Aporie contemporanee … l’impossibile “conservazione” … del “moderno” …

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4 risposte a Aporie contemporanee … l’impossibile “conservazione” … del “moderno” …

  1. pasquale cerullo ha detto:

    Vede, ciò che mi colpisce del titolo di questo Post è la parola moderno virgolettata.
    Stiamo ancora a fare i conti con il lascito del Moderno, che non è un lascito ma un insegnamento vivo e vegeto. Abbiamo ancora la pudicizia di virgolettare “moderno” per non averlo ancora in modo definitivo storicizzato, l’esperienza del moderno, perché non è conclusa, perché è ancora aperta, perché i maestri e i discepoli e i discepoli dei discepoli stanno ancora avanti, molto avanti e tutti ancora al di là da raggiungerli, ancora molto indietro; ma anzi deviati nel nulla di un espressionismo di ritorno senza senso, un finto organicismo senza l’esperienza razionalista, un finto de-costruttivismo senza la costola della denuncia sociale. Vezzosa architettura, fine a se stessa, senza identità, senza capacità di riflettersi nel luogo, ma auto-riflettente, senza l’angoscia della creazione per la sofferenza del dare.
    Si ha ancora bisogno degli esempi dei maestri e noi già li buttiamo, come dei vecchi libri, che ancora non abbiamo finito di leggere.

  2. filippo de dominicis ha detto:

    a me più che un’aporia sembra piuttosto una logica conseguenza del contemporaneo, questa dell’impossibile “conservazione” del moderno…

  3. Emmanuele Pilia ha detto:

    Credo di essere daccordo con filippo de dominicis. Basta poi sentire le parole di un “vero” moderno, Marinetti, che inneggiava lui stesso all’eutanasia, o suicidio assistito per meglio essere contemporanei, non appena si fosse sentita la puzza di maniera…

  4. Cristiano Cossu ha detto:

    Ma il Moderno è già tradizione da un bel pezzo, semmai sono non pochi quelli che ancora lo propagandano come avanguardia…
    Per Emanuele: no grazie, meglio la puzza, io adoro la puzza e le muffe, e Venezia putrefatta, e il gorgonzola… :-)

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