SPAZIALITA’ …

“Caro professore

il post del dott. Renato Pagani, Servire la buona architettura, con i commenti al seguito mi hanno ricordato una foto che ho fatto qualche sera fa in una strada che accoglie alcune gallerie d’arte con opere in vendita esposte all’aperto. Questa mi ha colpito e l’ho fotografata malamente con il cellulare. A lato c’è tutta una descrizione che in verità non ho letto.
Il titolo l’ho assegnato io, e l’ho chiamata “Spazialità”.
Mi ha colpito perchè era anomala rispetto a tutte le altre, figurative non infami ma di livello “balneare”, roba da portare a casa come ricordo, e poi per il fatto che non ne capivo il senso, tanto era diversa. Ho anche pensato: sarà per i russi!
Ma è stato un attimo, il tempo di scattare la foto e ho realizzato e mi è venuta un’idea maligna, da utilizzare, pensavo, per il cazzeggio su facebook. Ho testato l’idea su una cavia, un amico non esperto d’arte (ma chi è esperto d’arte!) e gli ho chiesto a bruciapelo: “Cosa mi dici di quest’opera?”. Lui mi ha guardato come ti guarda un cane quando lo rimproveri per essersi allontanato senza permesso ma ha azzardato timidamente: “Fontana?”. L’ha detto sapendo di sbagliare ma l’ha detto. Da qui è nato il “mio” titolo.
Ho capito che avrebbe funzionato su facebook, alla grande.
Poi me ne sono dimenticato del tutto, perchè la mia cattiveria dura poco, fino a quando il dott. Pagani me l’ha fatta rammentare e soprattutto il commento di waterfree con quell’ignobile testo tratto da Repubblica.
Certo non è originale come idea la mia, è una semplice replica delle Vacanze intelligenti di Alberto Sordi.
Gliela mando volentieri, anche se la foto è di scarsa qualità.
Dimenticavo la cosa più importante: è un espositore per piccoli quadri da appoggiare sulle mensole di legno ordinatamente incollate sul pannello di fodno, cautelativamente vuoti per minaccia di pioggia, mentre la cassetta al centro è un contenitore di pieghevoli dell’autore.
Lo vede che sono buono in fondo, glielo dica anche lei a ctonia, e gli dica pure che Ettore è più buono di me.
Però, se volesse farla lei la cattiveria, può rubarmi l’idea e io godrò come un riccio.
Cordiali saluti
Pietro Pagliardini

Questa voce è stata pubblicata in Architettura. Contrassegna il permalink.

8 Responses to SPAZIALITA’ …

  1. ettore maria mazzola ha detto:

    fantastico Pietro,
    quasi meglio dei falsi Modigliani

  2. aldofree ha detto:

    Non ho capito cosa ci sia di così ignobile in quel testo, e chi lo ha detto è una nota designer.
    Io sono convinto, e sono sicuro anche lei sig. Pietro, che il GUSTO vada insegnato, il gusto per il bello intendo. Il mio a 50 anni è ben diverso da quello che avevo a 18, e a formarlo non è certo stata soltanto l’università, ma le mostre d’arte, il cinema, i libri, la musica…che ho visto/letto/ascoltato, non vedo cosa ci sia di male a dire che la gente vada educata, evidentemente lei la legge come lavaggio del cervelli, io come qualcos’altro.

  3. aldofree ha detto:

    più che vada insegnato, volevo dire, vada formato.

    • Pietro Pagliardini ha detto:

      aldofree, io credo che il riconoscimento della bellezza sia innato, in tutti intendo. Dopo di che la scuola deve insegnare e soprattutto dare gli strumenti critici per capire ed apprezzare meglio. In questo senso sono d’accordo sul termine “formare”. Ma se un’opera che si dice d’arte richiede solo parole per essere compresa, vuol dire che è altro, non arte. Il più delle volte è solo ed esclusivamente mercato.
      Certamente ai cittadini non si può e non si deve insegnare ad abitare, che poi si traduce nell’imporre modi di abitare, che poi significa imporre progetti di architetti che la gente subisce. Tutto qui
      Saluti
      Pietro

  4. ettore maria mazzola ha detto:

    in Radio Days, Woody Allen lamentandosi della mancata genialità del figlio diceva all’intervistatore: “io ho provato ad insegnargli la Bibbia a bastonate … ma non ci sono riuscito”.
    Il “gusto”, come il “carattere” è innato negli individui, anche se, man mano che si cresce va affinandosi col tempo, cosa che, ovviamente, avviene in base alla propria sensibilità e ai propri interessi.
    Ciò però non vuol dire che una cosa, universalmente ritenuta brutta e/o incomprensibile, possa apparire bella solo perché il “parolaio” di turno ci racconta che sia “bella”. E’ come la scena del film “Compagni di Scuola” in cui Christian de Sica, cercando di vendere un orribile quadro al compagno di scuola macellaio un po’ troglodita gli dice che quella tela in salotto “gli risolverà molte serate” … la risposta del compagno di scuola è “ma che mme vuò ffa crede che a mmerda è bbona?”
    Questo tipo di “gusto per il bello” è quello che deriva dal bombardamento mediatico, e/o dall’insegnamento ideologico, questo gusto però, spesso e volentieri, benché riesca ad attecchire e svilupparsi negli individui nella maggioranza dei casi, non riguarda la realtà dei propri sentimenti.
    Molto spesso, infatti, così come molti sociologi e psicologi ci insegnano, un genere crescente di individui, nel timore – causato dal “sistema culturale” che si è andato generando sin dall’epoca delle “avanguardie artistiche” otto e novecentesche – di essere considerati ignoranti o anacronistici, finge di apprezzare determinate cose anche se, a denti stretti e in privato ammette di non comprenderle e non gradirle. Si tratta di quell’atteggiamento che possiamo definire “snob” o “provinciale” che consente agli “artisti usa e getta” e ai loro “mecenati” di fare affari a palate … spesso e volentieri facendosi anche burla degli estimatori, come nelle varie vicende che, dalla “cacca d’autore”, arrivano alle teste di Modigliani eccetera, in pratica un sistema basato sul fatto che tanti individui – vivendo nel timore reverenziale impostogli dai “colti modernisti” custodi del sapere assoluto in materia di arte e modernità – amino farsi prendere per i fondelli!
    Non è un caso se, nel caso degli architetti, l’immagine che ne viene data dal mondo del cinema, specie nelle commedie, sia sempre quella di individui stravaganti, se non addirittura stupidi, oppure arroganti e disonesti. Non sarà quindi il caso di cambiare regime?

    • Roberto Pagani ha detto:

      Condivido in pieno,frasi da incorniciare…che stigmatizzano acutamente il grande bluff della FALSA ARTE propinata a carissimo prezzo ai coatti del Modernismo

  5. aldofree ha detto:

    “Il gusto è innato” questo mi sembra un tipico atteggiamento “snob”.

  6. ettore maria mazzola ha detto:

    Caro Aldo,
    non ci trovo alcuno snobismo nell’ammettere che la nostra professione faccia acqua da tutte le parti. Semmai è proprio il contrario.
    Ascoltare gli altri, e provare a camminare al loro fianco (come suggerì Léger a LeCorbusier & co.) è un bagno di umiltà che farebbe bene a tanti.
    Piuttosto che avere la presunzione di considerare il popolo una massa “ignorante” da educare al moderno, potremmo/dovremmo essere noi architetti ad imparare dalla gente comune che, libera da pregiudizi di matrice ideologica, spesso possiede delle intuizioni molto più intelligenti di tanti presunti “maestri”

Scrivi una risposta a Roberto Pagani Cancella risposta

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.