I MISTERI DI TOR VERGATA … DA CALATRAVA A ZAMPOLINI (2) …

Da Giusppe Strappa: …

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RISPOSTA DEL RETTORE DI TOR VERGATA GIUSEPPE NOVELLI ALL’ARTICOLO DI GIUSEPPE STRAPPA

«Non sapevo che all’università ci fosse Sherlock Holmes»

“Nulla di più sorprendente e appassionante per un genetista come me: la mutazione genetica che trasforma un architetto di chiara fama, in un sagace e moderno Sherlock Holmes.
La storia che ha raccontato il 17 luglio Giuseppe Strappa sul Corriere della Sera, a colpi di citazioni cinefile (magari efficaci, ma – a dir il vero – non troppo auliche) e ricostruzioni storiche teatralmente convincenti, a tratti affabula l’incredulo lettore, molto più di un noto… romanzo criminale.
Al di là delle facezie, il mio è un duplice serio invito: alle (competenti) Forze dell’ordine e Autorità giudiziarie di far chiarezza sull’eventuale “lato oscuro” di questa faccenda, al Prof. Strappa di illuminarmi di persona sui possibili misteri (appunto, a me ancora sconosciuti) su cui concentrare il mio impegno come Rettore dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, affinché l’opera imponente di cui si parla – nata con l’obiettivo di dar luce ad una periferia spesso troppo dimenticata – non sia destinata ad essere abbandonata e mangiata dalle formiche (come nella storia della stirpe dei Buendia, condannata a 100 anni di solitudine) nel mezzo di un Campus internazionalmente apprezzato per la ricerca d’eccellenza e la qualità della didattica.”

Corriere della Sera di sabato 19 Luglio

 

rettorato tor vergata

REPLICA DI GIUSEPPE STRAPPA

“Egregio Rettore,
Rispondo per le vie brevi alla Sua lettera al Corriere del 19 scorso e, vista l’importanza dei problemi che solleva, chiedo al prof. Giorgio Muratore di ospitare questa replica nel suo blog aprendola alla pubblica discussione.

Mi fa piacere che il mio articolo L’abbia messa di buon umore. Ne abbiamo bisogno.
Il tono della Sua lettera mi permette peraltro di osservare, altrettanto simpaticamente, che anche la Sua replica al Corriere è il segno di una mutazione genetica. Sono trent’anni che scrivo di architettura sui quotidiani, ma non mi era mai capitato che qualcuno mi dicesse, nella sostanza, di farmi gli affari miei. I tempi cambiano, ne prendo atto.
La vorrei comunque tranquillizzare: continuo a fare il professore e non il detective. Ritengo però che il mio dovere non preveda di mettere la testa sotto la sabbia, come gli struzzi, ma di chiedermi quale futuro aspetti i giovani, a volte bravissimi, che laureiamo. E quindi: come mai tante opere pubbliche vengono affidate senza concorso, perché le condizioni dell’architettura romana sono quelle che sono, cos’è che non funziona visto che abbiamo forse la migliore cultura architettonica e tra le peggiori architetture contemporanee al mondo.
Per questo continuerò, finché qualcuno mi darà spazio, a scrivere articoli come quello che Lei tanto disapprova. Dove non riporto il risultato di indagini, come Lei dice, ma commento fatti ampiamente noti, che dovrebbe conoscere.
La vicenda dell’Aga Motel, di proprietà del boss Nicoletti, ha occupato le pagine dei giornali per mesi; le rovine della Cittá dello Sport sono sotto i suoi occhi; l’aspetto del nuovo edificio è indicato dal cartello di cantiere; la notizia, mai smentita, dell’affidamento dell’incarico è stata pubblicata, tra l’altro, anche dallo stesso Corriere della Sera (Gian Antonio Stella, L’ amico della «cricca» nella nuova Tor Vergata, dove si parla, a proposito, anche dell’incarico per la nuova Facoltà di Giurisprudenza).
Le sembrano proprio “facezie”? O problemi che possa risolvere l’Autorità giudiziaria?
Anche se, come è probabile, non è stato commesso alcun reato, resta la preoccupazione, che ci riguarda tutti, che le lezioni del passato non servano a nulla. Non é bastato il disastro di Calatrava per capire che i progetti delle grandi opere non possono essere spot pubblicitari, che le scelte vanno condivise.
Mi può spiegare perché il progetto della nuova sede del Rettorato non è stato oggetto di concorso? Perché incarichi importanti vengono affidati ad personam dalla concessionaria? Perché all’ eccellenza scientifica di Tor Vergata, che nessuno discute, non si è riusciti a dare l’immagine architettonica che merita?
E, visto che ci siamo, mi può cortesemente chiarire perché la sua nuova sede dovrà essere ospitata in una costosa sfera, forma adattissima ai pesci rossi ma tanto poco agli umani?
Lei ci annuncia che saranno opere come queste “a dar luce a una periferia spesso troppo dimenticata”. Ottima battuta, ma è meglio che non lo dica, mi permetto di suggerirLe per il Suo bene, agli abitanti di Vermicino, di Morena o di Torrenova…..
Cordiali saluti,
Giuseppe Strappa

