La palazza … ritrovata …

stass 1

Quarant’anni dopo …

Sembra impossibile, …

ma non cè niente di più impossibile … dell’ovvietà del quotidiano …
Erano anni che, come in una specie di incubo, un’architettura mi perseguitava … l’immagine di un’architettura mi affiorava alla memoria e poi all’improvviso scompariva così come era venuta … tanto da confondersi, nella memoria, tra il reale e la fantasia …
eppure ero sicuro di averla vista da qualche parte … in costruzione … quella strana casa coi buchi e colle torri … tra le forre, gli sterri e i pecorari della Serpentara di tanti anni fa… un cantiere differente dagli altri infiniti del palazzinume omologato e compatto … delle palazzinette tutte diverse, eppure tutte eguali, … che crescevano da quelle parti come funghi tra i sessanta e i settanta … tra Fidene … la Salaria … il Tufello … dove poi nei profondi ottanta sarebbero esplosi Vigne Nuove … Nuovo Salario … Nuova Fidene … stecche … ciambelle … torri … torroni … scuole … chiese … tra le più brutte cose che l’occidente intero abbia sofferto negli ultimi vent’anni del ventesimo scorso …
Eppure quella casa, che al fondo non era altro che una delle tante romanesche palazze in costruzione, aveva colpito la mia immaginazione adolescenziale e acerba di architettino, anch’io, allora, “in costruzione”, che girava per le periferie sterrate col terrore che la cinquecento si piantasse in qualche fanga melmosa e allora sì … che erano cavoli amari … altro che modernità …
Saranno allora stati gli ultimi sessanta … o i primi settanta, … forse, … comunque, tutte le volte che poi passavo da quelle parti buttavo un occhio per vedere come fosse finita con quella strana casa, … ma, mai più, … mai … in tanti anni … la ritrovai …
Intanto, tutt’intorno era cresciuto un pandemonio … un casino … fotocopia della Roma di quegli anni fetenti… dove e quando le cose “pianificate” finivano per esser addirittura peggio degli abusi … dove l’architettura, che poi qualcuno aveva anche lo stomaco di spacciare da qualche cattedra, … faceva concorrenza, insieme, alle periferie di Beirut e di Bagdad … di Belgrado e di Berlino Est … che poi, cadde il muro, … ma intanto …
Passano così i settanta, … gli ottanta, … i novanta, … il nuovo millennio avanza e io tutte le volte che passavo da quelle parti buttavo l’occhio … azzardavo qualche deviazione … nella topografia, dalla toponomastica incerta e misteriosa, … ma … mai … mai … mai … niente … … niente di niente … tanto che alla fine mi ero quasi convinto che quella casa strana non esistesse proprio … che, anzi fosse stato solo il frutto della mia immaginazione … avevo magari visto il plastico fotografato e strapubblicato … autorevolmente e forse un po’ precocemente avallato da grandi firme, … ma poi, forse, il cantiere, pur iniziato … magari abbandonato, … quindi il ricordo poteva essere vero, ma magari il committente ci aveva ripensato in tempo utile e tutte quelle palle le aveva rinviate al mittente … anzi addirittura credo che qualcuno mi avesse anche spinto verso questa favola metropolitana … un progetto così … paradossale … assurdo … pur pubblicato dal grande Manfredo che aveva addirittura affiancato gli amici dello Stass al Kahn di Dacca … non si sa se per furia goliardica o per chissà cos’altro … impudicizia, arroganza … o … cattiveria, forse, … ma di certo il buon senso del palazzinaro romano avrebbe avuto gioco facile a rabbercià la facciata … via le palle ideologgiche … un ber barcone … ‘na loggia da chiude’ poi … ‘na fioriera a du’ piazze … e … vai … cor mutuo …
ma, ormai, mi ero dato una ragione … era inutile che cercassi ancora … se lo facevo era solo per farmi un giretto all’inferno … quando colla bella stagione anche la più schifa delle periferie … magari su lo sfondo der Soratte … candido di neve, come c’evevano insegnato a scòla … ancora le capre a greggi … i caprai antichi, … certe volte, … tutto sommato … poi, da quelle parti, avevano anche ricostruito la capanna preistorica … che c’avevo portato puro li turisti coltivati all’architettura moderna …
ma l’altro giorno mi ci sono proprio incazzato … e mi sono detto che non era possibile pèrdese pe’ quarant’anni appresso a ‘na palazza … magari ormai sputtanata e irriconoscibile, …
ma io quella palazza la vojo trovà … a tutti li costi … costi quel che costi …
e, … quanno uno dice: … la tigna … alla fine ce so’ ‘rivato, magari pe’ sbajo, … ma ce so’ ‘rivato proprio davanti …
ma nu’ la vedevo proprio … ché d’intorno j’era cresciuita ‘na giungla de robbaccia … tuje … cedri stitici … pinacci storti … siepi, cancellate, insegne … che si nu era per un raggio de sole che sbucava ner mezzo de la grannine a le fratte chi l’avrebbe mai trovata … che era lì intatta … perfetta … bianca … immacolata … che dovevavo avella appena ripittata pe’ l’occasione … quasi m’aspettasse, … ma … praticamente invisibbile … che n’a foto … che è ‘na foto manco je ‘a potevi fa’ … ma mo’ che l’avevo trovata … che nu je la facevo? … e allora a giraje d’intorno come un matto che se quarc’uno me vedeva m’arestaveno subbito … questo che vòle? … ‘sto rincojonito … che je sta a fa’ dotto’? … prego documenti … e vaje a spiegà ar viggilante palestrato … che era quarant’anni che la cercavo … e mo’ che l’avevo trovata … armeno uno scatto … uno solo, … pe’ ricordo, … me lo farete puro fa’ … robba da neuro …
de scatti je n’avrò fatti mille … tanto … colla digitale … le foto nun costeno più un cazzo, … ma ce ne fosse una bbona, … una che se vedeva un quarcosa … niente … torno a casa più incazzato de prima … bè certo la soddisfazione d’avella trovata c’era … certo che sì … ma poi manco vedella … ‘no sfregio vero …

