PAROLE SANTE …

Ettore Maria Mazzola commented on MATERIA DA PSICANALISTI …

“parole sacrosante Pietro … solo sull’ultimo punto mi permetto di correggerti: gli architetti dovrebbero interessarsi anche alla psicanalisi ed alla psichiatria, come diceva Vitruvio nel 1° libro, devono conoscere molte discipline, non eccellere in esse, ma conoscerle almeno per comprendere il perchè, con le loro realizzazioni, non debbano generare lavoro per gli psicologi e gli psichiatri.
Cito il maestro:

«A determinare la professionalità dell’architetto contribuiscono numerose discipline e svariate cognizioni, perché è lui a dover vagliare e approvare quanto viene prodotto dalle altre arti, questa scienza è frutto di esperienza pratica e di fondamenti teorici.
La pratica deriva da un continuo e incessante esercizio finalizzato a realizzare lo schema di un qualunque progetto, mediante l’attività manuale che plasma la materia.
La teoria invece consiste nella capacità di mostrare e spiegare dettagliatamente la realizzazione dei progetti studiati con cura e precisione nel rispetto delle proporzioni […] di conseguenza egli deve essere versato nelle lettere, abile disegnatore, esperto di geometria, conoscitore di molti fatti storici; nondimeno abbia cognizioni in campo filosofico e musicale, non sia ignaro di medicina, conosca la giurisprudenza e le leggi astronomiche […] l’architetto deve possedere una buona conoscenza storica che gli permetta di spiegare a eventuali interlocutori il significato simbolico delle decorazioni con cui egli spesso abbellisce i suoi edifici […] quindi essendo questa disciplina così vasta e ricca, per svariati e molteplici apporti culturali, non credo che uno possa da un giorno all’altro definirsi a buon diritto architetto, ma solo colui che fin dalla fanciullezza si sia addentrato per gradi in questa materia e, dotato di una buona formazione artistica in genere, sia giunto al sommo tempio dell’Architettura».

E poi ancora:

«Può sembrare forse incredibile per chi non ha esperienza, che la mente umana sia in grado di assimilare e ricordare una tale quantità di nozioni. Però ci si convincerà che ciò è possibile, rendendoci conto che tutte le branche del sapere sono in stretta relazione e tra loro collegate: la scienza nel suo complesso è infatti come un unico corpo composto di varie membra. Pertanto chi fin dalla tenera età riceve una formazione varia e articolata in ogni settore è in grado di riconoscere facilmente gli aspetti comuni e interdisciplinari fra le varie scienze e di apprenderle con notevole rapidità […] Per forza di cose un architetto non deve né può essere un grammatico alla stregua di Aristarco (di Samotracia 217-145 a.C.), non per questo però sia illetterato; né potrà essere un esperto di musica come Aristosseno (di Taranto morto intorno al IV sec. a.C.), ma nemmeno un perfetto ignorante; né un pittore al pari di Apelle, eppure dovrà saper disegnare; né uno scultore del livello di Mirone o di Policleto, avendo tuttavia delle cognizioni plastiche; né, per finire, un medico come Ippocrate, ma neppure sarà inesperto di medicina; né di eccezionale bravura nelle altre scienze, ma nemmeno un incapace […] In tutte le altre discipline vi sono molti, se non proprio tutti, argomenti di discussione comuni. Ma la perfetta realizzazione di un’opera frutto di un lavoro e di un’applicazione costanti è compito di chi si è specializzato in un settore specifico. Mi sembra dunque aver già fatto abbastanza chi possegga una conoscenza sia pure superficiale dei dati teorici fondamentali delle discipline utili in campo architettonico così da non trovarsi in difficoltà qualora occorra valutare e decidere sul loro impiego […] Quindi, poiché non a tutti indiscriminatamente, ma a pochi individui è concesso di avere un tale ingegno per dote naturale, il compito dell’architetto deve essere quello di esercitarsi in tutti i campi e, data l’enorme quantità di nozioni indispensabili, ragion vuole che egli inevitabilmente non possa raggiungere il massimo della conoscenza in ogni settore, ma si accontenti di un livello medio»

La breve lettura di questa citazione vitruviana ci aiuta dunque a comprendere che molti di quelli che ci è stato fatto credere essere i grandi maestri del Novecento, sono in realtà stati solo dei gran ciarlatani, dei cattivissimi maestri che hanno avuto solo la fortuna di trovare un terreno “culturale” fertile su cui far crescere le loro assurde convizioni di onnipotenza, a discapito della gente comune, che non ha mai compreso il senso di ciò che le si propinava, né mai potrà comprenderlo perché senso non ha mai avuto, chcchè ne dicano i sostenitori della necessità di “educare la gente al moderno e al contemporaneo”

Ciao”
Ettore

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14 Responses to PAROLE SANTE …

  1. Luther Blissett ha detto:

    Caro Ettore,

    …ma basta co’ sta retorica da antiarchitettura che puzza di antipolitichese (sarà la moda dei tempi, bah): l’antiideologia è ideologia anch’essa! che senso ha parlare vagamente di “grandi maestri del Novecento” come se fossimo al bar sport? non è che criticare tout court il mefistofelico Movimento Moderno alla lunga prende un po’ la mano? e poi giù coi “cattivissimi maestri”, rio bo e Biancaneve. Amerei la logica al posto della tifoseria. Se si vuole superare una sedicente epoca ideologica bisognerebbe evitarla di dividersi in fazioni come al palio di Siena e frequentare di più l’onestà intellettuale.