I MISTERI DI TOR VERGATA … DA CALATRAVA A ZAMPOLINI …

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3 risposte a I MISTERI DI TOR VERGATA … DA CALATRAVA A ZAMPOLINI (2) …

  1. sergio 43 ha detto:

    E che sara’ mai! Dopo la pinna dorsale dello squalo, un pesce palla non e’ disdoro!
    A parte gli scherzi, in questo modo ridicolo si presenta un Rettore?

  2. Andrea_B ha detto:

    Non entro nel merito…
    Intervengo solo per dire che ho conosciuto da studente L’arch. Strappa (era mio assistente nel corso del prof. Manfredi Nicoletti) e ne apprezzai allora la chiarezza e la pragmaticità; ora lo segue “da lontano” tramite i suoi articoli sul Corriere, e quelle stesse caratteristiche le ritrovo e continuo ad apprezzarle. I suoi articoli (questo sull'”affare” Tor Vergata come gli altri) tutto fanno fuorchè “affabulare” gli increduli ed “ingenui” (questo non lo dice il rettore ma lo pensa) lettori… anzi sono sempre chiari, “educati” e vanno come spade dritti al nocciolo delle questioni…per amore e rispetto degli importanti argomenti trattati…
    Trovo invece davvero ignorante e saccente l’intervento del rettore (proprio non mi va di scriverlo con lettera maiuscola), poche righe stupide e presuntuose, irrispettose dell’intelligenza del lettore, lettore che sa bene come stanno le cose (come le sa il rettore che finge un irritante stupore) e che si fa le stesse domande con cui L’arch. Strappa chiude la sua fin troppo educata controrisposta…
    Risponda a quelle, se ne è capace…

  3. Anna Civita ha detto:

    Mi intrometto anch’io dal mio piccolo e dal mio basso per segnalare che tutto ciò che è pubblico e che riguarda l’istruzione e la cultura non è facezie e che l’ambiente giusto aiuta le menti ad elaborare meglio.
    Che di tali facezie si deve occupare e bene e approfonditamente l’autorità giudiziaria, perché forse non è detto che non siano stati commessi reati e che le lezioni del passato non sono state ancora capite, manco dalla dormiente società intellettuale , così loro si auto- definiscono e francamente un Rettore manco se lo doveva sognare di replicare in tale modo , quasi ammiccante su casi talmente seri. Sono offesa da cittadino, da lettore e da architetto.

    L’architettura è sempre un opera sociale, tanto più opere pubbliche, quindi le scelte vanno condivise e discusse e nessun vero Architetto deve pensare di essere fuori dalla discussione! Altrimenti cambi mestiere.
    E , illustrissimo rettore, mi può spiegare anche a me perché il progetto della nuova sede del Rettorato non è stato oggetto di concorso? Perché incarichi e cariche importanti vengono ancora affidati ad personam ? E perché all’ eccellenza scientifica di Tor Vergata, come di molte altre, non si è riusciti a dare l’immagine architettonica che merita?
    E, visto che ci siamo, mi può cortesemente chiarire perché la sua nuova sede dovrà essere ospitata in una costosa sfera, costosa anche in termini ecologici e di architettura eco-bio compatibile ( visto che è genetista) , forma adattissima ai pesci rossi ma tanto poco agli umani?
    Anche, anzi, soprattutto un genetista capisce , o dovrebbe, le ragioni profonde della triade vitruviana :
    firmitas (solidità);
    utilitas (funzione, destinazione d’uso);
    venustas (bellezza)…….
    la spirale di un DNA fa proprio questo, senza laurea e senza incarico ad personam, ma è perfettam !!
    Infine dall’alto del mio basso, in che modo un opera che forse mai riuscirà ad essere finita e di tale scarsezza architettonica e funzionale dovrebbe ” dar luce a una periferia spesso troppo dimenticata” , ah ….ad esempio tipo la città dello sport????! Ottima battuta grazie per averci fatto fare delle gran belle risate!!!
    Cordiali saluti e scusate se mi sono permessa di intromettermi nella discussione di cotante menti!

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