Da Sergio De Santis: …
“Il Maestro … quello vero … in vacanza sul Litorale Domizio …
una rara immagine in cui è ritratto accompagnato dalla moglie e da alcuni amici per i quali pare che fosse solito spesare completamente le vacanze.”
SDS
Da Sergio De Santis: …
“Il Maestro … quello vero … in vacanza sul Litorale Domizio …
una rara immagine in cui è ritratto accompagnato dalla moglie e da alcuni amici per i quali pare che fosse solito spesare completamente le vacanze.”
SDS
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“Ce voleva n’ex pecorara, pe’ dimostrà ar monno cosiddetto civile, che ciò che conta, non è la moda, ma è lo stile. Cocò, se chiamava la donna in questione, che con rara passione, prima ancora de creà un impero, ha dato lezioni de stile ar monno intero. Colei che dar paese della baguette, ha lanciato er tubino nero in piena epoca de lustrini e de pajette. Pe’ tali motivi, nun cià mai avuto bisogno de stereotipi demenziali pe’ nasconne i fallimenti esistenziali. Con il suo impareggiabile acume, sapeva glorificà la donna più comune (cioè non necessariamente anoressica, n.d.r.). Perciò, se ‘na vorta tanto volemo parlà de moda in modo ragionato, io ve dico che è solo Cocò er vero genio incontrastato. In quanto all’artri…Hanno solo scopiazzato!!!”.
Questi miei (improbabili) “versi giovanili” (ma poi neanche tanto, avendoli composti pochi anni fa, dopo aver varcato la fatidica soglia dei trent’anni), mi servono per rendere più incisiva quell’etichetta di anticonformismo generalmente attribuita a personaggi ancora oggi incompresi, a dispetto di un’epoca (la nostra), sicuramente molto meno conformista della loro. Ecco, se proprio dovessi dare una definizione anticonformista di Loos (ossia l’architetto anticonformista per antonomasia), lo definirei il Cocò dell’architettura. Naturalmente, dal punto di vista dell’architettura, il maestro aveva capito tutto con almeno cent’anni d’anticipo. Servirsi dell’urna (ossia di una forma evocativa) come vaso da notte (la cui funzione è sancita da una necessità primordiale, così come la socialità, la trascendenza e l’espressione artistica), non è meno paradossale che servirsi di una “nuvola” come centro congressi, o di tre “vele” come chiesa, o di un (non meglio precisato) accartocciamento di lamiere come museo, illudendosi, con ciò, di aver apposto una propria “firma” nella nostra epoca tecnologica. A conti fatti, i “positivisti” di oggi non sono poi tanto diversi da quelli di ieri. Con ciò appare pienamente giustificato il titolo che, con (profetico) sarcasmo, Loos ha attribuito al suo libro. Infatti, a distanza di un secolo dalla sua pubblicazione, possiamo ben dire che si è trattato di “parole al vento”. “Parole nel vuoto”, appunto!!! E purtuttavia, per quei pochi che hanno recepito il suo messaggio (o, per meglio dire, per quei pochi che non lo hanno deliberatamente travisato a scopo strumentale), non vi è alcun dubbio che la biografia dell’ex lavapiatti (non diversamente dalla biografia dell’ex pecorara), è la dimostrazione, tuttora valida, che si può essere signori pur senza nascere signori, se non addirittura da pezzenti. E ciò è confortante soprattutto in un’epoca miserabile come la nostra (detto con riferimento a quella povertà di spirito che non nasce certo dall’austerity). Ma agosto incombe (a dispetto dell’austerity), e sarebbe inutile, da parte mia, approfondire un discorso destinato, una volta di più, a passare sotto silenzio (sic). Buone vacanze (non necessariamente “archicefaliche”) :)