ELDORADO su: “Arte e Mestieri” … persi per sempre …
“Nooo, struggenti e di-struggenti foto di domenica mattina, prima della santa Messa. Non si fa!!
Piango, ne ho pubblicate di simili per Napoli. E’ incredibile quanto siano simili i gesti, le pose, le attrezzerie … Guardo quei giovani ritratti operosi, (avranno poi fatto veramente gli artigiani? O son finiti carabinieri, postali, emigranti, …. chissà?). Studio un po’ queste foto, quei lavori “persi per sempre”, … ma non così gli apparati: la burrocrazia d’Italia non muore.
Ho digitato al’uopo, velocemente, per curiosità: “Corso maestranze” Gravina di Puglia.(Ente Pugliese per la Cultura Popolare e …) E’ uscita la scheda storica complessiva del settore (che segue). Quella dell’Ente pugliese di cultura popolare ed educazione, che non è morto.
Leggo che la partenza era stata dal Nord fattivo, sempre Bianchi docet, dall’Umanitaria di Milano, ed era arrivata nel 1923 fino a Bari e -magari, anzi certamente, recuperando esperienze comunali pre-1923- fino a Gravina di Puglia, fino alla Cerignola bracciantile di Di Vittorio ….
Leggete bene per me e fatemi sapere, io devo scendere.”
Saluti






Caro Eldorado
innanzi tutto devo dichiarare che ho pensato a queste foto dopo il tuo post sulla “morte dell’artigianato”.
Purtroppo bisogna affermare che, come si può dedurre dal sito dell’ente in questione, quello che resta di quelle scuole, sia dal punto di vista didattico-organizzativo, sia da punto di vista fisico…oggi non è lontanamente paragonabile…al loro posto ci sono dei “corsi di formazione” (con tutto quello che rappresentano) per casalinghe e qualche disoccupato. Certo meglio di niente…
Caro mio, che ti devo dire? Hai ragione.
Quando nell’artigianato (come altrove) entrano in mezzo i sindacati di categoria, gli enti regionali, i corsi di formazione, l’elezione dell’assessore di turno, la malavita politica, ecc. ecc …. stai pur sicuro che l’artigianato diventa arte applicata a fottere. Corsi di alta specializzazione contemporanea all’imbroglio organizzato. Sparisce lo spirito artigiano e entra di forza il ceto parassitario, quello della burrocrazia modello “ultimo tango a Gravina”.
Ma non ti deprimere per questo. L’artigianato non muore, non può moire: prende altre vie.
Proprio oggi su Radio3 ho ascoltato alle 15.oo una bella intervista a Nicola Piovani.
Come sai è un gran pianista, compositore e direttore d’orchestra. “Celebre autore di colonne sonore – leggo su Wikipedia- ha lavorato con i maggiori registi del cinema italiano, vincendo il premio Oscar per le musiche del film “La vita è bella”.”
Ma bisognerebbe aggiungere che Piovani è anche un grande amico dell’artigianato. Egli stesso si definisce artigiano. La vita artigiana è bella!, ci dice.
Ti ricostruisco quindi un brano dell’intervista, per come me la ricordo ora:
Piovani: … un giorno m’infilai di soppiatto in una sala di registrazione, … sbirciavo Morricone, un grande, grandissimo … io assorbivo, rubavo, …
Intervistatore – … ma qui parliamo allora di Arte …
Piovani: … No, parliamo di materia … di materia artigiana: se non c’è artigianato non c’è poetica … l’artigianato è la base, viene prima di tutto. … Morricone fa della materia dell’artigianato la base del suo lavoro, della sua poetica….
Ecco, ad esempio, ora ricordo: un pomeriggio gli telefonai … mi fece andare a casa sua … fu un corso accelerato, un master, indimenticabile … quel pomeriggio capii tante cose, tutte cose artigiane: non parlammo di ideologie, di arte, di tendenze, di mode, di inciuci, di gossip, ma solo di crome e biscrome, di come aveva fatto per ottenere quell’accordo, quell’attacco, quello stacco .. e poi … e poi ….” così, .. così, … così”, come recitò l’artigiana Filumena Marturano di Eduardo, a suo tempo.
Ciao, Eldorado