RETRO … SU … RETRO …

Schermata 2013-01-17 a 17.45.11

Proposal for Urban Regeneration of the Suburb ZEN, Palermo, Italy ..

Ettore Maria Mzzola su: FINALMENTE UN MANIFESTO RETRO …

“Grazie a lei professore
… lo definirei “Vintage”, che di questi tempi “fa più chic” tra gli intettettuali che contano!!
andando contro questo “manifesto”, ne approfitto per segnalarle che è stata pubblicata on-line la relazione che presenterò a Portland, Oregon,in occasione del 50° Convegno dell’International Making Cities Livable che si terrà a giugno. Si tratta del progetto di Rigenerazione Urbana dello ZEN di Palermo. Buona Lettura
questo è il link:
http://www.livablecities.org/node/492
a presto
Ettore

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6 risposte a RETRO … SU … RETRO …

  1. ettore maria mazzola ha detto:

    grazie per averci fatto un post

  2. ARCHITETTURA DEUS EX MACHINA

    Caro Ettore, letto tutto.
    Che dire: impressionante!
    Compresa la partecipazione del prete, il qualunquismo politico oggi più interessante del politicamente corretto, la rivoluzione industr… ops… artigianale, il rilancio dell’economia locale ecc…

    Su tutto, la spaventosa animazione per slide della macelleria messicana dello ZEN (altro che Grattachecca e Fichetto!) e, insieme allo ZEN (almeno ai miei occhi) il massacro di cinquant’anni (100?!) di architettura contemporanea, e con essa vite, intelligenze, sogni, speranze in un mondo nuovo immaginato non certamente miserabile, come in molti paesi è (cioè Svizzera esclusa), ma solo più essenziale nella sua povertà proletaria e “povertà” non è, ne è mai stato, un sinonimo di “miseria”.

    Ancora, e qui mi è dispiaciuto di più, hai inteso “giustiziare” simbolicamente con lo ZEN (indipendente dalla sua qualità in merito) un secolo di poesia di architettura moderna che non riesci proprio a vedere, comprendere, valutare proprio come non capivano i centri storici che tanto ci piacciono i Maestri del Movimento Moderno quando crudelmente li sventravano.

    La nota triste e indiscutibile è che, purtroppo, lo Stato Italiano non c’era alle spalle dello ZEN di Gregotti o del Laurentino di Barucci – questo l’errore di tutti i PEEP – e non c’è nemmeno adesso. Cioè il committente mancava e manca.

    Hanno funzionato solo le case popolari costruite in cooperativa dove gli abitanti sono fin dall’inizio i proprietari, vedi Casilino di Quaroni, un quartiere orripilante per quanto stupido il progetto (era già stupido il progetto di Muratori da cui è copiato) ma che nessun abitante (compreso l’amico 43) vorrebbe veder demolito.

    Le dimensioni stradali della Jacobs semplificate, asciutte in forme cubiche senza decori, ci sono, mi sembra, anche nello ZEN, erano un passaggio compositivo fondamentale nella gerarchia viaria, ma non hanno politicamente funzionato. Funzioneranno se strade delle stesse dimensioni saranno graziose e alle finestre ci saranno persiane?

    Perdonami ma in merito io sono ateo però ammiro la tua fede nelle possibilità dell’architettura, una fede da architetto di avanguardia di cento anni fa.
    Non una fede nella scuola, nei centri sportivi, nelle biblioteche, nei centri sociali, nella po-li-ti-ca della città, ma nell’architettura della città che ne dovrebbe essere espressione anche in sua assenza.
    Prima costruisco una città senza “uomini” poi, ispirati dalla sua forma, sapranno ben gestirla.
    Architettura deus ex machina.

    Però, caro Ettore, ti distinguo bene dal cinismo dei ben più spietati Fiorentino, Gregotti, Barucci e loro tardomoderni sodali (avevano tutti gli strumenti per valutare meglio la situazione), piuttosto appartieni alla schiatta dei VERI credenti (nell’architettura), ovvero ti metto al pari dei tuoi odiati Le Corbusier, Hilberseimer, Gropius, Oud etc. Questi sono i tuoi autentici fratelli di spirito non Giovannoni e Viollet Le Duc.

    Con te e il tuo spirito di vecchio stampo ideologico modernista capiamo meglio come dovevano essere i nostri amati/odiati/invidiati maestri: quanto ci dovevano credere… Alla distanza possiamo dire: che coioni!

    Mi aspetto che, all’inaugurazione del tuo primo quartiere passatista/modernista, scoppierai a piangere come Papà Corbu al primo giorno dell’Unità di Abitazione di Marsiglia per la quantità della sua/tua Fede c’era/ci sarà in gioco.

    Quello che mi dispiace per te (che personcina sensibile sono!) è che, di fatto, cento anni dopo, sei, purtroppo, la dimostrazione vivente di come si possano rabbiosamente far girare a vuoto (sprecare) generosità, entusiasmo, intelligenza, voglia di fare l’architetto (anzi l’ ARCHITETTO tuttomaiuscolo e il suo indiscutibile talento) in motore ingolfato da rococòcchetto e stradine curve.