    PS, buona partita a tutti, ci si becca al bar domani.
    “rossi, neri tutti uguali”… “ma che siamo in un film di Alberto Sordi?”

  2. ettore maria mazzola ha detto:

    caro Luther Blisset (era un giocatore del Milan di dubbie qualità … perché mai hai scelto questo pseudonimo?)
    A me non sembra affatto che le cose siano come la metti tu, io non faccio alcuna “antiideologia a scopo ideologico”, né tifoseria da stadio (quella spero di farla stasera!!).
    A me piace dire le cose che non si dicono, a me piace, non solo in campo urbanistico e architettonico, leggere e fare controinformazione.

    per similitudine ti cito un brano di una lettera scritta da Giulio Magni a Raimondo D’Aronco, lettera nella quale Magni lamentava le stupide e assurde imposizioni accademiche, scrivendo: «[…] colui che deve lavorare si trova nel bivio difficilissimo se cioè fare come la ragione lo guida o come il generalizzato sentimento gli impone […] affrontare l’impopolarità è certo un eroismo e chi si sente forte nella battaglia da combattere, scenda in campo con quel coraggio che dà la sicurezza della vittoria. E noi giovani che coltiviamo questo ideale nella nostra mente, dobbiamo difenderlo e sostenerlo con tutte le nostre forze, studiando alacremente con la ferrea volontà di riuscire!»

    Che tu lo voglia accettare o no, le cose queste, e non è certo colpa tua se ti sono state fatte credere in maniera diversa e faziosa … faresti bene a rifletterci su e renderti conto che il Novecento è stracolmo di pessimi maestri le cui idee e i cui libri continuano ad essere ossequiati ingiustificatamente.
    O meglio la giustificazione c’è, ed è il timore di andare in controtendenza, il timore di essere esclusi dal giro di quelli che contano (giro all’interno del quale si spera di entrare), così nessuno ha il coraggio, Muratore a parte, di dire che (cito testualmente) “lo ZEN è una puttanata”, perché Gregotti è un intoccabile. Per me è invece toccabile eccome, mi piacerebbe fare come nella gag di Totò e dell’onorevole Trombetta, chiedendogli chi si creda di essere e spingerlo dal braccio dicendogli “ma mi faccia il piacere!”
    Del resto se i problemi delle città sono nati di colpo nel Novecento (o se vogliamo dopo la rivoluzione industriale) bisognerebbe perlomeno chiedersi come mai.

    A me, evidentemente, piace affrontare l’impopolarità … almeno potrò dire di averci provato e di aver avuto il coraggio di far sapere quante fesserie ci sono state raccontate

    Buona domenica
    Ettore

    • Luther Blissett ha detto:

      cmq il caso è relativamente semplice. la diagnosi è presto detta: trattasi di sindrome di don chisciotte. Se mi è consentito, appunto due cose per il gusto della provocazione:

      1 “Che tu lo voglia accettare o no, le cose queste, e non è certo colpa tua se ti sono state fatte credere in maniera diversa e faziosa … faresti bene a rifletterci su e renderti conto che il Novecento è stracolmo di pessimi maestri le cui idee e i cui libri continuano ad essere ossequiati ingiustificatamente.”
      Si, forse. Ma forse non sempre l’unico che è fuori dal coro è l’Illuminato. Spesso è il Matto. Che poi le due figure per alcuni si confondano non cambia la sostanza.

      2 “Del resto se i problemi delle città sono nati di colpo nel Novecento (o se vogliamo dopo la rivoluzione industriale) bisognerebbe perlomeno chiedersi come mai.”
      Questo è furbo, ma è un autogol. L’architettura del ‘900 è nuova proprio perché nuova è la civiltà. Questo scagiona praticamente ogni tentativo, anche il più maldestro e malato.

  3. ctonia ha detto:

    Ettore e Pietro, non senza dimenticare Nikos: le tre verginelle dell’architettura.
    Ah belli! Ma non lo sapete che la più tosta e documentata critica al Moderno è tutta italiana, anzi italica mi verrebbe da dire… e attraversa tutto il Novecento come una stella fissa luminosissima???
    Ma che stiamo a pettinare le bambole, direbbe il liberalizzatore piacentino???
    Ma che volete ancora??? Andate a studiare, grazie. Però stasera concedetevi il tempo di tifare FORZA ITALIA maremmaccia ladra, che noi i giochetti di LC e dei vostri uomini neri ce li siamo bevuti già da un pezzo, un po’ prima che arrivasse il matematico americano a parlarci della irrinunciabile geometria del broccolo.
    Potrebbe farvi bene guardare la partita in piazza bevendo Birra Peroni, o Nastro Azzurro, o magari anche ICHNUSA perché no :)
    saluti
    c
    ps: e quando avete qualche irritazione da Moderno, state calmi, e passatela a Pirlo.