ma … fortuna … che c’è google …

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6 Responses to La palazza … ritrovata …

  1. l.r. ha detto:

    a ‘sto punto, almeno l’indirizzo ce lo poteva dare… oppure anche noi dobbiamo stare 40 anni dietro a ‘sta palazza misteriosa?

  2. Daniele Frediani ha detto:

    Eh, mi sorprende Professore: la palazza dello studio Stass è pubblicata anche sul de Guttry a pag. 85 (sono andato a ricontrollare la pagina). Io che abito la dietro fin da quand’ero piccolo l’ho sempre vista come un luogo affascinante e misterioso: arretrata dal fronte stradale come a volersi nascondere da sguardi indegni… mai un segno di vita, un panno steso, un cristiano affacciato, un cane… niente!
    Perfino quegli alberacci che le sono cresciuto intorno le conferiscono, ogni giorno che passa, un aspetto sempre più surreale… bianca coi buchi rotondi neri… terrificante e bellissima.

    E quando ho comprato la Guida di Roma Moderna, per l’esame di Storia dell’architettura contemporanea, non mi ha sorpreso ritrovarci quel vecchio castello davanti a cui passavo tutti i giorni con il 92 per andare a scuola…
    “una versione della palazzina estremamente sofisticata” dice lei… Ma io non ci voglio credere che qualcuno ci abbia mai abitato, forse è davvero sola al mondo, forse davvero esiste solo per ricordare e per farsi ricordare… fosse anche dopo quarant’anni…

  3. pasquale cerullo ha detto:

    La pubblicazione è relativa, perché di presenza non tutto appare come sembra.
    La palazzina è riportata anche sul ben più divulgato testo di Piero Ostilio Rossi, insieme al residence di stessa matrice in via della Camilluccia.

  4. pasquale cerullo ha detto:

    Eh eh caro professore…
    nel validissimo volume della Zanichelli…
    e credo che ci sarebbe da pensare, perché negli anni Ottanta c’era un equilibrio, seppur al limite, che ci permetteva di riconoscere ancora il territorio ‘storico’. È dagli anni Novanta che è iniziata la rumba.

  5. Cristiano Cossu ha detto:

    Argh! Sembra una delle “astronavi” che disegnavano i GRAU, ve li ricordate? Gruppo Romano Architetti Urbanisti…
    Beh comunque La Palazza ha il suo fascino, devo dire.
    saluti
    cristiano

  6. alfredo ha detto:

    a me la “palazza” non dispiace affatto, sono evidenti gli echi kahniani sia nella composizione che nelle scelte formali; in confronto le palazzine che ho visto in report, che ammorbano la periferia romana sono pura spazzatura e nemmeno tanto riciclabile ad onta dei prezzi stellari.

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