LA FORZA DEL CATERPILLAR … E IL NUOVO PAESAGGIO ITALIANO …

“Caro professore
le invio queste foto, fornitemi dall’arch. Francesco Gazzabin, dello stato dei luoghi prima e durante la realizzazione del progetto di Cecil Pinsent.
Altre ne esistono ma sono prevalentemente di scene di lavori agricoli.
Le colmate, mi è stato spiegato, sono state utilizzate per rimodellare, addolcendola, la collina che in origine era simile a quella sullo sfondo nella foto con la ruspa.
Impossibile non riconoscere in quel paesaggio uno degli sfondi degli affreschi del Lorenzetti che anche lei ha pubblicato l’altro ieri.
Cordiali saluti”
Pietro Pagliardini

…………………………………

Innanzitutto, grazie per i preziosi materiali relativi alle ricerche dell’architetto Gazzabin …

che ci confermano dei nuovi mezzi a disposizione, delle nuove tecnologie, per il rimodellamento e la

bonifica del territorio senese …

e che ci mostrano al lavoro un “mostro” della Caterpillar fino ad allora del tutto inedito nei nostri territori …

confrontandolo con i mezzi in uso, pressochè negli stessi anni, nei territori pontini …

appare immediato il gap tecnologico …

dovuto anche alle specifiche economie di scala economico-politica …

comunque, …

da allora la “forma del territorio” italiano andrà commisurandosi ineluttabilmente alla nuova dimensione

della “pala” meccanica americana …

altro che le “colmate” dei Georgofili fiorentini …

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8 Responses to LA FORZA DEL CATERPILLAR … E IL NUOVO PAESAGGIO ITALIANO …

  1. Pietro Pagliardini ha detto:

    Lei sa proprio tutto: in effetti l’esperto Gazzabin mi aveva pregato di dire che anche i mezzi per il movimento terra erano avanzatissimi per l’epoca e addirittura la prima volta che venivano utilizzati in Italia.
    Ma io, che quando mi si dice di qualche primato diffido sempre e in più faccio regolarmente la tara a quello che dice (è un fatto caratteriale, il suo, non il mio) l’ho volontariamente omesso. Adesso, se Francesco dalla Provenza leggerà questo commento…. al suo ritorno non avrò più scampo
    Saluti
    Pietro

  2. alzek misheff ha detto:

    Amici Architetti, comunque sia quello che conta è il risultato, talmente ben riuscito e la collinetta è un opera autentica, e non “falso storico”. (E’ un termine strumentale inventato dai modernisti , le collonne fatte con i mattoni di Palladio sono tutt’altro che falso storico) . Io ho un altro termine: ” sentimento italiano”. Appartiene e si riferisce a opere di artisti e intellettuali non italiani nei secoli. Il ” sentimento italiano ” deve perdurare, è la parte centrale della cultura europea.

    Alzek Misheff

  3. giancarlo galassi ha detto:

    Grazie a Pietro per il regalo fotografico.

    Ma mi dispiace molto che quel paesaggio di Pinsent mi piaccia, come piace a tutti voi nessuno escluso.
    «ME PIACE UN CASINO – E’ ‘NA FICATA».
    E intanto tutto insolluccherito ho spento il cervello.
    Un paesaggio originario è andato perso o sopravvive lontano, invisibile dalle strade statali in nome dell’industrializzazione della campagna e sotto l’egida del tocco di gusto.

    C’è qualcosa che non mi torna e che mi rosica l’anima.
    Ho perso Viviani per De Filippo – per dirla alla Eldorado.

    Allora vorrei essere più maleducato, cioè meno pseudocolto.

    Vorrei una coscienza più pura per apprezzare quelle doline corrugate e incolte che stanno per sparire.

    Allo stesso modo vorrei saper apprezzare lo sprawl di edilizia abusiva che ha distrutto la campagna romana di Goethe perchè in quella miseria – delle doline, delle zone 0 – ci passa il vero.

    Vorrei essere più intelligente o più sensibile per capire (prima) e amare (poi) quel mondo di necessità che ha costruito quegli ambienti.

    Abbiamo bisogno, come sempre, di scienziati e poeti.
    I pupazzari prego andare….

    Mestamente vs,

    Giancarlo

  4. Il Palazzo ha detto:

    E’ bello a questo punto confrontarsi con la motivazione dell’UNESCO a patrimonio dell’Umanità per la Val D’Orcia fa veramente sorridere:
    « Criterio (iv): la Val d’Orcia è un eccezionale esempio di come il paesaggio naturale sia stato ridisegnato nel periodo Rinascimentale per rispecchiare gli ideali di buon governo e per creare un’immagine esteticamente gradevole; Criterio (vi): il paesaggio della Val d’Orcia è stato celebrato dai pittori della Scuola Senese, fiorita durante il Rinascimento. Le immagini della Val d’Orcia ed in particolar modo le riproduzioni dei suoi paesaggi, in cui si raffigura la gente vivere in armonia con la natura, sono diventate icone del Rinascimento ed hanno profondamente influenzato il modo di pensare il paesaggio negli anni futuri. »

    Pieno Rinascimento, insomma!
    E anche l’esterno della Cappella di Vitaleta è del 1894
    http://it.wikipedia.org/wiki/Cappella_della_Madonna_di_Vitaleta

  5. ELDORADO ha detto:

    Se ci cade anche l’UNESCO vuol dire che è un falso fatto proprio bene …
    Giusto! Il che conferma il paradosso che da tempo sostengo:
    “Fare gli originali è facile, è il pezzotto ch’è difficile!”
    E’ l’imitation de Picasso’, il pezzotton de Pinsentò, che vince!
    Parola d’ordine dell’Italia 150°: “Qui o si fa il pezzotto o si muore!”
    Parola di Toto’ a colori …. e saluti serali da Capri,
    Eldorado

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