UN VERO CAPOLAVORO … FINALMENTE …

Francesco commented on CARLO E MARINA … UN APPELLO …

IL FONDAMENTALISMO ARTISTICO CONTRO L’ERETICO “SARTO”

“Grazie ai coniugi Ripa di Meana per essere stati i primi a denunciare in pretura il progetto del “sarto” a Porto Marghera, così anche l’arte è delegata ai giudici, e visti i tempi biblici della giustizia italiana e l’età dell’autore siamo inoltre certi che il Palais non verrà mai realizzato. Grazie ai Professori che li hanno ispirati col loro fondamentalismo che vuol sottomettere l’arte al contesto, stabilita in modo “scientifico” dall’analisi territoriale, come l’indagine geologica stabilisce la fondazione. Grazie agli ambientalisti che vogliono tornare al paesaggio preindustriale. Grazie agli “intellettuali” che amano il vecchio e odiano o non capiscono il moderno. E grazie ai giornali che hanno dato voce solo alle loro opinioni.
Grazie da parte delle migliaia di persone che speravano in un lavoro a Porto Marghera. Grazie dai residenti di Marghera che speravano di veder ripulita dall’inquinamento parte della zona industriale. Grazie da parte della comunità che sperava di godere di una possibile opera d’arte, visto che per l’autore doveva essere anche pubblica. Grazie dai politici che non dovevano tirar fuori un €uro. E grazie da coloro che speravano di vedere un’opera d’architettura moderna e invece devono accontentarsi per stare in tema, delle brutte torri progettate recentemente a Padova dalle due “Archistar” de noialtri, che oggi deridono il progetto del “sarto”: Gregotti e Portoghesi, autori tra l’altro, il primo del quartiere Zen a Palermo e il secondo del Centro per il Turismo nel Parco del Gargano, esempi di “corretta” architettura visibili in internet.
Grazie a tutti questi raffinati “esperti” per averci salvato dal “mostro”, e visto che il Genius loci (lo spirito del luogo) di Porto Marghera si presta benissimo, propongo in alternativa al Palais per rispettare il contesto, di rinchiudervi come nel film “fuga da New York” le masse di disperati che altri Professori hanno contribuito a creare con le loro regole “scientifiche”.
Un architetto qualsiasi

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4 Responses to UN VERO CAPOLAVORO … FINALMENTE …

  1. …finalmente… le postazioni ci sono e la battaglia è iniziata. L’augurio è che proliferino gli architetti pentiti della modernità e post , che inventino una nuova architettura non più moderna , eterna e umana , non come quella banalissima di spirito extraterrestre come è quella del sarto.

    Arch. Eleonora Ricci Misheff

    • francesco ha detto:

      Se l’architettura è un arte, vi invito a guardare in internet i “capolavori” di Gregotti (autore del quartiere Zen a Palermo) e gli ultimi di Portoghesi (l’uomo è un enigma, un tempo ha disegnato interessanti architetture che nulla hanno a che vedere con quelle d’oggi, come mai?) i quali oggi deridono il “sarto” (ricordo che Wright e Scarpa erano considerati “decoratori”, anche loro erano autodidatti, e Wright per decenni è stato criminalmente oscurato nelle università italiane). I due influentissimi Professori per stare in tema hanno progettato recentemente in zona industriale a Padova due torri, quella di Gregotti detta della “ricerca” è un grattacielo alto 136 m, dove capirete cosa intende il sommo quando spiega: “Il Palais è, e vuole essere estraneo al contesto, Marghera non c’entra nulla” infatti il suo progetto mima un capannone con tanto di silos attaccato, in uno stile che definirei da giochi “lego”, mentre l’altro sommo, nella sua torre che si chiama della “speranza” raffigura un “poetico abbraccio ai bambini malati”. Mettete a fianco le torri delle due “archistar” a quella del “sarto” e confrontatele con gli argomenti dell’arte: forma ed estetica, e per chi lo comprende anche il succedersi scenico di pieni e vuoti, e fatemi sapere cosa ne pensate.
      Per quel che vale la mia opinione dirò la mia sul Palis:
      Trovo il progetto di Pierre Cardin piacevole nella sua plastica dinamicità, che combina armoniosamente la verticalità delle vele arcuate con l’orizzontalità dei dischi. Sembrerà un lampadario, ma è un bel lampadario, sembrerà un astronave, ma dà l’idea che non sbanderà.
      Il prototipo soprattutto è un potente organismo urbano per chi sa “guardare” senza preconcetti. Immagino una passeggiata che partendo dal suolo come una strada urbana collega le piazze (sono questo le piattaforme o dischi, che uniscono le tre torri), che per quinte al posto di cortine edili hanno il paesaggio sconfinato, passeggiata che sale fino al belvedere sull’ultima piazza, dove sostare al sole d’inverno ad ammirare lo spettacolare scenario delle dune di nebbia sottostanti. Un “tempio del sole” certo, ma non è il primo e non sarà l’ultimo.
      La sua scala è quella giusta per l’ambizione del Palais di diventare un pezzo della città estesa, e dovrà dialogare alla pari con Mestre, con Venezia, con la laguna e certo anche con Porto Marghera, senza però diventarne schiavo nel dover mescolarsi per rispettare il “contesto” dei Professori con i suoi brutti capannoni.

  2. stefano salomoni ha detto:


    Cercasi raccoglitore portafrisbee.

  3. Simone ha detto:

    Se la finalità era ripulire Marghera, i sarti potevano farlo benissimo spendendo meno, ma senza un tornaconto “imperituro monumento alla memoria” (cfr. Vuardo Rorco) non si muove nessuno…e un cippo ai giardini pubblici non bastava…se proprio si voleva far le cose all’antica, Marghera la si faceva ripulire a chi l’aveva sporcata, o l’Eni è andata all’estero a braccetto della Fiat?
    E poi chi sarebbe che “sperava in un lavoro a Marghera”? Gli edili rumeni e maghrebini lasciati a casa dall’ultimo sboom edilizio, pronti a farsi sfruttare nuovamente in nero per un tozzo di pane e con garanzie di sicurezza minime?
    Ma viviamo davvero tutti nella medesima realtà?

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