Cassandra e il muro del Pincio …

Il crollo del muro al Pincio

 “Cari amici, può darsi che il crollo del muro al Pincio non sia dipendente dagli scavi per il nuovo collegamento al parcheggio. Può darsi anche che non dipenda dai lavori scriteriati sul piazzale, con i sondaggi e i carotaggi che sono andati a sfruculiare le falde acquifere esistenti, numerose e copiose come tutti avrebbero dovuto sapere. Però, se per caso dipendesse da ciò o da qualche concausa, i responsabili dei lavori e dei progetti non potrebbero dire “non lo sapevamo, non era prevedibile”. Glielo avevamo cantato in tutte le lingue, Italia Nostra, noi di Roma Tiberina, tutti i nostri amici ingegneri, architetti e studiosi che si opponevano a quelle manovre.
Dalle immagini degli anni scorsi (basta vedere Google Earth) si nota come l’ambiente che compare nella foto allegata sia perfettamente asciutto. Da alcuni mesi, invece si notano rivoli d’acqua perenne sgorgare dietro le statue. La prima denuncia è partita da Angelo Di Castro, il papà di Francesca, autore dell’articolo che vi anticipiamo, in uscita tra poco su Voce Romana di settembre-ottobre. Avremmo dovuto pubblicarlo due mesi fa, nel numero di luglio-agosto, invece per troppo scrupolo abbiamo aspettato, per controllare se con la siccità di luglio l’infiltrazione sarebbe cessata: invece, continua come sempre. Allora, forse, sarà il caso che i “tecnici” addetti controllino con cura. Magari anche senza ammettere che un perdita così eclatante da insospettire i cittadini comuni, avrebbe dovuto metterli sull’avviso…
Noi, ad ogni buon fine, vi spediamo il tutto.
Caldi e cordiali saluti.

Sandro Bari e Francesca Di Castro

VC RM settembre 2012 articolo igea

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3 Responses to Cassandra e il muro del Pincio …

  1. ettore maria mazzola ha detto:

    cari Sandro e Francesca,
    appena ho sentito la notizia alla radio, anch’io ho messo le due cose in relazione.
    Come diceva Andreotti: “a pensar male si fa peccato … ma spesso si ha ragione!!”
    Spero che vengano fatte le dovute perizie, e che le stesse non vengano viziate ….
    Intanto, anche se questo “regalo al Pincio” lo aveva lasciato il suo predecessore, oggi il servizio al TG è stato davvero umiliante per Alemanno & co. lo hanno davvero ridicolizzato (come merita) dandogli del piagnone al tramonto!

  2. sergio 43 ha detto:

    Della serie: “Ma lasciamolo tranquillo questo centro storico! Nella sua quantità e qualità è stato costruito da giganti (papi, corti pontificie, nobili e popolani, artisti, architetti) cui noi “non siamo degni di slacciare i sandali” (At 13, 22-26) e noi vogliamo costruirci sopra! E come voler trasformare una superba signora, oramai in età ma alla quale le rughe danno una nuova bellezza, con siringate di botulino rappresentate dalla Bara Pacis, dalle trivelle al Pincio, dagli scavi della nuova metro (le vorrò vedere le stazioni a Piazza Venezia, al Colosseo! Mica penseranno di stare a Piazza Annibaliano, che già era degna del suo, poi!). Chi si presta (sindaci, assemblee comunali, assessori e costruttori, chi si definisce artista, chi ha una pergamena de “La Sapienza” incorniciata al muro) a questo scempio è come il chirurgo plastico al quale non interessa che la propria cliente esca dall’ambulatorio con le labbra a canotto, i seni a mongolfiera, gli zigomi a faraglioni. Basta che paghi la parcella! L’unica legge per godere della gradevole presenza di tale nobile signora è amarla, apprezzarla per quello che è stata in gioventù, desiderio di consigliarla con tatto su come mantenersi e manutenersi viva e intelligente. La differenza insomma su come si suicida una parvenù e come si dona una Levi Montalcini.

  3. pasquale cerullo ha detto:

    Ricapitolando:
    «Qui in 15 giorni si sistema tutto. Il problema è che se non si può intervenire in maniera strutturale e continuativa c’è il rischio di altri crolli», quanto detto da Alemanno.
    Mentre Broccoli: «È la diretta conseguenza delle intemperie: prima della neve, poi di un’inverno molto piovoso, a cui si è aggiunta un’estate molto secca. Quindi prima molto bagnato, poi molto asciutto hanno creato il distaccamento di quella che possiamo definire la fodera del muro della profondità di un mattone».
    Alemanno realistico, una volta tanto, Broccoli surrealistico.
    Per Broccoli a Roma dalla costruzione del muro ad oggi, dopo inverni piovosi e nevosi non erano mai seguite estati torride (forse dall’origine di Roma ad oggt)… Però!!
    Quindi in conclusione, secondo il sovrintendente ai Beni Culturali di Roma, la colpa sarebbe della sfiga unica… e per l’unicità dell’accadimento, per altri eventuali e prevedibili crolli monumentali, la scusa (buona per tutte le stagioni) è bella che pronta. Peccato che le mura Aureliane hanno ceduto prima dell’estate secca, perché la causa sarebbe rientrata di diritto nella causa broccoliana. Sarà per la prossima volta.

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