare (sul serio e per tutti!), restaurare e mettere in sicurezza i ruderi, installare pannelli esplicativi, creare percorsi sicuri e accessi. Tutte cose che gli addetti già fanno, con le poche risorse che ci sono, e di cui nessuno parla. In fondo, che interesse può suscitare la semplice manutenzione rispetto alla demolizione di una grande strada, per giunta di epoca fascista?!?
Le radici dell’impotenza ! Le ragioni dell’insipienza. Risultato sarebbe : 0, come ogni pratica masturbatoria.