“Caro Professore,
giorni fa, come più o meno una volta ogni anno, ci telefona una gentile impiegata della Mancosu Editore, meritevole editore e non solo perchè è sardo, proponendoci a condizioni vantaggiosissime i grossi e completissimi manuali che la casa editrice ha pubblicato sulla progettazione, sul restauro e su tutto lo scibile della progettazione architettonica. Quando capita questa cosa, mi diverto sempre a ironizzare con l’incolpevole impiegata sul nome di Bruno Zevi e su quello del figlio, Luca, come curatori storici dei manuali Mancosu… L’impiegata ovviamente non sa che Bruno Zevi poco tempo prima di morire scrisse un famoso pezzo su Lotus in cui distruggeva senza possibilità di appello qualsiasi idea “manualistica”, qualsiasi idea di scuola, di apprendimento sulla base delle esperienze altrui, esaltando invece il gran falò delle righe e delle squadre, dei manuali e pure dei professori, insomma della scuola tout court e quindi, in diretta ed immediata conseguenza logica, rendendo quasi comico, se non improponibile, il suo ruolo di curatore di manuali per architetti. Porre la famiglia Zevi come nume tutelare e indice di serietà scientifica di un manuale per architetti è un’ironia fantastica, incredibile, oltre ogni limite… Ho avuto occasione di sfogliare spesso quei volumi e sicuramente sono fatti con serietà e rigore, ma, paradossalmente, proprio questo denuncia la contraddizione in termini fra curatori e contenuto.
Arrivederci!”
Cristiano Cossu
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Grande Cristiano Cossu,
infatti, ogni volta che mi chiamano per “vendermi il Nuovo Manuale dell’Architettoa un prezzo speciale”, liquido la venditrice dicendo che non lo comprerò mai, proprio per il fatto che il curatore sarebbe Zevi. In ogni modo preferisco i manuali curati da Paolo Marconi, e quelli che a questi si sono ispirati.
Cordiali saluti
Ettore Maria Mazzola
L’ultimo che ho comprato,anni fa, riportava in filigrana alcuni principi ” Organici ” enunciati da Zevi, primo fra tutti quello contro la simmetria.Forse li riporta anche oggi.Un tentativo di mettere nelle zucche vuote qualcosa di buono.
C’era una volta una lezione di Bruno Zevi. Si parlava, quarda un pò!, di “simmetria” e “asimmetria”. Il Professore ci raccontava che si era disegnata la lapide tombale. L’aveva pensata e disegnata come un manifesto alla sua amata “asimmetria”. Tanto tempo dopo, ero al Verano per portare dei fiori sulla tomba dei miei genitori, ripensai a quelle lontane parole. Mi mosse la curiosità, cercai la sua tomba al Cimitero Israelitico e finalmente la trovai. Era una semplice tomba a terra e la lapide, altrettanto semplice, era giustamente asimmetrica in pianta e prospetto, come aveva detto. Posai un sasso sulla lapide e me ne andai. Era stato un grande Professore! A qualcuno non piace ma io ogni tanto riprendo uno dei suoi libri, apro a caso e mi rileggo qualche sua lucida pagina.