Da Isabella Guarini: …
Caro prof. Muratore,
“ho letto l’articolo di Sandro Lazier pubblicato su antiThesis.info di cui riporto il link perché penso che apra a un’ampia discussione d’approfondimento: L’indegna sorte d’un architetto patafisico
Non condivido tutto quanto ha scritto Sandro Lazier sul rapporto storia e architettura, identità culturale e altro, perché penso che l’architettura “moderna”, al di là delle divisioni sistematiche, non abbia mai reciso il rapporto con la storia dei luoghi in cui si è manifestata. Condivido, invece, il suo giudizio su Rem Koohlaas e la scelta per la Biennale di Venezia che finirà con l’essere la mostra dell’architettura globale, monotona e uguale a se stessa per cui sarebbe persino inutile invitare tanti esponenti di varia nazionalità. Inoltre, mi sembra che sia un’operazione di marketing per il progetto di Koohlaas del Fondaco dei Tedeschi. Comunque, il poliedrico Rem non rinuncia a un rapporto, senza prossimità territoriale, con la storia moderna dell’architettura. Infatti, nel progetto dell’auditorium di porto con i tagli della base del parallelepipedo, lancia l’amo della memoria al Club Rusakov 1927-29 di Konstantin Melnikov. Ma quelli di Melnikov erano ali!
Saluti,”
Isabella Guarini
Cara Isabella, son contento di non essere il solo a pensare che quella di Koolhaas alla Biennale sia un’operazione di marketing. https://archiwatch.it/2013/01/09/fuck-venice/
Sulla confusione sugli storici e lo storicismo di Lazier preferisco non esprimermi, ma sono felice che si sia accorto che oggigiorno esistano altri orientamenti dell’architettura contemporanea, peccato che risulti ancora totalmente assoggettato al pensiero zeviano
Caro Ettore, Lazier mi ha così risposto: la storia, c’è chi la fa e chi semplicemente la usa!
Non mi meraviglio affatto Isabella.
Con Lazier abbiamo avuto un paio di scambi di convenevoli sul suo blog niente male.
Ciao
Ettore