Simone commented on Questione di feeling …
Intanto a Torino….
Il Novecento in svendita ora tuteliamo i capolavori – Torino …
Il Novecento in svendita ora tuteliamo i capolavori
Il presidente dell’associazione culturale di architetti di Torino “Cittàbella” interviene nel dibattito che, partendo dal caso di Palazzo Gualino, venduto dal Comune e destinato a diventare un condominio di alloggi di lusso, si allarga al salvataggio di tanti altri capolavori dell’architettura
di ENRICO BETTINI
Ha iniziato la Fiat con la trasformazione del Lingotto (1916-1922/30), il più avanzato modello -impiantistico e architettonico- di fabbrica automobilistica fordista, il miglior esempio di architettura del ‘900 applicata alla nuova organizzazione del lavoro sviluppato in linee di montaggio: la fabbrica d’auto più bella d’Europa e del mondo intero è sparita. E’ rimasta la ‘scatola’ che a nessuna nuova generazione ricorda una gloriosa fabbrica.
C’è poi il clamoroso esempio del ‘Palavela’(1961) -altro emblema della sperimentazione delle strutture in C.A. del secolo scorso– utilizzato come una tettoia per alloggiarvi sotto la sede del pattinaggio su ghiaccio. A fianco del ‘Palazzo del Lavoro’ di Nervi, testimonia l’antitesi nella soluzione strutturale da dare alle coperture di ampi spazi: a volta, senza appoggi intermedi (il ‘Palavela’) o piana, poggiante su pochi pilastri interni all’area (il ‘Palazzo del Lavoro’). In questo caso non è stata salvata nemmeno la ‘scatola’ perché le immense vetrate che la racchiudevano non ci sono più! [NdS: intervento distruttore a cura di Gae Aulenti..]
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Torino sta distruggendo i suoi edifici più significativi
Il docente di Composizione architettonica del Politecnico di Milano interviene nel dibattito che, partendo dal caso di Palazzo Gualino, venduto dal Comune e destinato a diventare un condominio di alloggi di lusso, si allarga al salvataggio di tanti altri capolavori dell’architettura
di DANIELE VITALE
Palazzo Gualino a Torino sta per essere manipolato a tal punto da venire completamente distrutto. È uno degli edifici più importanti e significativi della storia recente della città, costruito tra il 1928 e il 1929 dagli architetti Giuseppe Pagano Pogatschnig e Gino Levi-Montalcini. Era stato commissionato da Riccardo Gualino, finanziere e industriale illuminato d’origine biellese tra i più importanti dell’epoca, ma anche uomo di cultura e grande collezionista d’arte, committente di architettura e mecenate nei campi del teatro, della musica e del cinema, mandato al confino nel 1931 per i suoi contrasti con i «poteri forti» del tempo.
(…)
Si assiste a uno paradosso davvero straordinario. Da un lato, a Torino si stanno costruendo centinaia di migliaia di metri quadrati di uffici in palazzi nuovi e in nuovi grattacieli, sulla spinta di grandi interessi finanziari e immobiliari, senza per altro sapere se con la crisi saranno mai utilizzati. Da un altro lato e contemporaneamente, si distrugge una testimonianza essenziale dell’architettura moderna destinata sin dall’origine ad uffici, per trasformarla in abitazioni privilegiate.
È ormai una acquisizione della cultura di tutti i paesi che i beni da tutelare non sono solo edifici di epoche remote, e che la conservazione deve e può riguardare le testimonianze più preziose del passato recente, assumendole come cardini e riferimenti dei nuovi progetti urbani. C’è un grande e poderoso patrimonio dell’architettura moderna che deve ad ogni costo essere preservato. Torino è stato uno dei centri italiani più importanti nell’elaborare i messaggi della modernità: eppure ha già distrutto in modo irresponsabile alcune delle sue architetture più significative [Vedi Palazzo Vela, NdS], e prosegue indifferente lungo questa strada.
Sconcerta la cecità di un’amministrazione che si dichiara democratica e avanzata, ma soggiace ad interessi privati e mostra così scarsa sensibilità per la cultura e la tutela delle sue eredità materiali. Ma sconcerta anche l’assenza di principi e il grado di opportunismo di una parte rilevante del mondo intellettuale e della stampa, che giustificano l’operazione, la sostengono, la motivano, mascherando il senso degli eventi e deviando la pubblica opinione.
Ricordo ancora un passepartout di oltre dieci anni fa (mi pare) nel quale Daverio ripercorreva tutte le recenti riconversioni industriali di Torino, e spiegava che la città si preparava a diventare “la Siena del XXXI (trentunesimo) secolo”. Mi sa che non aveva ancora visto come hanno conciato il Palavela..
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E per mettere ulteriori “chiappe alla griglia” (o carne al fuoco)
Dal sito del “progetto di riqualificazione”.
Il progetto di riqualificazione – Palazzo Gualino
Gli interni di ieri:
http://www.palazzogualino.it/palazzo-gualino-il-progetto-originario/
Come vedono gli interni oggi:
http://www.palazzogualino.it/gli-interni/
(cut&paste dal peggior catalogo ikea, ma a prezzi da cafoni arricchiti)
Le autorimesse (finto legno e maserati):
http://www.palazzogualino.it/le-autorimesse/
Gli architetti di ieri:
http://www.palazzogualino.it/gino-levi-montalcini-e-pogatschnig/
Versus gli architetti di oggi:
“Palazzo Gualino è in buone mani.”
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l’ennesimo progetto di “valorizzazione” che grida vendetta …
meglio la ruspa …
piuttosto che una beautification d’interni modello Eurosky …
Wegner e gli Eams vengono riediti nel peggior catalogo Ikea?
Case moderne ai parioli di Cesarina Gualino e’ sulla copertina dell’edizione Bur di Racconti romani di Moravia che ho comprato due giorni fa a Helsinki. Nata a Casale Monferrato, sara’ sicuramente una parente.
Saluti
http://www.google.com/imgres?q=cesarina+gualino&num=10&um=1&hl=fi&client=browser-ubuntu&channel=fe&biw=1024&bih=604&tbm=isch&tbnid=S0V_ClZZOQpaHM:&imgrefurl=http://www.arcadja.com/auctions/it/gualino_cesarina/prezzi-opere/321390/&docid=-sNJK7N45KnlOM&imgurl=http://images.arcadja.com/gualino_cesarina-palazzo_con_ponteggi~OM2a0300~10250_20071115_1388_335.jpg&w=284&h=222&ei=ve72T8fkOo3BswbBm9zlBQ&zoom=1&iact=hc&vpx=681&vpy=152&dur=41&hovh=177&hovw=227&tx=103&ty=122&sig=109129736753417133381&sqi=2&page=1&tbnh=122&tbnw=157&start=0&ndsp=19&ved=1t:429,r:4,s:0,i:80
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