I “miracoli” di Zètema … musei “virtuali” … miliardi “veri” …

A proposito delle ultime performance capitoline di Zètema …
abbiamo letto nei giorni scorsi sul supplemento “Affari e Finanza” di “La Repubblica” questo articolo di Alessandra Viola intitolato “Sarà virtuale il prossimo museo di Roma” che volentieri vi segnaliamo …

“Sarà Zètema, la società di servizi che si occupa della gestione dei musei civici della capitale, a progettare e gestire il museo virtuale di Roma, metà museo e metà ricostruzione 3D di architetture e antichi utensili romani, la cui costituzione è stata annunciata dal sindaco Walter Veltroni. Un nuovo progetto multimediale affidato a Zètema (società pubblica interamente partecipata dal Comune di Roma) dopo quello del restyling informatico dei siti Internet dei musei civici romani, operazione giunta a termine con la creazione del portale in quattro lingue http://www.museiincomuneroma.it. Un portale che è anche un laboratorio di tecnologie innovative, con alcuni dei contenuti pubblicati in formato podcast per poter essere scaricati dagli utenti e un sistema che rende tutte le informazioni esportabili in flussi Xml, cioè pronte per essere pubblicate (in un prossimo futuro) su telefonini, tv digitale, televideo o palmari.
All’interno c’è un motore di ricerca che consente dalla home page di effettuare ricerche in ognuno dei quindici siti collegati, mentre il portale raccoglie informazioni su eventi, mostre ed iniziative didattiche della rete civica e consente l’accesso diretto ai siti dei musei (che pur mantenendo un dominio indipendente sono stati uniformati nella grafica e nell’architettura). «Attraverso Internet la rete dei musei civici romani entra a far parte in modo più efficiente dell’offerta culturale della città», spiega Ivana Della Portella, presidente di Zètema. «È risaputo che la crescita dell’offerta in un sistema integrato non solo non innesca un processo di saturazione, ma anzi aumenta la domanda di cultura, come ci dimostra ad esempio il grande successo della card Roma Pass ideata da Zètema, che offre servizi museali, trasporti e biglietti a prezzi ridotti per eventi e mostre. Grandi associazioni del calibro di Confcommercio, Confindustria e Assobalneari ci hanno chiesto di aderire all’iniziativa: hanno capito che la circuitazione di cultura si autoalimenta, generando economia». Un assunto che vale in primo luogo per la stessa Zètema, azienda con un attivo di bilancio 2006 di 20 milioni, sulla quale stanno piovendo incarichi: da quello di gestire il patrimonio Unesco del territorio comunale alla gestione dei centri culturali delle aree periferiche, dall’organizzazione di eventi (come la Notte bianca) alla gestione dell’area archeologica del centro di Roma. «La nostra è una delle maggiori aziende culturali d’Italia, ed è in crescita perché crescono le attività culturali. Mi piace anche pensare, avendo compreso il valore delle persone che ho trovato qui, che ci sia un legame tra un’azienda sana e il fatto che questa azienda da settecento dipendenti sia composta per i due terzi da donne».

Come sicuramente saprete …
l’ex presidente di Zètema, Silvio Di Francia è stato recentemente nominato assessore alla cultura del Comune di Roma in sostituzione dell’immarcescibile Borgna passato ad altro e ancor più “prestigioso” incarico …

il futuro della cultura a Roma è più che radioso … addirittura virtuale …

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3 Responses to I “miracoli” di Zètema … musei “virtuali” … miliardi “veri” …

  1. pasquale cerullo ha detto:

    L’articolo che precedentemente ha segnalato Filippo DD espone una situazione o una condizione di potere che dura da più di un secolo. Una ragnatela apparentemente confusa, la sua forza sta proprio nell’incapacità del comune cittadino di vederne un disegno compiuto e riconoscibile, dai contorni definiti; la tela di questa ragnatela è ben tesa e collegata in modo scientifico. Qui schieramenti politici non hanno alcun valore, qui il valore è dettato dalla qualità del potere, dalla capacità di movimento del denaro. La divisione tra destra e sinistra è un giochetto per agevolare l’elettore ad apportare attraverso il voto il grado di potere da disporre sul tavolo delle trattative. Una ragnatela chiusa, impossibile da scardinare, i passaggi di consegne sono ovvi come una successione al trono. Il Sindaco di Roma si regge sulla ragnatela. Demoralizza questa impossibilità di mutare la prassi ‘storica’ del potere. Nessuno può farci niente, nessuno che non ami il potere come mezzo di dominio.

  2. pasquale cerullo ha detto:

    continuation
    Ma non è lui il ragnone che tira i fili; è solo un prodotto della ragnatela. Non c’è il grande tessitore. È il segreto della longevità della ragnatela. Ci sono centinaia di ragnetti rossi, man mano che muoiono vengono rimpiazzati. Come quelli che infestano i parapetti del Tevere. Ad una certa distanza non si notano, quando ti
    avvicini vedi una miriade di ragnetti che si muovono in modo frenetico in tutte le direzioni, indaffaratissimi non si sa a che cosa, ma loro lo sanno. “Non mi tange”, posso pensare, però apro le mani e sono macchiate di rosso ruggine, solo per essermi appoggiato un attimo… a dimostrazione che il loro controllo è totale. E va be’ ‘che a Roma ci sono tante fontane che ti vengono in soccorso, ma quelli restano. E allora? Forse ci vorrebbe una bella piena come quelle storiche, che travalichi e sommerga i parapetti. A pensarci bene, tutta questa storia iniziò dalla costruzione degli argini del Tevere. Il controllo del fiume corrispondeva allegoricamente al controllo della città tutta. Presso ponte Sisto esisteva un ospizio per mendicanti progettato da Domenico Fontana. Esso fu sacrificato durante i lavori di arginatura del Tevere intorno all’anno 1880. Non credo che ci
    sia niente da fare, i ragnetti rossi galleggiano benissimo, siamo noi, mendicanti e passanti, ad andare a fondo.

  3. Giorgio Rossi ha detto:

    Ciao Giorgio, tuo omonimo fotografo (trenta anni trenta, Clear) anzi quasi ex fotografo. Navigando in cerca di notizie per un post sul mio blog. Oggetto Zetèma, chi la conosce la tema. A spasso come altri professionisti in vari settori che hanno fatto causa alla “holding” tenutaria di un monopolio del 100%. Leggo un certo scetticismo nel tuo blog. Condivido.
    Pare che anche Alemanno condivida e voglia sciogliere la società, forse per rimpiazzarla con qualcosa di suo?
    comunque avanti! blog simpatico!
    ciaociao!
    Giorgio
    http://romesweethome.splinder.com/

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