Pietro Pagliardini commented on ALTRE ZEPPE ITALICHE …
“Quello di Firenze è pure peggio di questo. Molto più grande, molto più alto, molto più inquietante. Il marchio è lo stesso. Un residuato bellico degli anni ’70 costruito con 30 anni di ritardo. Uno zombie praticamente.
Una macrostruttura molto costosa per un micropaese, ormai diventato “piccolo e povero”. Piccolo di mentalità e povero di cultura, di denari, di idee, di classe dirigente.
Non è che Marchionne avesse tutti i torti.”
Pietro






Almeno per me, Pietro, è duro dirlo ma i palazzi di giustizia costruiti nel “famigerato” ventennio hanno, pur nel loro aspetto severo,come deve essere d’altronde, “Dura lex sed lex”, un aria accogliente rispetto a questi, agghindati come specchietti per le allodole. Non sono degni neanche di essere chiamati, con affettuosa ironia, “Palazzacci”. Se ti ricordi comunque, abbattuti fasci littori e cancellati cavalieri col mascellone su bianchi cavalli, anche quelli, rivestiti di bianchi marmi invece che di curtain wall, erano negli stessi anni ’70 riguardati con lo stesso orrore e disprezzo, ideologico più che critico. Ma intanto, che c’era preso quarant’anni fa? Che cosa ci insegnavano, degeneri discepoli del Bauhaus? A riguardarle adesso non sono architettura moderna, non si sa più che cosa sono. Forse, e dico forse, eravamo influenzati dall’arte informale di quegli stessi anni? Speriamo che “Il Tempo, grande scultore”, come dice la Marguerite Yourcenar, sappia addomesticare pure questi aguzzi palazzoni pieni di concrete e metaforiche spine e che le generazioni future, dalla loro giusta distanza, sappiano riguardarle con curiosità (e indulgenza?)! A qualche studente tra un centinaio d’anni potrà pure venirgli la voglia di farci una tesi di laurea!
Sottoscrivo Pagliardini parola per parola.
Aggiungo che la cosiddetta “scuola fiorentina” di architettura non è mai esistita, leggere i libri di Carlo Cresti ad essa dedicati.
baci
c
Altro che poveri di idee, qui ce ne sono troppe (forse neanche una buona!) e almeno dieci edifici mescolati in uno!! Ad un bravo architetto basta anche mezza idea per fare un bell’edificio.
Il solito atteggiamento di chi commenta basandosi troppo sui fatti di cronaca, cronaca spicciola: “Ciccio bello” Renzi, gira in camper (scimiottando il camper dell’ulivo di Romanone…), rilascia dichiarazioni da tutte le parti, su tutto e su tutti…..ci ricorda, un giorno sì e l’altro pure, quanto sia giovane e bello (cicciobello appunto), quanti titolo abbia per “rottamere” questo e quell’altro. Poi attacca Marchionne – che si permette di indicare al Premier Monti, nella foto di rito davanti alla presentazione nuova 500 alluuuuungata, che sta coprendo la targa della Fiat – dicendoci che Firenze “è piccola e povera”.
D’accordo il palazzo di giustizia è qualcosa di scandaloso, poi postumo…figuriamoci se posso concepire – tra l’altro ci passavo davanti quasi tutte le mattine quando andavo a lezione all’Università, quindi l’ho visto venire sù – un lavoro del genere….io sono fermo a Kahm e Terragni……
Ma Marchionne? Parla come Crozza (e non viceversa)….ha un italiano che si commenta da solo…”il meccanico” Marchionne, come si definisce lui, dovrebbe “sciacquare in Arno” il maglioncino.
Firenze è la città dell’Alberti e di Brunelleschi, di Michelozzo e di San Miniato (senza il quale Leon Battista non avrebbe “teorizzato” nel suo trattato Santa Maria Novella), di Michelangelo e del Ricetto…….e poi così ad elencare…..
Ma di cosa stiamo parlando?
Renzi si ritenga fortunato di poter amministrare (e si preoccupi di quanto l’abbia o meno fatto bene) una città come Firenze e Marchionne …..non mi viene da aggiungere altro…se non stupirmi per il seguito che ha tra alcuni architetti che seguono troppo la cronaca delle dichiarazioni fatte all’Ansa.
MAURO
Mauro, l’uscita di Marchionne è stata inopportuna, ma una città come Firenze non può vivere della grandezza del suo passato e basta. Le grandi civiltà, se non sono alimentate con nuova linfa decadono. I fiorentini, come chiunque, devono meritarselo il loro passato, non darlo per scontato. Restano grandi le civiltà, e quella di Firenze è stata grandissima, anzi di più, ma la Firenze di oggi….. non produce cultura e non produce lavoro. Solo l’ironia dei fiorentini la salva, ma spesso è solo distruttiva.
Pietro