DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE … alla “Madonnetta” …

acilia madonnetta

Riceviamo da Ettore Maria Mazzola e complimentandoci con lui per la tempestività e la completezza vi giriamo: …

“Caro professore,
 a gentil richiesta le riporto il resoconto dell’incontro odierno presso l’Accademia di San Luca
 Cordiali saluti”
Ettore

Cronaca di una celebrazione fuori luogo

Questa voce è stata pubblicata in Architettura. Contrassegna il permalink.

5 Responses to DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE … alla “Madonnetta” …

  1. ettore maria mazzola ha detto:

    Caro professore,
    pensavo di vederla … almeno in platea

    Cordiali saluti
    Ettore

  2. matteotusa ha detto:

    Reblogged this on matteotusa's Blog and commented:
    Bravo Ettore,
    anche reporter!
    Grazie

  3. isabella guarini ha detto:

    Interessante cronaca di Ettore Maria Mazzola sulle celebrazioni, presso l’Accademia di San Luca, dell’opera di Vittorio Gregotti, progettista dello ZEN di Palermo. ZEN! Sembra onomatopeicamente un luogo paradisiaco, di ritrovamento dell’armonia, con se stessi., invece è la sigla di un quartiere popolare di Palermo, Zona Espansione Nord, uno dei tanti inferni urbani di periferia, anonimi, generati dall’ortodossia del funzionalismo urbanistico e architettonico. Se le celebrazioni servissero a riconoscere gli errori e la non validità delle sperimentazioni urbanistiche, sarebbe un passo avanti nella mai conclusa ricerca della città per far abitare. Eppoi, diciamocela tutta, far parlare G.Amato è davvero una provocazione, un voler ancora salvare il fallimento di una cultura socialista italiana che non è stata capace di reggere alla caduta del Muro di Berlino. Un paradosso nostrano dal momento che, sconfitto il comunismo, sarebbe stata logica la permanenza del socialismo riformista europeo, quello della costruzione della città per rispondere al diritto naturale di abitare. Invece,, succede che il partito del socialismo riformista italiano viene spazzato via dalle macerie del Muro, non solo dalle inchieste di mani pulite, si fa per dire, ma dal fallimento culturale e dalla pochezza dei suoi rappresentanti, volti alla conservazione dei propri privilegi!

  4. Caro Ettore,
    intanto: grazie, però la tua cronaca immalinconisce assai, il che vuol dire che il tuo testo funziona non lasciandomi indifferente.

    Se, come ti aspetti, devo dar ragione di questa mia impressione, senza starci a pensare troppo per essere il più vero possibile, mi viene da dire che la tristezza deriva dalla constatazione che nemmeno un’età molto avanzata come quella di tutti i relatori alla conferenza possa essere garanzia di una maggiore consapevolezza della «realtà» dalla quale poi conseguirne una responsabile aderenza.

    In particolare mi ha toccato l’osservazione di Purini su Shangai quale modello d’avanguardia, penso intendesse la Shangai delle new town moderniste & passatiste (ma, a pensarci meglio, poteva essere anche una Shangai qualunque, una Shangai del Kublai Kan città invisibile e metafisica).

    Curiosamente, anzi no, “effettivamente” è la conclusione precisa cui ghignando arrivava anche Falso Cascioli l’altro giorno tra questi pixel, e la cosa lascia sconcertati (e un po’ anche compiaciuti nel sentirsi talmente protagonisti della critica semplicemente ridendo a denti stretti su un blog).

    Così, davvero, prendo brutale coscienza dell’equiparamento scombussolante a tutti i livelli castali dell’intellettualità in architettura: dalle altezze del professore universitario alla feccia del buffone di blog.

    Siamo arrivati ben oltre la crisi muratoriana e/o tafuriana.

    Adesso, passata la fine, non resta che restare attoniti mentre scorrono all’infinito i titoli di coda?

    Brevemente tuo,

    :G

  5. Basta chiederlo agli abitanti dello Zen, se quell’orribile mostro architettonico é stato veranente pensato per i veri bisogni degli abitanti o per fare un carcere per esseri umani innocenti e ignari! Come si può pensare che la gente posssa diventare migliore vivendo in “loculi” di quel tipo? Come possono i Baroni smentire il “maestro” che li rappresenta! Perché dopo due secoli gli architetti devono ancora litigare tra loro e dare un esempio così di cattivo gusto? Ormai abbiamo imparato a usare la stessa dialettica dei politicanti, dobbiamo correggere il tiro?

Scrivi una risposta a matteotusa Cancella risposta

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.