Visitate Salerno! …

Riceviamo da Crescenzo salernitano …

e volentieri vi giriamo …

questo commento “No Crescent“: …

“Beh, martire dell’architettura contemporanea mi sembra un po’ troppo: ce n’è così poca qui che, per principio, potrebbe andarci bene tutto. Salvo, naturalmente, i mezzi taralli elargiti con circolare gesto spagnolesco da vecchi sacerdoti di troppo lunga carriera, divenuti incredibili persino a se stessi. Aggiungerei che per un martirio perfetto occorrerebbe pure (spesso) essere vergini, e Salerno in materia cementizia tutto è tranne che vergine.
Ma come spesso accade in questi tempi di tardodemocrazia (non nel senso di decadente governo del popolo ma di governo dei tardi) il problema non è la selvatichezza di gusto del Sindaco decisore: il problema è il consenso datogli per insincera cazzimma (mirabile termine del lessico napoletano, intraducibile, temo: come chiamate voi dalle vostre parti quella particolare inclinazione o abilità a farsi sempre i cazzi propri navigando sott’acqua o lisciando con nonchalance chi può favorirci senza darlo troppo a vedere?) di chi gli nuota sotto la pancia come il pesce pilota allo squalo martello (con o senza falce) e non ha il coraggio di dirgli neppure quando è evidente che esagera: capo, e riposati un poco, qualche volta….
Visitate Salerno! E se non potete farlo venendo sul posto in cui per fare la piazza più grande d’Europa si massacrano pure gli alberi vecchi di un secolo, visitate il sito www.nocrescent.it per saperne di più.
Infine, Grazie per il grido di stimolo lanciato agli intellettuali di qui, fra i quali metterei pure certi comunicatori: sapeste come dormono di gusto nell’afa dell’estate! E se non dormono discettano sulle differenze d’impasto fra la pizza di Napoli e quella di Salerno, su quale sia il vino migliore da berci sopra, e se la mozzarella di bufala è nata prima ad Aversa o a Battipaglia! Naturalmente gli resta sempre Papi, la guerra nel mondo, le insidie culturali del Kebab, i ghiacci che si sciolgono, le cacche dei cani per strada e il buco nell’ozono.”

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3 Responses to Visitate Salerno! …

  1. manuela marchesi ha detto:

    A questo punto di ignoranza endemica e epidemica, è dovere morale e civile sostenere la causa della difesa del nostro Paese dalle brame e dalle velleità dei pubblici amministratori, tutti: dalle aule parlamentari agli assessorati.
    Sempre di grande attualità il famoso articolo di Marco d’Eramo, qualche anno fa sul Manifesto: “Città d’arte come Disneyland”. E aggiungerei “come Castel Romano” (centro comm. alle porte di Roma).
    E siccome l’arte sta anche nella compitezza dei paesaggi e anche nella sommessa dignità delle bellezze meno clamorose, allora questi insipienti ancora non hanno capito che non è necessaria l’opera clamorosa per “riqualificare” un luogo, per renderlo più appetibile…
    E’ la stessa solfa di Urbino, Spoleto e di tanti altri paesi e cittadine che nella loro essenza funzionano, hanno un’economia locale diffusa e sono proprio per questo ancora (per quanto?) vitali.
    Le masse se ne vanno a Roma, Firenze, Venezia, città purtroppo compromesse dallo sciamannume a uso turismo.
    Il turismo di qualità non va a Salerno per vedere l’ultima dell’architettura, o a Urbino per entrare in un centro commerciale: ci va perché sono Salerno o Urbino o Narni o altro del genere. E questo genere di turista, più vicino al viaggiatore, è disposto a pagare il giusto per trovarsi in un posto vero e non nelle simulazioni o nell’omologazione dominante.

    Mai stata a Salerno, io, ma ho firmato ugualmente l’appello per le ragioni che ho appena detto, più altre che vi risparmio…

  2. eduardo alamaro ha detto:

    Bello, simpatico questo messaggio No Crescent salernitano. Cucinato ad arte geradesca con influssi partenopei, parmi. Leggero andante con moto malangoniano, quasi all’Eldorado. Ottimo e abbondante il finale marottiano sulla pizza d’architettura doc tra i due golfi. Capitale irrinunciabile: Sant’Agata sui due volti, chef don Alfonso Jaccarino, (facciamo una sfida, paga chi perde?, nda).
    Entrando in merito al dilemma esposto, direi che il centro storico della pizza napoletana affonda in un sapore altomedioevale dolce e fiabesco. Di impasto sonoro bizantino e greco, con fili (e secondi fili) di mozzarella di bufale ornamentali, fili e fini a se stessi, forse, farsa. Quelle di Salerno global, invece, so’ bufale d’architettura con fini e fili più tosti e decisionisti, perchè di antica origine doc longobarda e poi norma-annante. Credo, cedo.
    Segnalo all’uopo la ricerca in corso al Comune di Napoli, attuale punto di mediazione tra le due scuole di pensiero pizzaiolo storico-architettonico campano. L’assessorato al centro storico di Napoli è stato infatti articolato in due parti di ugual peso: al “cuoco” salernitano Oddati (che sin dal cognome tradisce la sua origine longobarda: Odan, latinizzato poi in Oddo, significa “proprietario”), la responsabilità di direzione politica della cucina; al napoletano Belfiore, (delicato e “bizantino” sin dal cognome), la responsabilità sul versante del “supporto tecnico”. Cioè delal cura dei tempi di impasto, cottura, vetrina e messa in tavola del Grande Programma Centro Storico. Sono in corso le “manifestazioni di interesse” verso questa novità spartenopea dovuta al suddetto originale mix. Vi farò sapere se gli ingredienti sono giusti, se si devono apportare modifiche all’impasto storico-artistico delal pizza, se vi sono sufficienti clienti e “partecipanti”. Soddisfatti o rimborsati. (Ricevuta o fattura? Niente alcolici dopo le due del mattino, nda).
    A suo tempo chiesero a Benedetto Croce qual era il problema dei giovani. “Quello che hann’ ‘a Crescent!”, rispose il filosofo, arravogliando un lembo della suo trattato: “La Pizza in Nuce!” Amici miei del centro storico di Salerno: vuoi dite (giustamente) al sindaco De Luca: “No Crescent!, No Crescerant!”. “Questa pizza non va, è malamente, magnatella tu!”.
    Che vi devo dire?, venite a Belfiorea: è in cottura ‘NA bella pizza dei due golfi. Con modernità compatibile e integrata ai luoghi, forse!
    Saluti, Eldorado

  3. isabella guarini ha detto:

    Appena data notizia delle deleghe assegnate ai nuovi assessori dal Sindaco Iervolino, dopo il ciclone degli arresti di alcuni esponenti della giunta, scrissi che la separazione della delega al Centro Storico di Napoli, tra cultura e tecnica, a me, che sono normanna- irpina. sembrava incompatibile con la inscindibilità degli aspetti culturali da quelli tecnici specialmente per gli interventi nel centro storico. È una questione generale di contenuti e strumenti congruenti. Approfondendo si potrebbe affermare anche che la parcellizzazione delle deleghe va contro lo spirito del PIU, Progetto Integrato Urbano, appunto. Ma non vorrei provocare un conflitto longobardo-normanno- bizantino su un blog romano!

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