    Con affetto e sincera stima,

    Giancarlo.

    • ettore maria mazzola ha detto:

      Caro Giancarlo,
      non so se ritenere più offensive le critiche ridicole dove mi accusi di aver fatto una

      ” macelleria messicana dello ZEN (…) e, insieme allo ZEN (almeno ai miei occhi) il massacro di cinquant’anni (100?!) di architettura contemporanea, e con essa vite, intelligenze, sogni, speranze in un mondo nuovo immaginato non certamente miserabile, come in molti paesi è (cioè Svizzera esclusa), ma solo più essenziale nella sua povertà proletaria e “povertà” non è, ne è mai stato, un sinonimo di “miseria””,

      o se indignarmi davanti all’ipocrisia dei vari “caro” “affetto” e “stima” e falsa ammirazione per le mia tenacia.

      Preferisco quindi non replicare per evitare di cadere nuovamente nel trabocchetto già visto del provocare per vedere la reazione necessaria alla “macelleria” alla Maria De Filippi che evidentemente a qualcuno piace tanto e che a me fa letteralmente pena.

      Sarei però curioso di sapere quali sarebbero quelle “intelligenze, sogni vite e speranze” cui alludi.
      Sono per caso quelle di Gregotti? Un personaggio che da un lato realizzava simili vergogne spacciandole come la “Nuova Gerusalemme, ovvero la città della società senza classi, libera, giusta e fraterna”, mentre dall’altro, intervistato da Enrico Lucci de “Le Iene” alla domanda: “perché se dice che è tanto riuscito e bello non ci va lei a vivere allo ZEN” la risposta fu “che c’entra io faccio l’architetto, non faccio il proletario!”

      Se avessi visto da vicino le condizioni dello ZEN, e se avessi partecipato anche tu alle discussioni (che tu ritieni appartenere al “qualunquismo” ti renderesti comunque conto che, a parte le infrastrutture, i sottoservizi, e il Cortile Gnazziddi che ho salvato, lì non c’è proprio nulla che possa salvarsi.

      Spero con questo di evitare ulteriori battibecchi inconcludenti e, soprattutto, le censure agli offesi piuttosto che a coloro i quali, non avendo di meglio da fare, passano il tempo ad offendere per problemi di fondo schiena (che non credo però essere i tuoi), sai a cosa io alluda.

      Ciao
      Ettore

      • Caro Ettore non indignarti perché l’ammirazione per la tua abnegazione e generosità è sincera così il valore ovvero la stima per quel che fai e lo dimostrano il mio interesse per i tuoi post e la voglia di mettermi lì a risponderti.

        Mi dispiace la tua impermeabilità a cento anni di arte e architettura e estetica moderne (non so che farci) e
        mi dispiace che sprechi verso di me anche la tua indignazione.

        Su Gregotti (che è comunque veramente odioso) rivedi il passaggio povertà-miseria.
        Se te la dico evangelicamente “beati i poveri perchè di essi è il regno dei cieli”, Luca, oppure ” beati i poveri di spirito (cioè che da ricchi hanno scelto di essere poveri) perchè di essi è il regno dei cieli, esagero sicuro ma è solo per concludere che il tuo Regno degli Dei alla Goscinny-Uderzo non mi pare quello di cui parla il figlio del principale.
        Ma spero proprio che ti costruiscano un quartiere, in Ucraina o in California, senza far danni ad altri.

        Siamo qui,
        ciaobau.

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  4. ettore maria mazzola ha detto:

    Caro Giancarlo,
    sai che non ho nulla contro di te, ma mi piace rispondere a tono.
    Voglio però fare una correzione al tuo tiro.
    Io NON sono impermeabile a quella che tu definisci “cento anni di arte e architettura e estetica moderne”, io SONO impermeabile all’EDILIZIA e alle schifezze spacciate per arte e prodotte in tre minuti per la gioia degli imbecilli che usano l’arte come mezzo economico.
    Per tua conoscenza, ma mi sembra strano che ti sia sfuggito, 2 o 3 anni fa ho pubblicato un articolo sul tempo in cui sostenevo la tesi di realizzare l’Arco di Libera all’EUR, ed ho perfino detto che se il Museo dell’Ara Pacis fosse stato realizzato all’EUR non mi sarei indignato perché quell’architettura lì avrebbe potuto risultare molto più integrata che dov’è … oviammente però utilizzandola per altri scopi visto la penosa illuminazione diurna dell’Altare.
    Quando faccio queste osservazioni però nessuno dice nulla, ma il senso è lo stesso di quando mi muovo in contesti diversamente caratterizzati. In questo Paese più che altrove vige la regola di due pesi due misure: se sostieni di costruire l’Arco di Libera sei bravo, se proponi di ricostruire gli edifici di via Giulia in maniera filologica sei un passatista. In pratica il passatismo e la “falsificazione della storia.” dipendono dal soggetto di cui si parla.
    La mia la chiamo COERENZA, ma so che l’onestà intellettuale dà molto fastidio a tante persone
    (Quest’ultimo passaggio è rivolto all’etere, e non a te)
    Un caro saluto
    Ettore

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