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E non è neanche giusto scaraventarcisi giù da Trinità dei Monti come fece qualche anno fa uno con un Suv, che probabilmente si serviva da Bulgari !
E’ giusto dare alla scalinata una opportuna e periodica ripulita ma oltre questo che puoi fare? Mettere una lapide dove il “Monsignore delle strade vieta i bivacchi”? Ricomincerà tutto come prima. Tra poco sui gradini riappariranno le macchie nere dei chewing-gum, sputazzati a terra, i custodi della Casa Rossa di Keats e Shelley continueranno a raccogliere nel cortiletto i portafogli svuotati di soldi e documenti. La Forza Pubblica non riuscì neanche ad arginare i tifosi olandesi che si divertivano a sbreccare la “Barcaccia”. Così va la città in questo Medio Evo Prossimo Venturo. I turisti più rispettosi non rinunceranno ad assistere al tramontar del sole seduti nel più bel teatro all’aperto che esista. Come fai a negarglielo dopo che hanno attraversato con viaggi low-cost oceani e continenti per poter dire “Io ci sono stato!” mentre mostrano milioni di foto di quei magici palchetti? Non osiamo rimandare indietro neanche i migranti illegali che stazionano con i loro oggetti in offerta perché per venire fin lì hanno attraversato con viaggi “Dead or Alive” savane, sahara e mediterranei! Non osiamo spostare il caldarostaro che occupa l’angolo della strada facendo concorrenza, con il prezzo del suo cartoccio di castagne, a un anello di fidanzamento del vicino gioielliere. Oramai siamo un suk, una città levantina.
La confisca dello spazio pubblico su cui paghiamo le tasse per usufruirne secondo legge, riguarda il marciapiede e non a caso si chiama occupazione di suolo pubblico ed esige una concessione dall’ente pubblico e un costo per chi la chiede, tipo il caldarostaro, ma anche le aree delle compensazioni con le cubature date a grandi società immobiliari e affini. Il tutto sarebbe regolato da Atti approvati dalla P. A. la cui corretta applicazione ricade sotto il controllo degli organi preposti, sempre ammessa la liceità di quelle decisioni, ma ho l’impressione che il controllo latiti sia a monte che a valle.
i migranti illegali sono persone, l’architettura per le persone è architettura, se è vero che non osiamo rimandare indietro neanche i migranti illegali (!) -in realtà lo facciamo- è perché siamo ancora persone, non del tutto e non ancora delle bestie.
A proposito, ma che fine hanno fatto i soldi della “tassa di soggiorno”, mi pare 121 ml ?
Bella lezioncina, belle parole che non costano nulla e che che non risolvono i problemi essenziali di alcuno, né i loro né i nostri. Tanto poco per me vale l’architettura, capanna pontina, palazzo, chiese, regge, quando non serve più allo scopo di essere elemento simbolo della persona, del gruppo sociale, della società tutta che l’ha pensata e realizzata che comincio a non considerare più quelle opere dell’uomo come architetture ma solo luoghi di riparo che verranno conquistati, o con la cessione volontaria di una paese debilitato e sconfitto o con la violenta conquista di un orda affamata, da persone che ne hanno più diritto di noi perché, come persone, non hanno riparo e non possiamo lasciarle vivere all’addiaccio come bestie; così dice giustamente Stefano. Se questa è la prospettiva del mondo inquieto con cui ci dobbiamo all’improvviso confrontare, io non ho nessuna remora ma solo cristiana accettazione. Roma ha già visto le sue insule, i suoi palatini, i suoi pronai, le sue domus, i suoi “atri muscosi, i suoi fori cadenti”, divenire luoghi il cui valore non era più nello spazio glorioso oramai crollato, nelle composizioni delle sue parti atterrate e scomposte, nei marmi lucenti ridotti a calce ma nelle mura scheletrite, nelle grotte degli anfiteatri, dove “un volgo disperso repente si desta” e accende i suoi bivacchi. Poiché questa discussione è nata sull’opportunità o meno di chiudere con cancellate Trinità dei Monti, come qualche tempo fa si discuteva se con una cancellata fosse necessario difendere il Pantheon, non ho nessuna difficoltà personale a lasciare che la gente bivacchi e svolga i suoi piccoli commerci dove meglio gli aggrada e dove provenienze diverse si mescolino su quei gradini elaborati tornati ad essere solo nuda pietra dove sdraiarsi a dormire, Siamo di fronte a un lento crollo o a una violenta rivoluzione? Chi lo sa? Però credo che le importanti parole di Stefano e di tanti altri siano come piccoli buchi di quella che una volta era un’importante diga, difesa duemila anni fa dalle legioni e fino a ieri difesa da una cultura, comunque sia, la nostra cultura, elaborata nei secoli con fatica, sudore e sangue. Quei buchi si allargheranno sempre più sotto una spinta sempre più poderosa? Temo che se anche ci fossero dei coraggiosi pronti a sacrificare le loro dita per tenere sotto controllo quelle falle, essi verrebbero derisi o incriminati da una legge di necessità superiore alle nostre leggi sempre più vuote di senso.
Do una notizia : i barbari sono da tempo al comando della Pubblica Amministrazione soprattutto a Roma. E sono tutti Italiani.
A me me tocca fallo pe’ lavoro, de mette er dito nelle falle e t’assicuro che alla fine a ride sarò io. Che poi nun se tratta de tappa’ buchi ma de taja’ le catene de comando.
Con stima e affetto
Maurizio
Caro Sergio, grazie delle tue riflessioni sempre interessanti. Vedo Roma e non solo Roma, la vedo definita da cancelli, cancellate, cancelletti, recinzioni. Anche questo ci rappresenta, siamo noi, la nostra cultura, quella delle inferriate ben ammorsate alla calotta cranica.
Condivido!
E così piano piano, goccia a goccia, ciò che è di tutti diventa di pochi; togliendo ai molti per dare ad alcuni. Succede così da più di 30 anni, dai soldi che transitano dai meno abbienti per confluire, in un modo o nell’altro, nelle casse dei più ricchi, dalla bellezza delle nostre città che sfiorisce svenduta e transita, da ricchezza di tutti, nelle tasche di pochissimi sotto forma di rendita di ogni tipo.
Caro Maurizio, possiamo dunque dire senza tema di smentite, che questa è l’estetica della città storica sotto il dominio o nell’epoca del turbo-capitalismo ! Personalmente azzardo a dire che questa è l’estetica e l’etica del neo-capitalismo e diffido profondamente di qualsiasi altra interpretazione.
È noto che la logica e gli interessi commerciali confliggono con altre logiche e interessi ma poi il frattale diventa interessi e logiche commerciali contro altre logiche e interessi commerciali e all’interno delle stesse logiche e interessi commerciali confligge la logica e l’interesse di ogni singolo commerciante di qualcosa contro un altro commerciante della stessa cosa. E tutto ciò avviene quasi esclusivamente nell’alveo di una strada. Se poi aggiungi interessi e logiche di residenti e transumanti a piedi o motorizzati….Uno scontro di Titani ! Alla fine vince sempre colui che ricorrendo al TAR riesce farsi dare ragione.