Brandelli d’Italia …

Era diverso tempo che ci andavamo chiedendo che fine avessero fatto le dissennate iniziative intitolate ai centocinquant’anni dell’unità nazionale … avviate qualche anno fa secondo un modello privo di qualsiasi credibilità scientifica, metodologica e culturale …
e avevamo, fin dall’inizio, avanzato qualche personale perplessità …
Oggi, finalmente, sulla prima pagina del “Corriere della sera” un editoriale di Ernesto Galli della Loggia (peraltro imbarcato recentemente e di rincalzo quale “garante” storico della storica iniziativa …) ci chiarisce, al di la di ogni ragionevole dubbio, lo stato disastroso dell’intera vicenda …
Scrive, tra l’altro, Galli Della Loggia sotto il titolo:
“I 150 anni dell’unità e il vuoto di idee, noi italiani senza memoria”: …

“Il modo in cui il Paese si appresta a celebrare nel 2011 il 150° anniversario della sua Unità indica alla perfezione quale sia l’immagine che la classe politica — tutta, di destra e di sinistra, senza eccezioni (nonché, temo, anche la maggioranza dell’opinione pubblica) — ha ormai dell’Italia in quanto Stato nazionale e della sua storia. Un’immagine a brandelli e di fatto inesistente: dal momento che ormai inesistente sembra essere qualsiasi idea dell’Italia stessa. Leggere per credere. Tutto inizia nel 2007, quando per l’appunto si deve decidere che cosa fare per le celebrazioni del 2011. In altri Paesi si penserebbe, per esempio, ad allestire una mostra memorabile, a mettere in piedi un grande museo della storia nazionale (siamo tra i pochi che non ne hanno uno), a costruire una grande biblioteca (Dio sa se ce ne sarebbe bisogno) o qualcos’altro di simile. Da noi invece no. Da noi il governo Prodi decide che il modo migliore di celebrare l’Unità d’Italia sia quello che lo Stato finanzi, insieme agli enti locali, undici opere pubbliche in altrettante città della Penisola. Opere pubbliche di ogni tipo, così come viene, senza alcun nesso con il tema dell’unità: da un nuovo Palazzo del Cinema e dei Congressi al Lido di Venezia, al completamento dell’aeroporto a Perugia, dalla realizzazione di un Parco costiero del Ponente ligure ad Imperia, a un Auditorium con relativa delocalizzazione del campo di calcio a Isernia, a un Parco della Musica e della Cultura a Firenze, e così via nel mare magnum dei bisogni effettivi o magari della megalomania dei mille luoghi del Bel Paese. …

Dopo pochi mesi, comunque, nel febbraio del 2008, al «programma infrastrutturale» iniziale degli undici progetti ora detti il governo Prodi aggiunge altri quattordici «interventi infrastrutturali di completamento». Di nuovo c’è di tutto: restauri di questo o quell’edificio (il teatro D’Annunzio a Pescara, Palazzo D’Accursio a Bologna, la Rocca della cittadella ad Ancona), ma anche numerose incursioni nel bizzarro spinto: per esempio la realizzazione di un Herbariun Mediterraneum, di cui pare che senta un vivissimo bisogno la città di Palermo, o la realizzazione di un Centro Culturale della Mitteleuropa per la maggiore soddisfazione degli abitanti di Udine. E’ inclusa perfino la costruzione della nuova sede dell’Istat a Roma.” …

….
Si ha la sensazione di assistere a qualche cosa di osceno, eppure, di già visto …
I Mondiali di calcio del ’90 … il giubileo del 2000 … G8 … terremoti … Aquile … Maddalene … Expo milanesi … Mondiali di Nuoto … Internazionali di Tennis …
Magari il tutto sotto l’ala di qualche altissimo e intoccabile “patrono” politico o di qualche supertecnico della Protezione Civile o del Consiglio Superiore LLPP …
magari sotto l’alta “sorveglianza” di qualche immarcescibile e apicale personaggio passato indenne, … chissà come e perché, … dalla prima … alla seconda … alla terza … repubblica …

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