Ettore Maria Mazzola commented on: “LA RICCHEZZA DELLE NAZIONI” …
Caro Sergio,
bellissimo post, che non può affatto venir contraddetto da nessuno.
… Altro che “cazzate di un piagnucoloso italiano”, qui si tratta della pura e sacrosanta verità!
Ogni volta che sono fuori dall’Italia vivo le stesse sensazioni e dubbi che hai qui poeticamente descritto.
Mi lusinga leggere il tuo passaggio in cui dici: “Allora capisci meglio il discorso di molti come il Prof. Mazzola anche se ti trattieni dalla sua radicalità”.
E’ qui, forse, che posso contraddirti, io non sono il radicale che sembro, sono radicale solo davanti all’ostinazione di chi si rifiuti di accettare la necessità di non stravolgere i luoghi di questo bistrattato pianeta.
Ai miei studenti dico sempre che non devono ricopiare in America ciò che hanno visto in Italia. Dell’anno in Italia devono mantenere solo il metodo analitico, votato al rispetto dei luoghi e delle persone, in modo che possano procedere analogamente nel loro Paese.
Non è un caso se il progetto dei miei studenti per Brandevoort – per altro realizzato per intero – risulti perfettamente calato nella realtà del Brabant e non di altri luoghi.
Non si tratta di inseguire l’uniformità, ma l’unitarietà, e con essa il senso di appartenenza ai luoghi in cui si interviene.
I sobborghi del Regno Unito, da questo punto di vista, risultano molto avanti rispetto a noi! Lì il lavoro per gli architetti non manca, tuttavia essi decidono di dare importanza al luogo piuttosto che pretendere di limitarsi a mettere una firma arrogante e decontestualizzata!
Si badi che nessuno lì parte con delle crociate antitradizionaliste contro i colleghi che operano in questo modo, siamo solo noi architetti italiani a soffrire di questa malattia incurabile, e i risultati sono quelli che tu lamenti al ritorno all’ovile!
grazie professore!