Da Isabella Guarini: …
“Non ci resta che la Cacciata dei diavoli da Arezzo!”
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Come soluzione, Isabella, mi sembra davvero l’unica possibile. Ma, dato che i santi sono piuttosto rari, mi affiderò al parroco del Duomo, che pare abbia qualità esorcistiche.
Ce la farà? In fondo anche le archistar sono esorcisti…della storia. Basta che vinca il bene contro il male.
Saluti
Pietro
A Firenze se vai nelle piazze storiche trovi solo immigrati che ridono, scherzano, ascoltano le loro musiche e, certo, anche qualche immigrato spacciatore, qualche ubriaco, qualche disoccupato senza speranza e senza mestiere. Ma, direi, quasi mai cittadini, solo qualche turista col naso all’insù e una mano sul portafoglio, per sicurezza.
Se non riconquistiamo questi spazi come nostri, come centri della nostra vita, del nostro lavoro, del nostro gioco, della nostra arte, qualcuno lo farà al posto nostro, legittimamente! E rimarranno le gelide occhiate inutili delle soprintendenze a sorvegliare, si fa per dire, spazi vissuti da altri che si comportano come noi ci comportavamo cinquant’anni fa.
Vasari era una archistar, e delle più pervasive. Eppure…
Cristiano, non capisco cosa tu voglia dire. Le cose che dici sono vere, e allora? La vita è un edificio di acciaio e vetro nel centro storico e la morte sono le Logge del Vasari?
Non so se tu vuoi dire questo, mi sembra strano, ma il senso sembra proprio questo.
Vasari un’archistar!!! Questa, passamela, è una battutaccia da bar in cui tu non puoi credere.
Saluti
Pietro
Pietro, tu se uno non risponde con le due possibilità previste dal vostro schema binario vai in palla :-)) purtroppo c’è una terza, una quarta, una quinta e una ennesima possibilità di intendere le soluzioni ai problemi da te indicati…! Io indico quella diciamo così “sociale”, dove l’architettura è l’effetto di una vita comune forte e vera: dove gli aretini decidono che davvero per loro sarà decisivo far ristrutturare la loro amata piazza da Ben Van Berkel, che so io, da MVRDV o come diavolo si chiamano :-) Bene, quell’architettura, che a me e te non piacerà probabilmente per nulla, magari sarà vissuta come il frutto di una decisione corale e condivisa.
Utopia, certo, ma era solo per spiegarti cosa volevo dire, al di là del solito irreale manicheismo architettonico.
ciao
c
ps: Vasari non era una archistar? Non mi accapiglio per una cosa simile, era in effetti una battuta… Diciamo allora che era un architetto del potere, un architetto del Principe?
Ah, tra l’altro, Pietro: quanto ho scritto sembra un discorso un pò alla Pietro Pagliardini (far decidere la gente etc etc), però con una opzione in più: ammettere nel novero delle possibilità l’orrenda ipotesi che la gente scelga quello che non piace a noi intellos :-))))