Il colore di Roma? … boohh? …

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Riceviamo da Vincenzo Delle Site questa gradita segnalazione che riguarda uno degli aspetti più attuali e comunque, da sempre significativi, dell’immagine di Roma …
il tema del colore di Roma … è argomento probabilmente vecchio come il mondo … e comunque irrisolto da sempre …
anzi … da quando, da più di una trentina d’anni, … se ne occupano a tempo pieno le soprintendenze romane … le cose non fanno che peggiorare …
a vista d’occhio …

condividendo sostanzialmente lo spirito della lettera, …
ve la giriamo quindi volentieri …


“Gentile Professore,
ogni tanto faccio una visita al Suo blog, che trovo divertente ed istruttivo. Le scrivo per segnalarle una curiosità piuttosto interessante che potrebbe esserLe sfuggita.
Mi capita spesso di passare sul lungotevere Aventino, da cui si gode la vista del complesso del San Michele, una delle sedi del rutelliano (ancora per poco) Ministero dei Beni Culturali.
Nel corso degli ultimi anni questo enorme edificio è stato ritinteggiato più volte e sempre un pezzo alla volta, tanto che, girandogli intorno, si possono ammirare svariate coloriture tutte un po’ diverse tra loro. Circa tre anni fa si è deciso di dipingere di nuovo la facciata verso il Tevere. Il colore rosso-ocra originario è stato sostituito con un giallino-crema-uovo sbattuto, molto utilizzato negli ultimi tempi (probabilmente esistono depositi immensi di questo colore chissà dove, e si cerca di spalmarlo su ogni edificio possibile). Questa sostituzione a Roma dei caratteristici colori caldi con squallidi colori chiari nord-europei è una cosa che trovo molto triste, ma forse sono il solo a preoccuparmene.
Per farla breve, montati i ponteggi è iniziata la tinteggiatura, si è poi interrotta, poi è ripresa, poi si è interrotta di nuovo e poi più niente, giunti a metà della facciata evidentemente sono finiti i soldi (oppure sono serviti per costruire qualche ascensore…). I ponteggi sono rimasti lì e, ovviamente, ne hanno approfittato i writers per fare qualche sgorbietto qua e là, all’altezza dei primi piani. Dopo un anno di inattività, con i ponteggi mezzi arrugginiti (che probabilmente sono serviti anche a qualche ladruncolo per portar via i computers del Ministero passando dalle finestre) si è deciso finalmente di smontarli. E ora, chi passa sul lungotevere Aventino può ammirare questo enorme edificio dipinto a metà.
Però…a pensarci bene mi sorge un dubbio. Forse il Ministro Rutelli, da bravo laziale, ha voluto fare una gesto di cortesia verso gli abitanti di Testaccio che, come è noto, sono quasi tutti romanisti incalliti. Grazie a Rutelli, ora possono passeggiare sul lungotevere e godere alla vista di questo palazzo mezzo giallo e mezzo rosso.

Cordialmente”
Vincenzo Delle Site

P.S.: “Ne approfitto per chiederLe un parere su questa faccenda del colore a Roma: ma chi decide i colori? Esiste un piano del colore oppure è tutto casuale? In fondo a me non dispiace che il San Michele sia rimasto a metà, perché preferisco il colore vecchio, che mi sembra più “romano”. Se riesce a sapere come sono andate le cose in questa faccenda, ci aggiorni attraverso il suo blog!”

in effetti sul tema si potrebbe e si dovrebbe scrivere ancora molto …
oltre al troppo e, troppo spesso, inutile già pubblicato …

ricordo, qualche anno fa, un noto sovrintendente … che proprio a questo proposito … ebbe a dire che il colore “scelto” dall’amministrazione “competente” … era dovuto alla “media storica” … delle tinte usate negli ultimi due secoli … e quindi quel color merda di gallina che vediamo un po’ dappertutto … ne sarebbe la risultante …

altro caso … (questa volta a proposito di Restauro del Moderno …) … in occasione dei Mondiali di Calcio del Novanta … il Coni ripittò gli edifici del Foro Italico allora ancora di un bel rosso “Del Debbio” … anche se un po’ ammalorati qua e là …

