le nuove citta ideali … secondo FP …
“Nuova Centralità Acilia Madonnetta – Roma
In una vasta area verde pari a circa 136 ettari nella zona di Acilia, nel quadrante sud-occidentale di Roma tra l’Eur e il mare, il nuovo Piano Regolatore del Comune di Roma prevede la realizzazione di una Centralità urbana denominata Acilia – Madonnetta. L’area è di proprietà della società Aree Urbane s.r.l., di cui Pirelli RE è azionista al 33% insieme con il Gruppo Telecom Italia (33%) e Marzotto (33%). Pirelli RE agirà in qualità di developer. Tale area riveste un ruolo strategico per la Capitale per diversi fattori: la vicinanza al mare, al vivace tessuto urbano della città di Ostia e al Grande Raccordo Anulare, la ferrovia metropolitana Roma Lido, la presenza della vasta infrastruttura dell’Aeroporto di Fiumicino, della nuova Fiera di Roma e dei prestigiosi siti archeologici di Ostia Antica. Il programma di intervento per la riqualificazione di questo importante territorio è stato approfondito con studi preliminari da Pirelli RE che ha poi affidato la redazione del master plan allo Studio Gregotti Associati International, avvalendosi del supporto di specialisti in materia ambientale, archeologica, di infrastrutture, legale ed economico-sociale …”
“L’identità della nuova centralità urbana si basa su un’idea di appartenenza alla storia del luogo …
Lo scavo delle tracce antiche è il terreno di fondazione del futuro …
La nuova centralità propone, in un contesto fortemente urbano, un insieme di funzioni e servizi a livello superiore in grado di connettere il luogo con il territorio di Roma …
L’area si colloca in un comparto territoriale caratterizzato da una frammentazione dell’abitato, offrendosi come centro della periferia depositario di caratteri di identità e riconoscibilità …
In analogia con la città consolidata, nell’area di Acilia-Madonnetta l’ambiente urbano sarà connotato da una forte integrazione tra disegno dello spazio pubblico e costruito …”
Per saperne di più: Pirelli RE www.rivadiroma.it
in buona sostanza, … un nuovo Zen … per ricchi …
centuriazione…insula…atto del fondare…leggo zen per i ricchi,e forse è vero.ma perchè allora vengono riproposti, qui e ora,a “Nuova Acilia”, gli stessi principi morfologici che informavano la riflessione su una condizione sociale cosi diversa,per non dire antitetica,quale era quella di un quartiere di case popolari a Palermo, negli anni settanta?Perchè a distanza di trent’anni la “ricetta” è sempre la stessa?E per un utente cosi diverso?
saluti F.
Vale quanto ho scritto commentando la Biennale. Il rapporto tra Grandi capitali immobiliari e archistar rende più accettabili alla politica la perpetuazione del consumo di territorio, potendo fregiarsi del fiore all’occhiello del grande architetto o del grande artista.
Credo che ancor prima dell’Architettura la questione principale nel nostro paese è che non si può più continuare ad occupare inpunemente territorio libero, permeabile; si tratta di un rapporto (aree urbanizzate ed aree permeabili) ormai ampiamente in crisi. La quantità abnorme di seconde case, una popolazione che ha smesso di crescere (solo l’immigrazione inverte questo trend ponendo nuovi problemi) impongono una riflessione sulle profonde devastanti trasformazioni del paesaggio negli ultimi trent’anni.
D’altronde sono in molti a ritenere necessario un nuovo piano nazionale per la casa pubblica, per fare fronte a vecchie e nuove necessità e per riequilibrare un mercato impazzito che non consente l’accessibilità a una fascia ancora ampia di cittadini,
E’ necessario riqualificare le periferie costruite dal dopoguerra ad oggi, al pari di tante aree industriali dismesse, intervenendo anche mediante processi di costruzione nel costruito, al fine di assegnare qualità urbana che è quasi sempre mancata, unitamente a nuove funzioni a diversa scala territoriale legate al lavoro, al commercio (basta ai centri commerciali claustrofobici che annichiliscono la rete minuta legata alla vita stessa delle città), allo sport e tempo libero. Il risparmio energetico, l’utilizzo di materiali biocompatibili, la prevalenza di aree permeabili dovrebbero poter sostanziare un piano di tali dimensioni.
Queste nuove consapevolezze potrebbero spingere la ricerca disciplinare alla innovazione del linguaggio dell’architettura italiana, oltre gli scimmiottamenti provinciali di altre culture; è sconcertante constatare la riscoperta di seconda mano del nostro Gardella, o il fiorire di architetture portoghesi, olandesi, o le scopiazzature di Hadid, Ghery o altri campioni decostruttivisti.
Quando riusciremo a fare seriamente i conti con la storia delle città italiane, liberandoci della tradizione, coniugando la memoria collettiva con la contemporaneità, unico viatico per la possibile modernità?
Speriamo soltanto che Roma non subisca un altro sfregio. Più viaggio e più mi rendo conto che la nostra città eterna sta perdendo la sua identità e la sua bellezza…Ci vorrebbe solo un po’ di buon senso e di rispetto ma al giorno d’oggi sembrano due concetti così lontani…
Caro Giorgio,
Su VERONA-MANTOVA, VEMA, cito per un raffronto e analogìa dalle pagine di LOUIS FERDINAND CELINE di ” Bagatelles pour un massacre ” (pag.206,207,208). ” Una capitale lontana dal mare è una sporca tinozza di asfissia, un Père-Lachaise in convulsioni. Non è dell’ “Urbanesimo” che ci serve!… Urbanesimo neanche per sogno! La periferìa mica bisogna arrrangiarla, bisogna schiantarla, dissolverla. E’ l’anello d’infezione, la periferìa, che mantiene, preserva tutto il putridume della città. Tutti gli uomini, tutte le città in mare!… sulle arterie della campagna, per rifarsi, sangue generoso, disperdere nella natura, al vento, nei cieli nebbiosi, tutte le vergogne, gli escrementi della città. Liberare tutti questi orifizi, queste strade, tutte queste pustole, queste ghiandole trasudanti tutti i pus, gli edifici, guarire l’umanità dal suo lurido vizio: la città…
Non bisogna più urbanizzare, bisogna distruggere, sbriciolare, dissolvere le
città!…
pb
padània
quello il dottor Destouches oltre la periferia voleva schiantare pure tutti gli ebrei.
Mr. Calabrese,
Lei non ha mai letto nulla del genio: LOUIS FERDINAND CELINE, oppure che è peggio non ha capito …
Si trattava e si tratta ancora di più di ” schiantare come scrive Lei ” i piccolo borghesi e tutti i loro miti e riti in cui vedo sguazza volentieri.
pb
bologna Fiera
Stress da Blog per PB.
Ma soprattutto stress da vacanze, è da agosto che gira come un piccolo borghese! E Capalbio, e vongole qua, e vongole la, e poi padania, e poi Bologna… Sempre segnalandocelo con puntualità in fondo ai suoi post (post-borghesi)!
mi segnalano che al mercato di Capalbio quest’estate, un tizio tutte le mattine comprava una generosa sporta di arroganza e di spocchia in cambo di pochi euro.a fine estate pare che gliela regalassero.
estivi rituali da colto intellettuale.
saluti cordiali dal barrio gitano-periferico della Mina -Barcellona-.
dove vivo da 5 anni, da piccolo borghese, chiaramente.
La invito al mio blog, dove ho analizzato alcune problematiche relative al progetto (sempre di Pirelli Re e Gregotti) di recupero dell’area ex-Lanerossi a Schio. Dubito che Gregotti si sia mai occupato personalmente del progetto…