I MISTERI DI TOR VERGATA … DA CALATRAVA A ZAMPOLINI …

rettorato tor vergataDisastri dell’architettura

I Misteri di Tor Vergata

“Ognuno ha l’architettura che si merita.

Un’opera importante richiede committenti intelligenti, capacità finanziarie, idee chiare, oltre che bravi progettisti.

L’architettura è l’espressione di un processo.

Per questo la disastrosa vicenda dell’università di Tor Vergata rappresenta, credo, la sintesi estetica più autentica dei fallimenti (amministrativi, politici, gestionali) che si sono succeduti in questa città. Perché la Seconda Università di Roma non é solo una delle tante occasioni mancate. E’, piuttosto, la coerente rappresentazione dell’incapacità di dare ordine alle cose, di resistere alle forze centrifughe che rischiano di minare ogni grande opera.
Già la sua prima sede fu, a dir poco, inopportuna: quell’Aga Motel di cui s’interessò a lungo la Criminalpol, costruito da Enrico Nicoletti, famoso boss della Magliana.
L’insediamento successivo, progettato da Rebecchini e Lambertucci, di un dignitoso razionalismo, era basato su un percorso che sembrava spingersi in direzione della borgata Giardinetti ma che evitava, in realtà, di stabilire qualsiasi rapporto con la vita della città che scorreva ai suoi margini.

Poi, nel 1981, la concessionaria Vianini affidò allo studio Valle un progetto di sviluppo dell’università. Basato su un pedante disegno ottocentesco, il piano sarebbe comunque stato capace di regolare le nuove espansioni. Invece si é proceduto per episodi isolati, autonomi, col risultato che i diversi edifici (anche ambiziosi, come la sede dell’Agenzia Spaziale) vagano, come in attesa, in uno spazio informe e dilatato che tutto appiattisce.

É in questo contesto che è apparso il progetto messianico della Città dello Sport di Santiago Calatrava.
La sua presentazione nell’Aula Magna della Sapienza è stata uno spettacolo indimenticabile. Davanti agli occhi di una stupita ministra Gelmini scorrevano prospettive abissali, visioni oniriche tra Speer e Flash Gordon, esaltate dalle potenti note, addirittura, della marcia trionfale dell’Aida.

“Ma sto’ Calatrava c’è o ce fa’?” ironizzava qualche docente romano. Sembrava uno scherzo ma tutti si resero conto, alla fine, che si trattava di una tragicomica maledizione, di un progetto dai costi incontrollabili, predestinato, che avrebbe prodotto solo gli imbarazzanti ruderi abbandonati, oggi, a ridosso dell’autostrada.
Eppure, mentre declina la stella dell’architetto spagnolo, tra denunce e cause per danni negli altri cantieri sparsi per il mondo, il suo piano per Tor Vergata, ispirato al Circo Massimo, non sembra abbandonato. E’ ora in costruzione, a conclusione del suo monumentale asse, la nuova sede del Rettorato. La “Torre di Babele”, qui prevista in origine da Calatrava, è stata cancellata, ma non la voglia del famolo strano: gli uffici del rettore, la sala per conferenze, la biblioteca saranno trionfalmente ospitati in una scintillante sfera alta 33 metri.

Il progetto é stato affidato, rigorosamente senza concorso, a un architetto altrettanto noto, quell’Angelo Zampolini che è salito da tempo agli onori delle cronache per le disavventure immobiliari del ministro Scajola …”

Giuseppe Strappa

Corriere della Sera, 17 luglio 2014

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L’ amico della «cricca» nella nuova Tor Vergata

ZAMPOPALLATORVERGATA …

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