il risultato è ancora sotto gli occhi di tutti … una specie di violetto-ciclamino-tartan … qualcuno per semplicità aveva consigliato infatti di rifarsi al colore delle piste di atletica (alludendo evidentemente alla terra battuta … alla quale si era naturalmente rapportato lo stesso Del Debbio …) …
peccato che, nel frattempo, le piste fossero state rifatte in materiale sintetico e che il loro colore tendesse inequivocabilmente al violetto …
e siamo stati ancora fortunati che non le avessero rifatte … in plastica verde …

altrove, sempre per rimanere nell’ambito delle cromie “moderne”, si è fatto largo uso di documenti fotografici … in Bianco e Nero …

così va il mondo …

P.P.S.: … per quanto riguarda il San Michele … edificio che oltre al Ministero “competente” ospita paradossalmente anche l’Istituto Centrale del Restauro …
il colore che oggi appare come “originale” …
non ha niente a che vedere con quello preesistente prima dei radicali restauri creativi che hanno massacrato l’aspetto e la sostanza della vecchia fabbrica …

all’epoca … correva anche voce che fossero state effettuate, dai valorosi tecnici dell’I.C.R., delle stratigrafie per rintracciare il colore “originale” …
ma che si fosse optato per tinte più in sintonia con le sensibilità estetiche ministeriali … per l’eccessiva “vivacità” delle cromie antiche …

infatti …

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ringraziamo Vincenzo Delle Site anche per le foto …

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6 risposte a Il colore di Roma? … boohh? …

  1. lorenzo ha detto:

    per ridere… sui colori di trinità dei monti

    http://variazioni.altervista.org/

  2. isabella guarini ha detto:

    Per me il colore tipico di Roma è il giallo ocra. Più che di un colore vero e proprio si tratta di una colorazione dell’ambiente, un’impressione nella luce dorata dei tramonti.

  3. sergio 1943 ha detto:

    Il colore di Roma oramai prevalente é il cilestrino “color dell’aria” ed altri colori pastello da tre metri in su, frutto degli studi e della ricerca sugli intonaci di Paolo Marconi, studi filologicamente esatti ma che hanno cancellato, giusto o sbagliato che sia, non entro nel merito, i colori e le atmosfere che la “Scuola di via Cavour” dei Mafai e degli Scipione aveva esaltato su tela nel periodo tra le due guerre. Al di sotto dei tre metri invece predominano i colori fantasmagorici delle bombolette dei writers. (Accompagnavo in un caldo pomeriggio estivo degli amici inglesi in una tranquilla passeggiata tra via Giulia e San Paolo alla Regola. Capitammo in una piazzetta e gli amici si vollero far fotografare con lo sfondo delle volute barocche di una chiesa e dei balconi fioriti all’intorno. Mi accorsi che, più che altro, alle loro spalle avrebbero predominato scarabocchi, disegni demenziali, tags con i vari “lucas”, ecc. (a proposito, ma chi é ‘sto disgraziato de “lucas”? Non lo si può mettere al gabbio? Gli si dà una cella a Regina Coeli, quattro mura, una bomboletta e lo lasciamo scrivere in pace tutto quello che vuole!). Allora fui costretto a mettermi in ginocchio per poterli fotografare dal basso in alto, escludendo l’attacco a terra degli edifici. Non c’é che dire! Fu per necessità ma in effetti la foto, così scorciata, venne più suggestiva!)

  4. Pilia Emmanuele ha detto:

    Sergio pone un problema molto scottante, che se unito a quello del post diventa drammatico… I wrighters, gli artisti del bronx, che non si sa per quale diletto appestano i monumenti, feat. le sovraintendenze…
    E’ uscito poco fa insieme alla repubblica una articolo interessante sui colori di Roma… Se lo trovo lo posto qui…

  5. isabella guarini ha detto:

    Ieri sono andata a comprare le calze e il negoziante mi ha chiesto: ” Di che colore? “. ” Color cane che fugge”- gli ho risposto. Senza scomporsi da buon commerciante, ha preso dallo scatolo un paio di calze e me le ha incartate. Non ho avuto il coraggio di dirgli che il colore del cane che fugge era una battuta antistress. A casa, ho aperto il pacchetto e ho constatato che il colore del cane che fugge è coloro carne, poco più poco meno. Così potremmo definire il colore di Roma che fugge.

  6. filippo de dominicis ha detto:

    geniale lorenzo…io voto la versione “maggica”, per evidenti motivi affettivi, ma anche lubiana non mi dispiace!

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