“Quando scompare un autore che, pur non avendolo mai conosciuto,
consideravi alla stregua di generoso e non risarcibile mentore per
quella fondamentale monografia su Loos, mi si stringe il cuore per
tutto il tempo che avrei dovuto e dovrei dedicare ai maestri
approfondendo tutto quello che li accomuna. Perchè quello che io riesco
a riconoscere identico in maestri lontani e diversi è il «mio».
:G
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Però….
….«V’è forse, in noi Orientali, un’inclinazione ad accettare i limiti, e le circostanze, della vita. Ci rassegniamo all’ombra, così com’è, e senza repulsione. La luce è fievole? Lasciamo che le tenebre c’inghiottano, e scopriamo loro una beltà.»…
SDS
Niente di macabro pero’ potrebbe essere di un qualche interesse verificare se nell’ultimo riposo di un architetto si possa ritrovare traccia di una qualche consequenzialita’ con cio’ che ha prodotto in vita. Di Bruno Zevi sono certo perche’ a lezione ci svelo’ che aveva disegnata la sua lapide in linguaggio anticlassico e antisimmetrico, cosa che verificai quando andai a portare un sasso sulla sua tomba.