Una delle piazze più importanti del Novecento italiano corre il pericolo di venire definitivamente manomessa …
se esistesse una coscienza collettiva …
un mininimo di conoscenza storica …
un uso civile delle istituzioni …
tutto questo non accadrebbe …
e così un testo studiato, da anni, da tutti gli architetti del mondo verrà immolato al disinteresse, all’arroganza e all’ignoranza collettiva …
qualcuno … passerà alla storia solo per questo … complimenti …






Caro prof. Muratore, il sedicente restauro della Piazza di Sabaudia è l’occasione per aprire un dibattito sul restauro del “modermo”. Molti sono i casi ormai evidenti di opere di architettura moderna restaurate per trasformare gli edifici o addirittura di rifarli. Qui a Napoli è capitato che un edificio della Villa Comunale, progettato da un noto esponente dell’Architettura razionale napoletana, sia stato restaurato modificando e aggiungendo in base a un primo progetto dello stesso progettista, non realizzzato in quanto ritenuto troppo invasivo del contesto paesaggistico. Che oggi con i soliti fondi europei si restauri cambiando i connotati all’opera architettonica, ritenuta esempio di architettura razionale, a me sembra non solo un anacronismo ma anche un’allegra interpretazione del restauro.
Così è capitato all’Arena Flefrea di Giulio De Luca nella Mostra d’Oltrematre in Napoli, da lui stesso abbattuta e ricostruita quando era ancoiora in vita. Tutto ciò mette in discussione anche le competenze degli architetti come paesaggisti, conservatori e pianificatori. A me sembra una vuota etichetta da albo professionale!
Restauro?…penso si possa parlare di manomissione.
Io ti pago e voglio vedere visibile il tuo lavoro!
Mejo scrivere alla Murato’, perchè il linguaggio deve essere questo, a questi livelli:
Io te dò li dindini, che manco sarebbero li mia, e vojo vede er lavoro tuo. Che poi tu lo fai lo stesso perché sei megalomane e devi fa’ vede quanto sei bbrravo e quanto sei fico!
C’è qualcuno che può indicare link dove sia possibile vedere bene il progetto di restauro (con o senza virgolette … il progetto) con anche lo stato di fatto?
biz, io l’unica cosa che ho trovato è questo rendering tratto dalla Fondazione CESAR
http://www.cesar-eur.it/show_articoli.php?nid=261
che non lascia sperare bene, non foss’altro per il solito miserevole arredo urbano ormai in auge per tutte le così dette Piazze d’Italia. Pare che gli architetti non sappiano più fare altro.
Anche la qualità del rendering….lo so che non è direttamente proporzionale alla qualità del progetto (le archistar sarebbero fenomeni) ma, insomma, a tutto c’è un limite.
Purtroppo nulla ci dice su com’era e su cosa cambi negli edifici o nell’impianto generale.
Ciao
Pietro
In base allo “or-render” si direbbe che mettono tante cosine e differenzino la pavimentazione, rammollendo gravemente il tutto.
E’ pur vero che in una piazza conta soprattutto lo spazio, la condizione d’uso, il rapporto fra edifici e spazio, mentre le pavimentazioni e gli arredi vanno e vengono. Quindi forse non è poi così terrificante la cosa.
Può darsi che tu abbia ragione biz ma mi domando: ci vogliono gli architetti per quattro panchine e tre pensiline con i pali storti? Chiamano una ditta e risparmiano sulla notula. Faccio il cinico, ma in effetti tutti i progetti di piazze sono così. O peggio.
Anche quelli dei centri storici di grande pregio. Anche quelle di periferia. Tutte uguali e, soprattutto, trattate come un progetto di arredo di uno spazio privato, un negozio, uno show-room, cioè in base al “gusto” personale. Naturalmente dopo il concorso di rigore: a che scopo, se sono tutti uguali? Mah!
Manutenzione, manutenzione, manutenzione.
Ciao biz
Pietro