“ Anche io lo trovo un ottimo intervento. Altrimenti sarebbe come dire che anche Santa Maria del Soccorso di Ischia fa schifo. D’altronde nella veste attuale, hanno solo cent’anni di differenza.
Invece un’altra cosa mi intriga, per sapere come ragiona un architetto.
Posso supporre che Michele Busiri Vici per l’elegante fianco della chiesetta, generalmente la parte meno interessante di un edificio religioso, abbia voluto rievocare il sorprendente fianco del Duomo d’Orvieto con le sue cappelline absidate?
Se non ricordo male, un altro interessante esempio di ambiente mosso lungo i fianchi da ritmate cappelline aggettanti era il Triclinio Leoniano dell’antico Palazzo Lateranense. Altri esempi non ne conosco.
Come si sa, la memoria di quel Triclinio rimane nella grande abside mosaicata “en plein air” alle spalle della Scala Santa. Mi sembra un dettaglio raro, un dettaglio prezioso. Se di queste cose, per mia mera ipotesi, il Busiri Vici ha tenuto conto, non si può certo dire che la Chiesetta sia una schifezza.
Che sto a di’? Vabbè!
Anche a me non dispiace.
Gli interni son particolari, e con lo sesso linguaggio son stati realizzati gli interni di molte ville della Costa Smeralda. Poi va be’ l’acquasantiera e’ un guscio d’ostrica gigante incastonato nella muratura, siamo pur sempre in una localita di mare piuttosto kitch, pero’ e’ interessante il pavimento e anche la luce interna. Mi capita spesso di passarci.
Diciamo che e’ un linguaggio che ha avuto molta fortuna in Gallura e le prime lottizzazioni di Porto Cervo hanno seguito questo stile, che con il corso degli anni si e’ imbastardito.
Il “colonnato a menhir” dell’ingresso e’ un must ormai.
Il problema e’ che certi linguaggi messi nelle mani di qualche geom. o arch. “fantasioso”, sono delle incognite. Per decenni in questa zona hanno lavorato dei bravi professionisti, che lavoravano anche per clienti facoltosi e con buon gusto; quindi il risultato finale era ottimo. Col passare del tempo, quando questo e’ diventato moda, sono apparsi progettisti mediocri e committenti non proprio illuminati e lo “stile costa smeralda” ha riempito di cemento, archini e archetti tutta la costa.
Di Gaudi ce n’e’ uno ogni secolo…
La cosa che mi colpisce di più di questa chiesetta è l’uso dei monoliti in granito a sostegno della modesta copertura … Per quanto se ne possa giustificare l’utilizzo per i motivi che bla .. bla.. bla … devo dire che alla fine mi lasciano con un grande punto interrogativo…
?
Si tratta:
di Metafora di un più ampio concetto che vorrebbe che per raggiungere modeste prestazioni si deve fare tanta fatica ? Concetto molto vicino alla concezione cattolica della vita terrestre;
di sarda dimensione Flintstoniana, tutta de bicipide e senza cervello, eredità dei luoghi … tanto per capirci…per cui invece de utilizza’ tronchi di Ginepro o altro albero hanno utilizzato la prima cosa che hanno trovato?
di vendetta dell’architetto che magari non s’è trovato bene co le maestranze sarde (sempre spigolose) per cui alla fine ha detto: “a regà’ .. fin’adesso avemo giocato … mo ve spezzo la schina!”
Più che al Duomo di Orvieto, per quanto riguarda l’andamento polilobato dei finachi, mi sa che l’architetto sarà stato “suggestionato” (suggested) dall’architettura tipica del complesso nuragico, di cui forse quello di Palmavera può darci interessanti informazioni in tal senso, e non ultimo il tentativo di ibridarsi con quella “fantasticata” immagine ritenuta tipica (non so quanto) e derivata dalla cultura sardo-ispanica di cui però nel contesto non approvo l’uso in quanto appunto fantasticata e mai effettivamente realizzata sul territorio sardo … nella sostanza più un derivato della influenza di Savin Couelle con il quale M.B.V. Si è “sparato” la Costa Smeralda, che credo sia oggi il luogo più finto della sardegna … ecco … una specie di Disneyland del mare … rielaborata attraverso un non meglio identificato modello di architettura mediterranea che in sardegna, come interpretata da Couelle e compagni, certamente, non è mai esistita …
Veni Vidi Vici-ous …
Caro Sergio 43,
tutte le osservazioni che Lei fa sono giuste, se ne possono fare altre. I ragionamenti sul passato di Aldo Rossi erano giusti e in questo era un maestro. Modesto è il risultato creativo di Rossi e questo in discussione. E’ stato chiamato un professionista per fare la chiesa e lui ha fatto quello che poteva . Si come non si sa come fare le chiese meglio non inventare , assemblando. Forse meglio copiare e quando più indietro tanto meglio.
… E quali sarebbero le analogie con Santa Maria del Soccorso? …
… non sarà mica per il fatto che è bianca?
… oppure perche chiesetta di un altro luogo di vacanza “da presuntamente ricchi à la page”?
a me .. come dire … santa Maria del Soccorso mi sembra un poco più … “chiesa” …