    • ettore maria mazzola ha detto:

      Sei sicuro che dovremmo essere noi a dover studiare? Non è che, come al solito, ti sei ispirato all’adagio popolare pugliese “Il toro dice all’asino sei cornuto”?
      Va bè, andiamo a goderci la partita

  4. Augusto ha detto:

    Quello che dice Vitruvio (2000 anni fa, tra l’altro pure tradotto… e interpretato) è oro colato per forza? Ma non è che va un po’ contestualizzato e storicizzato? No eh?.

    • ettore maria mazzola ha detto:

      Augusto,
      non pensi che inserire tra le discipline elencate da Vitruvio la Psicanalisi, la Psichiatria, la Sociologia, la Neurofisiologia, l’Eziologia, ecc. sia abbastanza attuale? I tuoi paraocchi ti ipediscono, come al solito, di capire il senso del valore del primo libro di Vitruvio.
      Ma tanto so che non c’è speranza!

      • Augusto ha detto:

        Dire che Vitruvio abbia parlato di Psicanalisi, Psichiatria, Sociologia, Neurofisiologia, l’Eziologia mi pare quanto meno azzardato,visto che ai sui tempi non esistevano come discipline. Ma tant’è, chi ha un Libro Sacro vi riconosce quello che vuole vedere. Il valore di Vituvio lo riconosco perfettamente, ma va, ripeto, storicizzato. Lo storico che legga le sue affermazioni non può che farsi una sonora risata.

  5. Augusto ha detto:

    ‘sta ricerca del “Manuale eterno dell’Architetto” è ridicola

  6. Pietro Pagliardini ha detto:

    Ettore, diciamo che avrei dovuto scrivere: gli architetti non dovrebbero interessarsi di paranoici.
    Luther Blisset, colui che vede il mondo dall’alto con l’occhio del critico e il ciglio alzato, vorresti che i tuoi figli crescessero in una città come quella?
    Pietro

    • Luther Blissett ha detto:

      Per spirito polemico e goliardico mi ero imposto (ideologicamente) di andare contro la combriccola di NeoCon che gravita attorno al Nikos pensiero. Anche perché altrimenti si cade nel vortice del “bravo, no bravo lei”. Non ho espresso l’elogio del progetto totalitario, ma volevo porre l’accento su un atteggiamento che mi pare (talvolta, per carità) acritico: appunto, da tifoseria. Che è l’esatto opposto del modo di pensare che vorrei insegnare ai figli che avrò.
      Il confronto quando si vuole che diventi costruttivo non trova giovamento dalle fazioni arroccate (vero paradigma della stasi italiana, vorrei diere). E’ piuttosto l’ironia di Muratore uno strumento che solletica il dialogo, ma mai il livore di Nikos. Quel livore serve solo a sclerotizzare le reciproche convinzioni.

      Caro Ettore, “fare controinformazione”, se diventa un fine, è una religione.
      Ps Luther Blissett è sì uno scarso ex giocatore ma è anche lo pseudonimo per antonomasia. Il MarioRossi-JohnSmith di una certa controcultura antesignana dell’estetica di Anonymous se vuoi.

      Con stima :) buona partita a ‘sto punto

      • Pietro Pagliardini ha detto:

        Ma quale livore critico! Ma quale tifoseria! per me è solo roba da archiviare in soffitta. Trastullatevi voi con questa roba ma non rompete le balle agli studenti.

        ctonia, anche te vivi nell’iperuranio evidentemente. Prendi un piano regolatore tra le mani, guardalo, leggi le norme (le norme SONO il piano), prova ad applicarlo e ti accorgerai che ancora esistono i pilotis, che la distanza dei fabbricati dai confini deve essere di 5 metri, che non è ammesso costruire a bordo strada ma in allineamento con gli edifici esistenti (cioè a 5 metri almeno), guarda qualche piano attuativo progettato da colleghi che hanno studiato da quelli che hanno superato il movimento moderno, guarda qualche piano che ci viene proposto qui, su archiwatch da studenti di Purini e di altri.
        DIMMI di chi sono figli questi piani, perdio. E poi prova a ridirmi la favola che siamo stati i primi a superarlo. Ma esci mai a prendere una boccata d’aria?
        Saluti
        Pietro

      • ettore maria mazzola ha detto:

        Caro Luther,
        posso passarti tutto, ma ti prego non confonderci con i NeoCon, ovvero con gli esseri più spregevoli, pericolosi e ottusi che infestano l’America e non solo.
        Se vuoi usare il termine “tradizionalisti” fai pure, ma evita certe definizioni.
        Ciao
        Ettore

        PS
        Tanto per sdrammatizzare e parlare di calcio alla maniera del Bar dello Sport chiedo a tutti: Ma se Monti se ne fosse stato a casa, invece di fingersi interessato allo sport oltre che alle banche, chissà come sarebbe andata a finire?

  7. Stefano Serafini ha detto:

    E il bello è che qualcuno parla di livore… in contesto di psicoanalisi e proiezioni…

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