“IL PONTE DEI PROFESSORI” …

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memmo54 su: UNA VERGOGNA … UN INSULTO … SCONCERTANTE … ABERRANTE …

…”il ponte dei professori”…
“Eletto per tenere le calli pulite, i conti in ordine, l’immagine a posto, l’amministratore fantasioso ( qui si sbertuccia Cacciari, ma si può anche intendere Veltroni, Formigoni, Rutelli, Alemanno ed altri …) s’imbarca in cose più grandi di lui: cose serie che comportano l’ impegno di molte persone, notevoli risorse economiche, problematiche che non si risolvono nella consueta dialettica cartacea, o mediatica, in cui non sembra nemmeno troppo versato.
Lasciando, come si può agevolmente vedere, delle ricadute ( ..leggasi buchi nel bilancio…) l’immagine di una società di allegre ranocchie che si gonfiano fino all’inverosimile per assomigliare a ciò che non sono, ne potranno -rectius… “dovranno” – mai essere..
Probabilmete, tra qualche tempo, i più non si ricorderanno di chi ha imposto ed approvato queste imprese; di sicuro però si formeranno (…se non si sono già formata…) un’idea cattiva, ma non irrealistica, della politica.
Forse è ora che chi si propone, nel suo ruolo, di operare delle modiche significative s’impegni prima a consultare i cittadini su fatti specifici e ben documentati.
In subordine anche una cauzione pari al triplo del valore del valore stimato andrebbe bene. Se non altro per demollire e portare tutto a discarica senza che le casse ne abbiano a soffrire.
Nell’antichità le cariche erano onerose ( …nel senso che si pagava per averle…si compravano insomma…)
Sembra un’enormità; in realtà erano molto più furbi, ed attenti, di noi: “ti vuoi divertire con lo stato, con l’erario ? Comincia a metterci i soldi tuoi. A questo punto in tanti si limiteranno a fare ciò per cui sono stati eletti; soprassederanno a fisime e Desideri, ai compiti imposti dall’appartenenza ai propri tempi.
Nessuno perderà alcunchè. Venezia era bella anche prima del ponte. Un passatista potrebbe anche azzardarsi a sostenere che era più bella prima…
Si sbaglierebbe di molto ?
Le scomodità si cacciano l’un l’altra come i chiodi: dovevamo fare il giro lungo per arrivare sull’altra via ? Siamo stati accontentati: al modico prezzo di decine di milioni di euro proviamo l’ebbrezza di scivolare sul vetro o rotolare in una capsula spaziale come a Disneyland.(.. certi luoghi sono a doppio taglio…imitano il passato ed anche il futuro…)
Nel caso, invece, fossimo seriamente preoccupati dell’immobilismo a cui porterebbe una simile eventualità dovremo anche considerare che ci si è spinti molto innanzi ,in questo ultimo secolo, e la soglia del “precipizio” è visibile anche senza occhiali.
Se non si è in grado di” fare” e “pensare” contemporaneamente (…bella difficoltà…tutta umana..) potrebbe essere opportuno dismettere l’ atteggiamento da scimmie ed inaugurare un secolo di riflessione.
Nessuno devrà portarci da qualche parte: se vorremo avventurarci dovremo andare da soli.
Saluto

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2 Responses to “IL PONTE DEI PROFESSORI” …

  1. Pietro Pagliardini ha detto:

    Difficile dare torto a memmo54. Eppure c’è da chiedersi se sia più colpevole la politica o la tecnica. E’ un po’ come interrogarsi se sia nato prima l’uovo o la gallina.
    Come non provare una certa compassione per questi amministratori irretiti dal grande nome! Poniamo che quel ponte servisse. Immagino che qualcheduno abbia detto fosse utilissimo. Chi se non un architetto/urbanista? A Venezia c’è lo IUAV, mica bau bau micio micio. Poniamo che il nostro filosofo lo volesse pure bello. Aspirazione lodevole in sè, da filosofo certamente, da uomo di cultura. Chi chiamo? Chi oserebbe rischiare di chiamare un ignoto architettino di provincia rischiando vieppiù di essere tacciato di visione ristrette? E poi, è arcinoto, quello bravo, per definizione, viene sempre da fuori.
    E allora, chi fa i ponti (al tempo)? Calatrava, ovvio. Tra l’altro, è ingegnere oltre che architetto. Quindi il filosofo, dopo una filosofeggiata, deve aver ritenuto di essersi messo con le spalle e con le chiappe al sicuro. E poi, leggo su Wikipedia che Calatrava ha regalato alla città il progetto esecutivo. Non si può rifiutare un cadeau del genere! Sarebbe uno schiaffo alla cultura, una figuraccia mondiale.
    O certo, non che sia ingenuo il nostro, non che non si aspettasse critiche sulla forma, sulla modernità, sul contrasto e sul contesto, ci sono sempre antichisti nostalgici scassaballe, tra i cittadini e tra gli architetti. E poi c’è Italia Nostra, il comitato No Bridge e quant’altro.
    Ma sono critiche “positive” per l’immagine: si parla di cultura, si discute, ci si accapiglia. sono funzionali al rilancio della città. effetto Venezia dopo quello Bilbao. Il mondo intero ne parlerà. L’intoccabile Venezia non è più un museo, è una città vera. E poi la Fenice è stata ricostruita com’era, quindi su quel fronte c’è copertura.
    Risonanza mediatica, si passa alla storia, quel ponte sarà di Calatrava ma anche. Umana debolezza, parte integrante del potere.
    E chi poteva immaginare, con tanto nome, che il problema fosse quello di far stare in piedi il ponte e chi ci passa sopra? Tutto poteva pensare il nostro, ma sul fallimento della tecnica da parte del più tecnico tra le archistar proprio no.
    La vogliamo chiamare con il suo nome? Sfiga, nè più nè meno.
    Pietro

  2. Pingback: MAXIMA SFIGA … | Archiwatch

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