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Terre di nessuno, terre di tutti. Aho’ il dibattito langue !
Sono stato qualche giorno di Agosto, proprio a Ferragosto, in Val d’Aosta, ad Aosta e pensavo che qui tutto parla di Augusto meno che a Roma sua dove, nemo propheta in patria,, ancora la tomba è peggio di un merdaio. Ho compreso il grande volto della civiltà romana più tra le Porte Pretorie, gli archi, i ponti, le strade per le Gallie che tutte le proiezioni ai Fori. Ho compreso, in una baita walser sotto il Monte Rosa, che le terre sono di tutti quelli che le rispettano. I tavoli erano occupati da comitive di escursionisti con lo zaino accanto che leggevano compostamente la notizia della morte del Re di Roma e del suo imponente funerale mentre io mi vergognavo come un cane. Rompendo il composto parlottare in varie lingue, sono entrati quelli per cui la terra é di nessuno (accanto ai cassonetti vicino il portone hanno abbandonato, approfittando del Ferragosto, un salotto intero, divani e poltrone, sotto il mio maestoso ailanto) e hanno cominciato a sbraitare: “Ma li mortacci loro….” – “Tutta colpa de Marino che nun conta un cazzo!” . “E perchè? Quello stronzo de Alemanno che ha mai fatto?”. Mia moglie ed io ci siamo alzati, abbiamo pagato sotto la bella scritta in gotico facilmente traducibile, “TRINK, BRUDERLEIN, TRINK”, e siamo usciti dalla baita che era diventata un’osteria.
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Pezzo magistrale di cronaca da cui si capisce che sono le genti a fare i luoghi. Ma i luoghi ci mettono del loro. Una casa bella, ordinata e pulita, e’ forse il maggior deterrente a che gli ospiti, entrando, non sputino sul pavimento buttando le cicche nell’acquario e ruttando in faccia al maggiordomo.
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