“Caro Stefano,
ti ringrazio molto per le buone notizie.
Il trattamento dell’eternit seppure ha ritinto il tetto cancellando il grigio che avvicinava la casa-capanna ai tetti di paglia dei casoni scomparsi della pianura pontina, in qualche modo la avvicina alle coperture in rame delle opere successive di Michelucci. Terribili le finte cornici aggiunte intorno alle finestre e la porta aperta verso il mare distrugge la penombra e l’allontanamento dell’orizzonte voluto dal progettista per chi si trovava all’interno. Va bene. Poca roba. Rimediabile.
Tre delle tue foto evidenziano bene il giochetto metaforico di trasformare una capanna in casa man mano che si volge dal mare alla torre S. Lorenzo. E se da fuori è solo una curiosità, da dentro è realizzato dal volume del tetto e dal percorso coclide che torcono lo spazio intorno al centro del soggiorno. Tutte e sette le invariati di Zevi in un colpo solo.
Anzi sette e mezzo perché il risultato è pure poetico e ottenuto con due spicci.
Scusate se insisto man mano che questo blog diventa sempre più letto rispetto al lontano 2008: ma quand’è che questo spazio tornerà pubblico e visitabile? E’ in area demaniale. Abbiamo anche la destinazione come ambiente per matrimoni laici per il comune di Ardea…
Cosa ancora? quid tum?”
:G
Buon inizio anno.
Grazie Gian Carlo (o Giancarlo?).
Mi piace questo tuo incitamento; su tutto, quel brillante “Rimediabile” sembra concludere idealmente l’anno archiuocciano (o archiuccico?).
E’ questo un litorale maltrattato e appassionante in egual misura.
Enea lo scelse per il suo approdo.
Un matrimonio indissolubile.
Altro che matrimoni civili!
Buon anno,
Stefano