Contro l’accordo per l’Appia Antica
fra ministero Beni culturali e società Autostrade per l’Italia
«Il Tempo» del 9 luglio dà notizia dell’Operazione Grand Tour per l’Appia Antica che la società Autostrade per l’Italia propone al ministero per i Beni culturali. Un’operazione inverosimile con la quale la società si candida a definire il progetto e a contribuire a un nuovo modello di gestione dell’Appia Antica affidato a un’unica cabina di regia. Si conferma in tal modo la strategia cara al ministro Dario Franceschini di depotenziare le soprintendenze, sottomettendole di fatto a soggetti estranei al mondo istituzionale, alla cultura e alla ricerca. Ci riserviamo di entrare punto per punto nel merito della proposta, limitandoci per ora a denunciarne l’aspetto più sconcertante: la mobilità privata su gomma come elemento irrinunciabile e caratterizzante dell’Appia Antica. La società è pronta a mettere a disposizione le proprie tecnologie autostradali, realizzando attività di comunicazione e marketing, punti di ristoro, laboratori e mostre. La società Autostrade fa il suo mestiere e si comprende il suo interesse a occuparsi di un luogo di eccellenza. Sorprende invece il ministero per i Beni culturali, in primo luogo perché la regina viarum la si percorre a piedi, in bicicletta, a cavallo, in carrozza, con qualche bus elettrico, ma soprattutto perché delegittima le proprie strutture che, da tempo, e proprio sull’Appia Antica, hanno costruito spazi pubblici straordinari, apprezzati da cittadini e turisti. In nome di Antonio Cederna, l’uomo cui si deve la salvezza dell’Appia Antica e la modernità della sua concezione, ci opponiamo con determinazione all’accordo Beni culturali società Autostrade e, in nome di Antonio Cederna, lanciamo un appello a quanti in Italia e nel mondo civile non sono disposti a barattare la storia e la cultura per un piatto di lenticchie. Roma, 14 luglio 2014
Associazione Bianchi Bandinelli, Comitato per la Bellezza, Salviamo il paesaggio, Italia Nostra Roma, Rete dei comitati per la difesa del territorio, eddyburg
Il problema, comunque importante, dell’intervento del privato nella manutenzione dei beni artistici e archeologici credo si risolva in uno stretto patto tra le amministrazioni pubbliche e il mecenate. Le Soprintendenze, il Ministero hanno la responsabilita’ della qualita’ dell’intervento e della oculata gestione del generoso e necessario intervento economico. Quindi non meniamocela con l’interesse puramente mediatico piu’che ideologico pubblico si’-privato no. Non si capirebbe l’ostacolo frapposto all’offerta Della Valle per il Colosseo mentre e’ passato nel didinteresse l’intervento privato sulla Piramide Cestia (ambedue, a quello che sento, con risultati molto promettenti).
Se l’intervento di Autostrade varra’ soltanto come riconoscimento all’importante Societa’ dello specifico interesse per la conservazione della prima Autostrada della storia, non le si possono che spalancare i portoni.
Il problema invece deve essere spostato sul piano di un ben altro problema in cui potrebbe essere coinvolta, dopo lo svolgimento di un regolare e non corruttivo bando, di nuovo la Societa’ Autostrade per il suo know how in materia. Il problema della Via dell’Appia Antica usata come strada di scorrimento tra la zona Est e la zona Sud della citta’ puo’ essere risolto soltanto con il sottopasso del sistema Parco degli Acquedotti-Parco della Regina Viarum. Altrimenti l’importante e fondamentale area verde si ridurra’ come Villa Borghese, tagliata a brani dal bisturi del traffico che, come un flusso alluvionale trovera’ sempre la via piu’ facile per defluire. Il prolungamento del Viale Togliatti, praticamente dalla Bufalotta all’EUR, sarebbe anche un minimo risarcimento e forse un’altra possibilita’ all’intuizione dei Piccinato dell’unidirezionalita’ dello sviluppo cittadino invece dello sfruttamento centrifugo del sistema delle vie consolari. Intravederei anche il ricongiungimento della linea “Palmiro Togliatti-EUR” con l’oramai inarrestabile linea “EUR-mare”. Si salderebbero le due piu’ importanti intuizioni urbanistiche per uno sviluppo non deturpante della Citta’ Storica.