Giancarlo Galassi ci segnala: …
Casa Cattaneo – Lombardia Beni Culturali
“La costruzione dell’edificio, avvenuta nel corso della campagna
autarchica e in un periodo di eccezionale tensione della vita europea,
ha imposto una riduzione dell’impiego dei metalli e l’eliminazione di
materiali il cui impiego è stato reso quasi impossibile dalle
condizioni del mercato edilizio. Dal programma costruttivo è stata
esclusa ogni soluzione che avrebbe oltrepassato i limiti di costo,
abituali in una casa d’affitto destinata al ceto borghese; ad esempio,
ogni materiale pregiato ed ogni congegno azionato a motore. Il tono
generale è perciò su un livello intermedio tra la costruzione popolare
e la costruzione di lusso.
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Cattaneo aveva una spiccata attitudine alla ricerca teorica e si
muoveva sul terreno molto concreto dell’architettura, sia nella fase di
progetto, sia nella fase di esecuzione. Valgano, a titolo di esempio,
alcuni brani tratti dalla sua pubblicazione “Giovanni e Giuseppe”
(Libreria Salto, Milano 1941), uno dei quali riferito alle finestre,
fra le componenti che più caratterizzano la casa di Cernobbio:
“l’architetto schizza, cancella, con un colpetto di gomma muri interi
e, spesso, immerso nella sua avventura da tavolino, si dimentica di
pensarla e studiarla come dovrebbe, come il germe microscopico di
quella gran fabbrica che dovrà poi esplodere su una strada… il
progetto devi considerarlo solo una parte dell’opera”.
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Nell’archivio dell’architetto è conservata una trascrizione del testo
di venti conferenze sul tema “Storia degli ideali dalle origini del
cristianesimo ai contemporanei, tenute a Como, nei mesi a cavallo del
1941 e 1942, dal teosofo Franco Ciliberti, fondatore della rivista
“Valori primordiali” (del cui manifesto Cattaneo fu firmatario) e
legato ai circoli filosofici neoplatonici. Significativamente, nel
testo della XV conferenza si trovano accenni alla casa di Cernobbio,
definita, insieme alla Casa del Fascio di Terragni, un “capolavoro
assoluto dell’architettura funzionale”, e resa possibile da una
dedizione incondizionata al tema del lavoro e da un “isolamento” che
aveva consentito a Cattaneo di approfondire ogni aspetto della sua
opera.“




