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…ricordo l’emozione della prima volta, un paio di decenni or sono, che mi affacciai alla finestra di uno dei miei più cari amici, di allora e di oggi, su piazza s.emerenziana. la prospettiva imponente e metafisica della chiesa, con la loggia e gli archi dell’attico, e soprattutto, dietro, la curva dell’edificio che, grazie al titolare del blog, avrei scoperto dieci anni dopo essere del grande architetto “normale” Pascoletti. “il più bell’intensivo romano”, lo definì in quel corso di storia II annualità il prof. Muratore. E già sembrava strano allora considerare un intensivo, ovvero il frutto della speculazione, non solo un’architettura, ma persino una “bella” architettura…