Corazzieri a piedi, quest’anno la parata è all’insegna dell’austerity
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Beh, Prof., che vuole che le dica? Anche io sono rimasto un po’ basito quando al ritmo di “Fratelli d’Italia”, ho visto ‘sti baldi giovanotti portarsi sulle spalle, come l’anno scorso, tutta la loro bardatura scintillante mentre gli stalloni, o castroni? boh!, irlandesi, stavano in caserma a masticarsi a sbafo la loro razione di fieno. Mi son messo a canticchiare: “Mamma, ti ricordi quando ero “poveretto”……Se vedi ‘n ermo che cammina solo….”. Altrettanto effetto mi hanno fatto i piloti che “marciavano compatti in fila per tre col resto di due” mentre le loro macchine volanti se la dormivano della grossa negli hangar silenziosi e allora mi torna in mente: “E gira, gira l’elica! Romba il motor! Questa è la bella vita, la bella vita dell’aviator”. Siccome è certo che la situazione economica non sarà migliorata il prossimo 2 giugno nè negli anni a venire, non sarebbe meglio, invece di questa mortificazione, abolirla del tutto ‘sta Parata? Basta e avanza la visita, estesa a tutto il giorno, dei Giardini sul Colle. Le giustificazioni sono plausibili: “Ragazzi, ci sono altre necessità”, “Ricordiamoci dei fratelli terremotati”, “Bambole, nun c’è ‘na lira” che poi è la verità e tutto, intorno a noi, ce lo mostra in questa Roma Capitale: lo stadio del nuoto di Calatrava, la nuvola di Fuksas, l’acquario del laghetto. Per esempio, ho appena letto sul giornale di oggi uno sconsolato articolo sulla situazione di degrado di Villa Rivaldi dovuta a mancanza di fondi, a dieci metri dal palco presidenziale, a cento metri dal Campidoglio, a duecento dal Quirinale e a trecento da Montecitorio.
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