Giovanni Galassi :G su: La doppia parrocchia San Massimiliano …
“Come un investigatore da due spicci credo di aver capito che dietro le due chiese ci sia lo stesso “direttore artistico” (autore delle icone):
Kiko Argüello, l’iniziatore del Cammino Neocatecumenale (vi lascio il gusto di googlarlo).
Pittore affermato, nel 1964 all’età di 25 anni, durante una crisi esistenziale lascia tutto e va a vivere in una baracca di un quartiere malfamato di Madrid, tra zingari, barboni e prostitute.
Con una Bibbia e una chitarra, insieme a una suora missionaria comincia a parlare di Dio e di Gesù Cristo a questa gente. Nasce così tra i poveri la prima comunità del Cammino Neocatecumenale che, grazie all’allora arcivescovo di Madrid, diventa un “seme” piantato prima nelle parrocchie di Madrid, poi a Roma e in tutto il mondo. [dal sito della S.Paolo edizioni].
Gli architetti indicati come autori delle due chiese, improntate a una simbologia pop nelle forme e nei materiali, sono solo prestanomi. Gli architetti santi timbrano tutto.
Ecco, caro Muratore, spiegata l’ineffabilità di queste architetture.
Questa architettura che piace tanto alla comunità delle persone che l’abitano, è quella che ci aspetta.
Con grande tristezza, con la sensazione di aver sbagliato tutto, vergognandomi di aver sprecato anni di studio,
ti saluto.”
ecco perché il “mostro” ci aveva colpito tanto …
solo perché all’oscuro di un mondo che ci sfuggiva del tutto …
e al quale, ci piaccia o no, vanno comunque riconosciute …
delle magari pericolose “qualità” comunicative …
primitive, barbariche, …
archetipe, pop, …
fauves, millenariste …
del tutto assenti negli altri tanti …
scipiti e pasticciati arzigogoli cultural-accademici …
di alcuni nostri patetici professorini …
o professoroni che dir si vogliano …
dai “martiri” canadesi alle “tegole” canadesi …
così va il mondo …
magari ci perplime e ci ripugna …
ma c’è sempre da imparare …







Da’ molto da riflettere questa idea di edificio chiesastico, pensata da un guru dei nostri giorni per persone che vogliono essere buone e migliori, una chiesa riproducibile ovunque e all’infinito e ottenuta filtrando dall’organismo architettonico solo quelle strutture cariche di significati sacri e simbolici (l’ottagono, l’oro ecc…) e abbandonare tutto il resto costoso e inutile.
Architettonicamente si parte dal livello dello stile “outlet”, a Roma e Madrid si schematizza la chiesa come a Castel Romano e a Valmontone si semplifica la città italiana riproponendo quanto basta per rappresentarne piazze e piazzette storiche: archi, colonne, pietre, pavet ecc.
E’ la fine di ogni tentativo di sacro e poetico in architettura, modernista o passatista che sia, tutto è ridotto allo psicologico ed emotivo. Se l’architetto deve giustamente adeguarsi, per rendimento economico, a quello che realmente gli è richiesto dalla cultura delle persone, non serve altro che lo stile outlet (e qui occorre fare tanto di cappello al campione di questo stile, quel Francesco Moschini che l’ha anche teorizzato e benedetto chiamando “dottoignorante” – ne abbiamo parlato altrove). Una dottaignoranza moderno o storicistica, moderna E storicista, dedicato al commercio o alla preghiera o all’abitare o al lavorare o…
Non ho più parole. Un risveglio brusco che mi capita in un periodo, naturalmente “non a caso”, in cui metto in ordine la mia libreria di architettura, vera e metaforica. Muratore da storico constata e fa il punto. Come critici possiamo dirci bravi di aver visto dove ci ha portato quello che è iniziato con Muratori, Venturi, Gehry…
E poi?
:G